Roma: Acrimante di Melani, il primo empio Don Giovanni al Reate Festival

Il mito di Don Giovanni sicuramente è stato esaltato, reso celebre e popolare dall’opera di Mozart, ma la storia del Burlador inizia molto prima. Un personaggio che esprime accenti comici ma allo stesso tempo misteriosi e sovrannaturali; comunica il riso però anche il dramma e il delitto “Il y a le diable et l’amour…” scriveva Stendhal. Per la prima volta Don Giovanni Tenorio prese corpo grazie a Tirso de Molina, nel 1625 scrisse El Burlador de Sevilla y convidado de piedra espressione del Siglo de Oro; naturalmente Molière consolidò la fama con la sua commedia tragica in cinque atti rappresentata per la prima volta a Parigi al Palais-Royal il 15 febbraio 1665.

Però il primo a mettere in musica le avventure del nobile dissoluto fu Alessandro Melani: il 17 febbraio 1669 fu rappresentata al palazzo Colonna in Borgo a Roma L’Empio punito Dramma per musica in tre atti con libretto di Giovanni Filippo Apolloni su testo di Filippo Acciaiuoli.

Alessandro Melani apparteneva ad una numerosa famiglia di musicisti di Pistoia; nato nel 1639 a nove anni si recò a Parigi presso il cardinal Mazzarino con suo fratello il sopranista Atto e vi rimase due anni. Fu Maestro di Cappella nella sua città, poi a Roma a Santa Maria Maggiore e a San Luigi dei Francesi quando il cardinale Rospigliosi divenne Papa Clemente IX, suo concittadino e protettore.

Il venerdì andai a sentire il castratissimo Convitato di pietra, il quale per il caldo della stanza e per il tedio della solennissima coglioneria, m’alterò in maniera la testa e mi accese così fortemente la bile che sono stato forzato a starmene in casa due giorni, per digerirmi la rabia… “ così aveva scritto il 2 marzo di quell’anno Salvator Rosa, pittore e poeta. Ma non fu il solo ad annoiarsi anche Cristina di Svezia, la regina che aveva abdicato e si era convertita al cattolicesimo, ormai di casa a Roma era presente alla prima e pare patisse molto la lunghezza dell’opera.

Nel libretto di Apolloni i personaggi sono gli stessi ma Don Giovanni ha nome Acrimante, Donna Elvira diventa Atamira, Leporello Bibi mentre Donn’Anna ha nome Ipomene è sorella del re Atrace e amante di Cloridoro ruolo en travesti il soprano Carlotta Colombo, l’ajo della donna concupita da Acrimante si chiama Tidemo e sarà lui ad essere ucciso dal nobile dissoluto.

Arie, duetti e recitativi molto eloquenti e significativi.

La scena dalla Spagna è trasferita in Grecia, nella Macedonia tra i boschi che circondano la città di Pella.

Per una strana coincidenza in queste settimane a Roma il caso ha voluto che fosse possibile confrontare le due diverse versioni del mitico seduttore: mentre al Teatro dell’Opera si rappresentava Don Giovanni di Mozart/DaPonte nel piccolo e ritrovato Teatro di Villa Torlonia era in scena in prima ripresa romana in epoca moderna de L’empio punito di Alessandro Melani su libretto di Giovanni Filippo Apolloni. L’opera ha inaugurato il Reate Festival, a Roma per cinque recite, poi una replica al teatro Flavio Vespasiano di Rieti sede del festival giunto all’XI edizione, nato per volontà di Bruno Cagli. Una serie di incontri a Roma a Palazzo Altemps e all’università La Sapienza ha permesso al pubblico di avvicinarsi a questo titolo dimenticato.

A distanza di pochi giorni al Teatro Verdi di Pisa e poi per una sola recita a Pistoia una nuova edizione dell’opera di Melani/Apolloni con protagonista il controtenore Raffaele Pe come da partitura originale con l’Orchestra Auser Musici diretta da Carlo Ipata nella compagnia di canto fra gli altri Raffaella Milanesi e Roberta Invernizzi e i giovani dell’Accademia Barocca, la regia di Jacopo Spirei. Al Reate Festival invece si è scelto di far cantare la parte del protagonista ad un baritono, Mauro Borgioni. Il manoscritto dell’opera è conservato alla Biblioteca Vaticana, non esiste un’edizione a stampa e tanto meno un’edizione critica: il musicologo Luca Della Libera sta lavorando per metterne appunto una.

Nel piccolo teatro situato nel parco di Villa Torlonia la scena è tutta nera, con elementi mobili su diversi livelli e differenti altezze; piccoli sipari semitrasparenti si spostano per scoprire o nascondere i momenti ora comici ora drammatici. Come una giostra della vita che trasporta i protagonisti, così come esige il teatro barocco. I costumi non hanno riferimenti ad epoche precise e sono realizzati con grande libertà. Regia molto vivace con una particolare attenzione agli interpreti. Una compagnia di canto appropriata composta perlopiù da artisti giovani, molto bene tutti i protagonisti principali che sono stati giustamente applauditi: Alessandro Ravasio, Michela Guerrera, Carlotta Colombo, Sabrina Cortese, Mauro Borgioni, Giacomo Nanni, Riccardo Pisani nei ruoli principali. Alessio Tosi nel ruolo buffo en travesti di Delfa, nutrice di Ipomene, ha riscosso un personale caloroso successo. Il Reate Festival Baroque Ensemble era diretto da Alessandro Quarta; la regia di Cesare Scarton, le scene di Michele Della Cioppa, i costumi di Anna Biagiotti e le luci di Andrea Tocchio.

Il Reate Festival continua fino al 17 novembre a Rieti con spettacoli di genere diverso e grande attenzione agli studenti delle scuole della zona, fra gli altri una Turandot in collaborazione con l’Associazione Europa InCanto.

Annarita Caroli
(3 ottobre 2019)

La locandina

Direttore Alessandro Quarta
Regia Cesare Scarton
Scene Michele Della Cioppa
Costumi Anna Biagiotti
Luci Andrea Tocchio
Personaggi e interpreti:
Atrace Alessandro Ravasio
Ipomene Michela Guarrera
Cloridoro Carlotta Colombo
Atamira Sabrina Cortese
Acrimante Mauro Borgioni
Bibi Giacomo Nanni
Delfa Alessio Tosi
Tidemo Riccardo Pisani
Corimbo Luca Cervoni
Proserpina Maria Elena Pepi
Demonio Guglielmo Buonsanti
Due Pastorelle Maria Elena Pepi, Luca Cervoni
Coro di Marinai, Stallieri, Diavoli, Guardie Luca Cervoni, Riccardo Pisani, Guglielmo Buonsanti
Reate Festival Baroque Ensemble

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