Ravenna: la Cherubini in una nuova trascrizione delle romanze di Tosti

L’Istituto Nazionale Tostiano, che tiene viva la memoria di Francesco Paolo Tosti attraverso molte attività musicali, musicologiche e di formazione, ha invitato l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini, con la direttrice Carla Delfrate, a celebrare il compositore abruzzese. Due i concerti che si sono susseguiti, il 17 e il 18 settembre: il primo al Teatro Tosti di Ortona, città natale del musicista, e il secondo a Ravenna, nell’Auditorium San Romualdo che in tempi recenti è stato realizzato, riattando una chiesa del centro storico, per l’attività della Cherubini e di altre realtà cittadine.

La prima ondata di celebrità benedì Tosti, che pure aveva studiato composizione con Saverio Mercadante a Napoli, non per i suoi lavori, ma per la sua bella voce di tenore e le sue qualità interpretative. Divenne tanto rinomato in questo campo da arrivare a insegnare canto a Margherita di Savoia, che sarebbe diventata regina d’Italia, e poi alla corte della regina Vittoria e del suo successore Edoardo VII. Nel frattempo, però, cresceva il numero delle sue composizioni che, a parte qualche lavoro giovanile in cui compariva anche l’orchestra, furono nel complesso più di mezzo migliaio: in tutte, la voce è protagonista accanto alla tastiera del pianoforte. La prima romanza, Non m’ama più, risale a quando aveva vent’anni; per tutta la vita continuò a comporne.

Niente opera, nel suo catalogo, né musica strumentale da camera né brani sinfonici: una sorta di felice monomania artistica che lo portò anche a curare la parte testuale dei suoi lavori con molta maggior attenzione rispetto ad altri che, come scrisse sdegnato Ildebrando Pizzetti, «quando vogliono scrivere delle romanze, scelgono, fra tutte le poesie che hanno sott’occhio, le più insulse, le più sciocche». Tosti no: per lui era fondamentale, com’è logico, che un testo fosse adatto al canto, ma il suo valore intrinseco era un altro fattore da non trascurare. Per questo mise in musica poesie di autori come, tra gli altri e per dire solo degli italiani, Giosuè Carducci, Antonio Fogazzaro, Lorenzo Stecchetti, Ada Negri e, soprattutto, il suo amico e conterraneo Gabriele D’Annunzio.

Proprio alcune delle romanze più celebri su testi di D’Annunzio costituivano il cuore del concerto della Cherubini, a Ortona e a Ravenna dove l’abbiamo ascoltato; ma in una trascrizione inedita per orchestra da camera realizzata per l’occasione da Claudio Cavallin, compositore e contrabbassista dell’Orchestra giovanile fondata e regolarmente diretta da Riccardo Muti. Questa volta sul podio c’era Carla Delfrate, che per la direzione è stata allieva di Piero Guarino e Daniele Gatti e dal 2005, nella sua sempre intensa attività, ricopre la carica di segretaria artistica dell’Orchestra Cherubini e collabora con Muti per la preparazione della compagine.

La trascrizione di Cavallin, competente e rispettosa, ha ampliato la timbrica pianistica con una scelta opportuna dei colori strumentali e ha sviluppato il tessuto armonico, ma non ha tradito la cifra peculiare delle musiche: ha, semmai, posto in maggiore evidenza l’appartenenza di Tosti al clima compositivo di un’epoca, la sua vicinanza a musicisti che operavano ai suoi tempi e con i quali a volte intratteneva rapporti personali. Nel concerto, questa prossimità era messa in rilievo dai brani posti a cornice del programma: in apertura, Crisantemi di Giacomo Puccini nella versione per orchestra da camera, e a conclusione il Notturno op. 70 n. 1 di Giuseppe Martucci. Al centro, l’apprezzabile Intermezzo composto “in stile” da Claudio Cavallin.

Cinque romanze di Tosti erano affidate alla duttile voce e alla verve espressiva del mezzosoprano Stefania Cocco; tra queste, due molto note: ’A vucchella su testo di D’Annunzio e Vorrei morire!, così popolare ai tempi di Tosti da farlo identificare come «l’autore del Vorrei morire!». Tutte dannunziane le Quattro canzoni di Amaranta che il soprano Monica De Rosa McKay ha interpretato con saldezza di voce e intensità drammatica.

L’Orchestra Cherubini, in formazione ridotta di una trentina di elementi, sotto la guida di una musicista che ben conosce come Carla Delfrate ha confermato le qualità di prontezza, brillantezza e nitore strumentale dell’insieme e dei singoli. Delfrate, che durante il concerto ha impostato un attento e sensibile rapporto dell’Orchestra con le voci, a partire da Crisantemi e per tutto lo scorrere del programma ha offerto una lettura priva di enfasi ma non certo di carattere: accarezzando le volute liberty di queste musiche, cogliendone sensualità e umori crepuscolari, idee innovative e atmosfere fin de siècle, in una sintonia con i giovani professori della Cherubini che ha portato a un calorosissimo successo di pubblico.

Patrizia Luppi
(18 settembre 2022)

La locandina

Direttrice Carla Delfrate
Soprano Monica De Rosa McKay
Mezzosoprano Stefania Cocco
Orchestra Giovanile Luigi Cherubini
Programma:
Giacomo Puccini
Crisantemi
Francesco Paolo Tosti (trascrizione di Claudio Cavallin)
«Non t’amo più!»
«La serenata»
«Vorrei morire!»
«’A vucchella»
Claudio Cavallin 
Intermezzo
Francesco Paolo Tosti (trascrizione di Claudio Cavallin)
Quattro canzoni d’Amaranta
«Lasciami! Lascia ch’io respiri»
«L’alba separa dalla luce l’ombra»
«In van preghi»
«Che dici, o parola del Saggio?»
Giuseppe Martucci 
Notturno op. 70 n. 1

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