Rovereto: eco medievali e suggestioni neoclassiche

Partea passo di danza – dopo il prologo OFF delle scorse settimane – l’edizione 2024 del Festival Settenovecento – Incontri musicali a Rovereto e lo fa a cominciare dal titolo che, come d’abitudine, costituisce il Leitmotiv sul quale si incardina la programmazione e che quest’anno recita “Ad Artes” e propone un percorso di avvicinamento ed interazione tra musica e altre forme espressive, prima tra le quali danza, il tutto a cercare intriganti punti di contatto tra “idea” e “poesia”.

Di tutto questo è stata rappresentazione ideale il concerto inaugurale proposto ieri sera al Teatro Zandonai – che festeggia quest’anno il centenario della sua inaugurazione insieme all’ottantesimo dalla morte del dedicatario – nel quale si confrontavano due idee complementari del Neoclassicismo in musica nella prima metà del Novecento permettendo di cogliere differenze estetiche e punti di contatto concettuali.

Nella prima parte Beomseok Yi, bacchetta capace di unire solidità tecnica e visione della pagina coniugandole in un gesto essenziale ed al contempo di efficace comunicativa, guidava i meravigliosi ragazzi che compongono l’Orchestra Filarmonica Settenovecento – la realtà più affascinante del festival – nell’esecuzione di tre brevi pezzi orchestrali del genius loci Riccardo Zandonai, attingendo alla sua produzione per piccolo organico, risultati particolarmente adatti a comprendere la dimensione più intima del compositore.

La Sinfonietta Settecentesca ad una prima e superficiale impressione potrebbe sembrare un mero esercizio di stile, rivelandosi invece nel corso dell’ascolto un sapiente rincorrersi di sottigliezze contrappuntistiche e di suggestioni melodiche mai banali, rese qui all’ascolto con la giusta leggerezza.

La Serenata Medievale che segue rimanda al gusto dei compositori italiani del primo Novecento per la riscoperta della musica antica, Respighi docet, col violoncello – nell’occasione quello corposo e meditato di Stefano Guarino – a “cantare” la melanconia di un tempo passato e vagheggiato, il tutto in un dialogo con l’orchestra tutto abbandoni lirici.

Di altro peso è Spleen, composizione tarda di uno Zandonai che ha abbandonato il teatro per cercare percorsi più raccolti sia nella musica strumentale che nella scrittura per la voce.

Il violoncello di Guarino, in sintonia ideale con Yi e l’orchestra, appare come testimone di un disincantato sfogo tutto giocato su ampie arcate melodiche e atmosfere nebbiose.

Dopo l’intervallo è il Neoclassicismo di Stravinskij a farla da protagonista che con Apollon Musagète offre un omaggio alla danza tra i più densi mai concepiti.

Guarino regala come bis l’Intermezzo e Danza finale di Gaspar Cassadó, in cui dà sfoggio di ulteriore virtuosismo.

Composto nel 1927-1928 su commissione della Fondazione Elizabeth Sprague Coolidge per essere rappresentato alla Library of Congress di Washington Apollon Musagéte  – lontano anni luce dalle sperimentazioni del Sacre du Printemps – vide la sua consacrazione nella ripresa parigina che seguì di pochi mesi la prima statunitense grazie alla nuova coreografia affidata ad un giovanissimo e pressoché debuttante Georges Balanchine e con Serge Lifar come Apollo, il tutto messo in scena dai Ballets Russes ormai al loro canto del cigno.

Qui, nel pieno spirito della contaminazione tra arti difeerenti, è risultato determinante l’apporto delle cinque danzatrici del gruppo Artea, che si muovono su una coreografia più vicina  alla visione di Isadora Duncan e dunque libera di far fluire il movimento in una dimensione di corporeità essenziale e capace di andare all’essenza stessa del gesto.

Dal canto suo il direttore opta per una lettura di nitidezza cristallina, assecondato con passione dall’orchestra, giocata su contrasti ritmici delicatamente pennellati.

Al termine successo pieno e meritato per tutti.

Alessandro Cammarano
(18 settembre 2024)

La locandina

Direttore Beomseok Yi
Violoncello Stefano Guarino
Danza e coreografia  Artea
Orchestra Filarmonica Settenovecento
Programma:
Riccardo Zandonai
Sinfonietta settecentesca
Serenata medioevale
Spleen
Igor Stravinskij
Apollon musagète

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