Reggio Emilia: al Valli l‘Intelletto d’Amore

Tra la miriade di progetti più o meno sensati e riusciti che giustificano la propria presenza nei cartelloni del 2021 con l’anniversario dei 700 anni della morte di Dante Alighieri, questo di Michele Marco Rossi sulla carta risulta essere tra i più interessanti. Innanzitutto perché Dante diventa un pretesto per “ragionar d’amore” per dirla con Dante stesso, perché il filo del ragionamento è condotto e narrato da Andrea Camilleri, perché il percorso musicale è studiato nei minimi dettagli con dei brani commissionati ad hoc a quattro compositori: Vittorio Montalti, Pasquale Corrado, Noriko Baba e Matteo Franceschini.

Si aggiunge al violoncello solo di Michele Marco Rossi anche il live electronics di Paolo Aralla, autore anche di altre musiche usate nel concerto. Lo spettacolo ha inizio con un piccolo intervento del violoncello e del live electronics che apre al primo intervento registrato della voce di Camilleri. Gli estratti, come ci spiega Rossi, sono stati registrati nella dimora romana di Camilleri in un incontro del 2019 tra lui e lo scrittore empedoclino. In un breve intervento iniziale il violoncellista romano racconta come procederà la serata, i brani che suonerà, il senso del loro accostamento e un po’ di retroscena sulla genesi dello spettacolo. Un intimo e commovente “Les voix humaines” di Marin Marais apre con grande pathos questo argomentare d’amore tra musica e narrazione. Inaspettatamente, almeno per il sottoscritto, Michele Marco Rossi oltre all’intervento iniziale ricopre anche la funzione di co-narratore insieme alle registrazioni di Camilleri con numerosi racconti, interventi per spiegare i brani che verranno eseguiti e anche per dare dei punti di riferimento per l’ascolto dei brani appositamente commissionati per questo concerto-spettacolo: Vittorio Montalti – The Memories Box, Pasquale Corrado – Furibondo, Noriko Baba – Chant d’Amour e Matteo Franceschini – Expiation. In questi frammenti di racconto si dimostra abile espositore in grado di mantenere alta l’attenzione del pubblico e con una ottima scansione del ritmo narrativo. Ma le sorprese non terminano qui infatti con una Chanson di un compositore anonimo medioevale Michele Marco Rossi si rivela anche cantante accompagnandosi con il violoncello, così come farà al termine della serata con Sidun di Fabrizio De Andrè. Il pubblico rimane di stucco e alla fine della Chanson un applauso rompe il silenzio che il pubblico aveva mantenuto fino ad allora.

Una nota anche sul versante violoncellistico: Rossi è un musicista raffinato e dal bel suono, possiede un fraseggio molto naturale e una spiccata capacità narrativa che poi si riflette anche nel lato “attoriale”.

Il percorso letterario e intellettuale, nel senso di riguardare l’intelletto, tocca argomenti molto diversi tra loro tra fisica, teologia e letteratura con una facile intellegibilità in superficie, ma anche con un piano più profondo, complesso e articolato di pensiero. Il pubblico reggiano apprezza molto e tributa prolungati applausi al musicista romano e a Paolo Aralla.

Si torna da questa trasferta emiliana con molte domande e la sensazione che forse rivedendo questo spettacolo-concerto si possa avere anche il privilegio di trovarvi qualche risposta.

Luca Di Giulio
(30 ottobre 2021)

La locandina

Violoncello Michele Marco
Elettronica Paolo Aralla
Voce registrata Andrea Camilleri
Programma:
Musiche commissionate a Vittorio Montalti, Pasquale Corrado, Noriko Baba, Matteo Franceschini
e di Paolo Aralla, Hildegard von Bingen, Marin Marais, Fabrizio De André

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