Portogruaro: Gibboni si conferma virtuoso

I festeggiamenti per il centenario dell’Università di Trieste e del Collegio Marconi continuano con un concerto che ha avuto luogo al Teatro Luigi Russolo di Portogruaro. I protagonisti sono l’Orchestra Senzaspine, diretta dal maestro Tommaso Ussardi e il violinista Giuseppe Gibboni.

Sul palcoscenico del teatro campeggia l’orchestra, una giovanile under35 bolognese variegata, dotata di una compagine di violini piuttosto nutrita. Apre il concerto con la Sinfonia dalla Forza del destino di Verdi mostrando unità e coesione nell’esecuzione di attacchi e dinamiche, porgendo in questo modo un’esecuzione particolarmente pulita. Seguono poi due Intermezzi, il primo da Cavalleria Rusticana di Mascagni dalle linee cantabili e profondamente liriche e il secondo da Manon Lescaut di Puccini in cui violoncello, viola e violino solisti sembravano essersi incarnati in voci dei personaggi dell’opera, realizzando dei fraseggi molto vicini al canto drammatico che hanno fatto soprassedere al finale velato da qualche dubbio. Gli intermezzi sono stati realizzati con il grande lirismo delle opere ottocentesche, dipingendo una scena carica della presenza dei personaggi-fantasmi delle opere.

La prima parte del concerto si è conclusa con la “Danza delle ore” dalla Gioconda di Ponchielli in cui l’eleganza della sezione degli archi non è mai venuta a mancare, liberando un suono pulito come se fosse un unico archetto a scorrere su tutte le corde. Tuttavia il volume complessivo dei pur numerosi violini è risultato tenue: il suono usciva timidamente rispetto all’invocazione del gesto ampio e vigoroso del direttore. Le richieste di Ussardi sono state invece soddisfatte dalle altre sezioni, in particolar modo dai fiati e dagli ottoni che si sono dimostrati validi ben oltre le aspettative per una giovanile, porgendo un suono piacevole e controllato. Flauti, oboe e clarinetto sembravano danzare con l’eleganza delle ballerine classiche attorno all’immaginario orologio di Ponchielli.

Dopo una breve pausa sale sul palco Giuseppe Gibboni, il protagonista della seconda parte della serata presentandosi con l’imponente Concerto op. 6 n. 1 di Paganini, brano di caleidoscopico virtuosismo, che incute timore (anche soltanto a sentire il nome del compositore).

Il concerto di Paganini è articolato in tre tempi: Allegro maestoso, Adagio espressivo e Rondò (Allegro spiritoso). Nell’Allegro maestoso l’orchestra è stata colta di sorpresa dal forte trascinamento emotivo e dalla direzionalità convinta del solista. L’inerzia dell’orchestra ha creato a tratti degli scollamenti con il violino solista, pur diretta con prontezza da Ussardi. Nonostante tali brevi asincronie, l’esecuzione di Gibboni è stata fiera ed elastica, finalmente catalizzando e trasportando con sé tutta la giovanile dall’Adagio.

Il violinista ha fatto suo ogni momento virtuoso come se fosse in realtà Gibboni stesso ad aver improvvisato tali fioriture, dimostrando un’invidiabile naturalezza nell’esecuzione. Le scelte interpretative di Gibboni si sono liberate delle decisioni prese in fase di studio, sublimando in un fluire spontaneo, mai banale. Associandosi alla filosofia dello stesso Paganini il quale credeva in un’esecuzione in divenire in un costante rinnovo, Gibboni ha aggiunto alcuni virtuosismi, per esempio i pizzicati di mano sinistra, creando un gradito effetto fresco e ancora più brillante, soprattutto nel Rondò conclusivo. Ha creato una texture tattile tra le varie ripetizioni tipiche della struttura a rondò, stuzzicando l’orecchio del pubblico che lo ha ricoperto di applausi fino a chiedere due bis per i quali Gibboni ha concesso ben due Capricci di Paganini, n. 5 e n. 24. In quest’ultimo, subito riconosciuto dagli ascoltatori, il violinista è stato impeccabile per intonazione pulizia e ha dimostrato indubitabile carattere e bravura tecnica.

Un apprezzamento particolare va alla conduzione della polifonia delle voci: il violinista a tratti sembrava poter accedere alle sonorità di un intero quartetto d’archi, tanto le linee melodiche erano indipendenti e caratterizzate, creando quasi l’effetto battente del concertino in contrasto con l’orchestra tipico della produzione concertistica precedente a Paganini. D’altro canto, abbiamo ascoltato il concerto del vincitore del “Premio Paganini” di Genova 2021, che questa sede riceve l’ulteriore premio “Nuove Carriere 2024” grazie al Main Sponsor il gruppo vinicolo Santa Margherita in collaborazione con Festival Internazionale di Musica di Portogruaro. Questo premio vuole dare risalto alla carriera di giovani concertisti che, come Gibboni, si sono distinti per capacità e impegno a livello internazionale.

Beatrice Bergamin
(11 settembre 2024)

La locandina

Direttore Tommaso Ussardi
Violino Giuseppe Gibboni
Orchestra Senzaspine
Programma:
La forza del destino – Sinfonia
Pietro Mascagni
Cavalleria Rusticana – Intermezzo
Giacomo Puccini
Manon Lescaut – Intermezzo
Amilcare Ponchielli
Le Gioconda – Danza delle ore
Niccolò Paganini
Concerto per violino e orchestra n. 1 in mi bemolle maggiore, op. 6

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