Ravenna: Muti-Malkovich e l’omaggio a Silvestrov al Festival estivo

Quando, all’inizio di giugno, ci siamo recati al Ravenna Festival per la prima volta quest’anno, l’Ucraina ha subito fatto capolino nella manifestazione. In quei giorni, infatti,  davanti a noi si è stagliata con non comune evidenza la grande porta di Kiev: quella costruzione monumentale che, pur non avendo mai nella realtà superato lo stadio di progetto, gode di una luce imperitura grazie alla potenza evocativa di Modest Musorgskij e dei suoi Quadri da un’esposizione (abbiamo recensito su Le Salon Musical l’eccellente esecuzione con la Marinsky Orchestra diretta da Valery Gergiev). Poi, meno di un mese dopo, l’Ucraina e la città di Kiev hanno assunto una dimensione di totale concretezza per la rassegna ravennate: l’annuale appuntamento delle «Vie dell’amicizia», che stringe ogni volta legami tra il Festival e un Paese in situazione difficile, si è svolto infatti il 1° luglio nella capitale della nazione sul Mar Nero e due giorni dopo a Ravenna, nel capiente e affollatissimo Palazzo Mauro de André. È a questa serata che abbiamo partecipato.

Potremmo dire che è stato un concerto delle emozioni, tanti sono stati i momenti di gioia, di meraviglia e perfino di commozione che ne sono scaturiti, a partire dalla vista del grande palcoscenico affollato su cui erano schierati l’Orchestra e il Coro dell’Opera Nazionale di Ucraina e insieme, in una sintonia che avrebbe portato a risultati di grande pregio durante le esecuzioni, l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini, valente creatura prediletta di Riccardo Muti. Sul podio c’era ovviamente lo stesso Muti, da sempre protagonista e convinto sostenitore dei concerti delle Vie dell’amicizia; per il suo fondamentale apporto, la sera successiva il maestro napoletano sarebbe stato addirittura definito «Papa della musica» dal grato ed entusiasta ministro ucraino della Cultura Nishchuk Yevhen.

In programma, dopo l’inizio doveroso e coinvolgente con i due inni nazionali, diverse pagine di Giuseppe Verdi, compositore con il quale Muti intrattiene un rapporto fertile e profondo. Nella prima parte, lo «Stabat Mater» e il «Te Deum» dai Quattro pezzi sacri; nella seconda, la «Sinfonia» e alcuni momenti di Nabucco, con un «Va, pensiero» finale ancor più toccante nel riferimento ai tanti popoli afflitti e tribolati, tra cui quello ucraino, che tuttora purtroppo affollano la Terra. Al centro del concerto, un salto spaziale e temporale portava negli Stati Uniti dei primi anni Quaranta del Novecento, ma sempre nel segno di un forte messaggio umanitario: per il Lincoln Portrait, brano per voce recitante e orchestra che Aaron Copland compose nel 1942 su testi del presidente americano Abraham Lincoln (compreso uno stralcio del discorso di Gettysburg), è salito sul palco John Malkovich, il grande attore cinematografico statunitense, con la sua presenza carismatica e la sua voce incisiva. Prima di lui, peraltro, questo ruolo significativo era stato sostenuto nel corso degli anni da celebri personaggi di ogni tipo, dall’astronauta Neil Armstrong allo scrittore Gore Vidal all’allora presidente degli Stati Uniti Barack Obama, da divi del cinema come Katharine Hepburn, Paul Newman o Gregory Peck a, perfino, la lady di ferro Margaret Thatcher. Calorosissimo, non c’è da stupirsene, il successo della serata; il concerto di Kiev è stato registrato da Rai Uno e sarà trasmesso il 16 luglio.

Negli stessi giorni delle Vie dell’amicizia, e sempre nel segno del legame con l’Ucraina, il Ravenna Festival aveva in cartellone anche un «Omaggio a Valentin Silvestrov». Il compositore e pianista nato a Kiev nel 1937, noto per il carattere schivo e appartato, era eccezionalmente presente agli appuntamenti in suo onore, che si sono svolti il 2, il 3 e il 4 luglio in diverse sedi ravennati. Dopo un applaudito concerto del Duo Gazzana di violino e pianoforte e un incontro pubblico con lo stesso Silvestrov, la serata finale dell’Omaggio, alla quale abbiamo assistito, ha visto di nuovo la partecipazione dell’Orchestra dell’Opera Nazionale di Ucraina efficacemente diretta da Mykola Diadiura e del notevolissimo Coro con il suo maestro Bogdan Plish, in una cornice straordinaria come la basilica di Sant’Apollinare in Classe.

Valentin Silvestrov ha imposto un graduale ma drastico cambiamento di rotta al suo stile compositivo, dopo aver attivamente aderito alle avanguardie sovietiche negli anni Sessanta e Settanta ed essere stato un notevole rappresentante di quella che fu definita «avanguardia di Kiev». Il programma del concerto di Sant’Apollinare, comprendente lavori scritti nell’ultima quindicina d’anni, ha offerto un approccio articolato e intenso al suo attuale linguaggio musicale, intriso di un inesausto amore per quella che secondo lui «ci è offerta semplicemente come un dono, una delizia della musica»: la melodia, che «rende la musica eterna». Una melodia che è spesso scomposta in brevi formule motiviche che si ripetono, si inseguono cangianti, si scambiano e si rispondono tra i diversi esecutori, producendo un tessuto musicale aereo come una garza e scintillante come un filato di metallo prezioso, come nell’Elegia e pastorale per pianoforte e orchestra d’archi. Una melodia che si impone nella seducente semplicità della linea di canto, priva di retorica e di orpelli, nella Cantata n. 4 per soprano, pianoforte e orchestra d’archi (il soprano era la giovane Kseniya Bakhritdinova-Kravchuk, una gioia per l’udito e per la vista).

Una melodia, infine, che domina la scrittura per coro misto a cappella dei Canti liturgici, dove la profonda spiritualità di Silvestrov si fa più che mai evidente: nell’ambiente assolutamente appropriato della basilica classense, il Coro dell’Opera Nazionale di Ucraina, sotto la guida felice di Bogdan Plish, si è espresso in dialoghi serrati ed eloquenti tra ottimi solisti e massa: come tra gli strumenti di un’orchestra o, ha affermato Silvestrov, come tra i tasti del suo strumento di riferimento, il pianoforte. Anche questa serata è stata accolta dal pubblico con un successo meritatamente vivo.

Patrizia Luppi
(3 e 4 luglio 2018)

La locandina

Le vie dell’Amicizia
Direttore Riccardo Muti
Voce recitante John Malkovich
Orchestra Giovanile Luigi Cherubini
Orchestra e Coro dell’Opera Nazionale di Ucraina
Maestro del coro Bogdan Plish
Programma:
Giuseppe Verdi
dai Quattro pezzi sacri:
Stabat Mater per coro e orchestra
Te Deum per doppio coro e orchestra
Aaron Copland
Lincoln Portrait
Giuseppe Verdi
Pezzi scelti da Nabucco
Omaggio a Valentin Silvestrov
Direttore Mykola Diadiura
Soprano Kseniya Bakhritdinova-Kravchuk
Pianoforte Anastasiya Titovych
Orchestra e Coro dell’Opera Nazionale di Ucraina
Maestro del coro Bogdan Plish
Programma:
Valentin Silvestrov
Elegia e pastorale per pianoforte e orchestra d’archi
Cantata n. 4 per soprano, pianoforte e orchesctra d’archi
Canti liturgici

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