Roma: Dalia Stasevska tra poemi sinfonici e canti goliardiciTitolo
Seconda serata delle consuete tre in programma per i concerti sinfonici della stagione dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. L’impaginato musicale vede coinvolti oltre all’Orchestra anche il Coro, il Coro delle Voci Bianche, il soprano Giuliana Gianfaldoni, il baritono Mattia Olivieri e il tenore, solista del coro, Marco Santarelli.
Sui leggii musiche di Jean Sibelius e Carl Orff: due estratti dalle Leggende di Lemmikäinen (Il cigno di Tuonela e Il ritorno di Lemmikäinen), il poema sinfonico Finlandia nella insolita versione per coro e orchestra e nella seconda parte i Carmina Burana di Orff. Sul podio la direttrice finlandese di origini ucraine Dalia Stasevska a coordinare le numerose masse artistiche coinvolte insieme al direttore del coro Andrea Secchi ed alla direttrice del coro delle voci bianche Claudia Morelli.
Piacevole trovare ogni tanto un po’ di musica di Jean Sibelius nelle stagioni sinfoniche italiane che sono le uniche a proporre qualcosa del grande compositore finlandese lasciandoci purtroppo nella totale ignoranza, per esempio, del meraviglioso repertorio vocale e cameristico. Dalla suite op.22 Le leggende di Lemmikäinen la direttrice finlandese propone due soli brani: il celebre “Il cigno di Tuonela” e “Il ritorno di Lemminkäinen” rispettivamente la terza e l’ultima pagina della suite. Si tratta di una delle composizioni sinfoniche giovanili di Sibelius che prende spunto dalla Kalevala, un poema epico, di cui Lemmikäinen è un personaggio. Tuonela è l’inferno nella mitologia finnica, circondato da acque nere e agitate. Su queste acque nuota e canta con la voce del corno inglese, il cigno. Questo canto è incantatore ed induce chi lo ascolta a desiderare la morte. Il ritorno di Lemminkäinen invece ne illustra il rientro a casa in un’epica cavalcata con una pagina vertiginosa. Il magnifico solo del corno inglese del cigno è affidato a Maria Irsara che ben asseconda la scorrevolezza dei tempi scelti dalla direttrice finlandese.
La Stasevska forse non brilla per coinvolgimento e pathos, ma non lesina certamente in energia e vigore. La pagina conclusiva di Lemmikäinen è sicuramente qualcosa di travolgente e strappa un applauso convinto del pubblico nonostante fosse quasi per tutti sicuramente il primo ascolto. Prima dell’intervallo l’insolita versione per coro e orchestra del noto poema sinfonico Finlandia sempre di Sibelius. Si tratta sicuramente di una delle sue pagine più note insieme al Concerto per violino e alla Seconda Sinfonia. Di fatto un secondo inno nazionale per il paese che all’epoca della sua composizione stava lottando contro misure repressive delle libertà elementari da parte dello zar Nicola II. Finlandia con il suo testo speranzoso e contro l’oppressione è la risposta di Sibelius che lo porterà ad essere considerato addirittura eroe nazionale. Difficile rimanere impassibili davanti a tanta solennità, alla nobiltà del corale che prende spazio in un ambiente inizialmente burrascoso per affermarsi positivo e luminoso nel finale. La direzione della Stasevska anche qui è serrata nei tempi e nei modi e per questo non molto coinvolgente: indulgere un po’ più sul corale non avrebbe guastato avendo a disposizione un’ottima formazione corale come quella dell’Accademia di Santa Cecilia.
Composti nel 1936, i Carmina Burana erano considerati dallo stesso Orff punto di svolta nella sua produzione tanto da fargli scrivere all’editore che con la pubblicazione dei Carmina avrebbe potuto tranquillamente distruggere tutto ciò che aveva pubblicato in precedenza. Tutto nacque dall’incontro casuale in una libreria dell’usato con il Codex Buranus: il contenuto poetico lussurioso, erotico e goliardico di questi testi medievali lo incuriosirono e lo ispirarono. Ne uscì una cantata scenica in tre parti per coro, coro di voci bianche, soli e orchestra: Primo Vere (in primavera), In Taberna (in taverna) e Cour d’Amours (la Corte dell’Amore).
La magniloquente cantata del compositore bavarese, spesso caricata di ulteriore retorica e grandiosità, risulta un po’ ripulita e alleggerita, sicuramente più fruibile e godibile nelle mani di Dalia Stasevska che ne presenta una lettura scorrevole nei tempi, energica e brillante e senza indugi retorici.
Magnifiche le prove di Mattia Olivieri e di Giuliana Gianfaldoni alla prese con delle parti solistiche assai difficili, con tessiture estreme negli acuti. Due voci che sono bene emerse dalle masse sonore di orchestra e cori: ottima la tenuta di Olivieri nella sua lunga successione di numeri e purissimi gli acuti e i sovracuti celestiali della Gianfaldoni. Da non dimenticare la prova del tenore del Coro Marco Santarelli, cui è stata affidata l’aria del Cigno, capace di una prova divertente e caratterizzata da solidità vocale.
Ineccepibili orchestra e i due cori, ringraziati numerose volte e con trasporto dalla direttrice finlandese. Generosi gli applausi per solisti, cori e orchestra dal parte del pubblico molto soddisfatto per questo riuscitissimo programma decembrino.
Luca Di Giulio
(13 dicembra 2024)
La locandina
Direttrice | Dalia Stasevska |
Soprano | Giuliana Gianfaldoni |
Baritono | Mattia Olivieri |
Tenore | Marco Santarelli |
Programma: | |
Jean Sibelius | |
Le leggende di Lemminkäinen | |
Il cigno di Tuonela | |
Il ritorno di Lemminkäinen | |
Finlandia | |
Carl Orff | |
Carmina Burana | |
Orchestra, Coro e Voci Bianche dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia | |
Maestro del coro | Andrea Secchi |
Maestra del coro di voci bianche | Claudia Morelli |
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