Reggio Emilia: gli armonici contrasti di Alva Noto e Ryuichi Sakamoto
Tutto esaurito da settimane al Teatro Valli di Reggio Emilia per il tanto atteso concerto di Ryuichi Sakamoto e Alva Noto, due personalità che ancora una volta hanno confermato uno dei sodalizi artistici più riusciti della storia della musica.
Timbri inconsueti -talora magici e stupefacenti- sono il frutto di una ricerca che deriva da una meditazione sull’essenza del suono la cui fonte d’ispirazione affonda radici profonde nella natura incontaminata.
La fusione della poetica pianistica di Sakamoto con l’universo elettronico di Alva Noto dà vita innegabilmente a un contrasto affascinante e al tempo stesso sconfigge ogni pregiudizio aprendo uno spiraglio di luce -e di bellezza- nei riconfronti della musica contemporanea.
È evidente che ancora oggi tutto ciò che si discosta dal repertorio di tradizione fa molta paura, nonostante la dubbia tendenza di attualizzare il passato anziché dare spazio a ciò che a noi è più vicino per linguaggio non solo verbale ma anche sonoro.
Contraddizioni del nostro tempo.
Tuttavia questa musica parla di noi. Le frequenze sonore e luminose di Alva Noto, geometrie luminose fluttuanti su lunghi pedali sonori abbagliati da brevi interferenze, riverberano nel pensiero ambientalista di Sakamoto in cui l’essenziale equilibrio formale trova risposta nelle simmetriche manifestazioni della natura.
Armonici contrasti: la tecnologia invade in un apparente frastuono le sonorità di un pianoforte amplificato e preparato, testimone di un passato che non ci appartiene più ma che trova nella sperimentazione nuove forme di dialogo.
Così nella sontuosa cornice del Valli è andato in scena un concerto memorabile.
Sorti dal buio, Ryuichi Sakamoto e Alva Noto hanno condotto il pubblico in un intenso percorso di suggestivi paesaggi sonori, testimoniando che la tecnologia -se impiegata nel modo giusto- può raggiungere vette ragguardevoli ed essere mezzo artistico edificante.
Come in un bosco le fronde mosse dal vento o come lo scrosciare di un torrente sanno essere suono, così la musica di Sakamoto e Alva evoca sorprendentemente lunghi momenti di meditativo silenzio.
Uscendo dal Valli, avvolti nella nebbia emiliana, tutto pareva riflettere quell’atmosfera raccolta creatasi in teatro. Numerose le riflessioni, ma la piazza che si riempiva di giovani ancora assorti in quelle sonorità è segno che il contemporaneo forse farà meno paura.
Gian Francesco Amoroso
(26 novembre 2019)
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