Rovereto: il Futurismo di Depero, tra danza e musica

Certamente a Fortunato Depero sarebbe piaciuta questa rielaborazione tra digitale ed elettronica incentrata sull’interazione tra robot ed elettronica e azione coreografica del suo storico spettacolo Balli plastici, azione coreografica da lui creata nel 1918 secondo i dettami dell’estetica Futurista, proposta a Rovereto dalla compagnia di danza Abbondanza /Bertoni (compagnia stabile nel panorama culturale trentino). Infatti in questo 2018 un ‘altro centenario si ricorda, che riguarda un evento culturale: la prima esecuzione dei Balli Plastici creati dalla collaborazione tra il futurista trentino Fortunato Depero e il poeta svizzero Gilbert Clavel, che vide la partecipazione artistica di alcuni dei maggiori musicisti dell’epoca, come Alfredo Casella, Gerald Tyrwhitt, Francesco Malipiero, e anche Bela Bartók, che firmò con lo pseudonimo di Chemenov. Marionette giganti di Vittorio Podrecca che si muovevano in un ambito di creatività futurista fatta di macchine e di automi. Del resto gli automi da quel momento diventano una cifra stilistica di Depero anche per grafica e pubblicità «… Per ottenere un maggior senso geometrico e di libertà proporzionale nei costumi, nei personaggi e nei rapporti fra scena e figura, bisognerebbe dimenticare addirittura l’elemento uomo e sostituirlo con l’automa inventato; cioè con la nuova marionetta libera nelle proporzioni, di uno stile inventivo e fantasioso, atta ad offrire un godimento mimico paradossale e a sorpresa…».(F. Depero)

Un’ intervista immaginaria con Nao (Depero stesso) rielaborato in elettronica e in forma di robot, ci permette di conoscere in forma assai divertente la storia creativa dei Balli plastici avvenuta a Roma nell’aprile del 1918. Lo spettacolo inizia con l’entrata in scena di Tanao (robot umanoide progetto del “Tambosi Robotics Team” I.T.E. Tambosi di Trento) goffo come dovevano essere i movimenti delle marionette di Podrecca di allora. Il rapporto tra il nuovo e il vecchio viene realizzato dall’alternanza di sequenze digitali su azioni coreografiche interattive realizzate dalla Sezione Multimedia e comunicazione della scuola internazionale di Studi avanzati di Trieste di Paolo Atzori. La presenza dell’Orchestra Filarmonica Settenovecento guidata da Giancarlo Guarino ha rapportato il tutto ai suoni di quel Novecento che nell’Italia di 100 anni fa costituiva l’avanguardia musicale nell’Europa di allora con le musiche di Casella, Malipiero, Bartok stesso. Il progetto del resto si inseriva in una manifestazione più organica promossa dal festival Settenovecento dedicato a “Musica tra guerra e pace” ancora in corso a Rovereto. Del resto il mito della guerra, quale “sola igiene del mondo” era lo slogan conclamato l’estetica ed etica del Futurismo. Auditorium Melotti presso il Museo Mart di Rovereto esaurito a conferma che esiste una ricettività delle culture d’avanguardia se queste si presentano in un progetto complessivo tra parte visiva e sonora: pubblico ampiamente sotto i 40 anni di età e successo generale per il progetto nato dalla consulenza artistica di Daniele Spini, direttore artistico dell’orchestra Haydn e grande esperto delle avanguardie musicali.

Federica Fanizza

La locandina

Incursioni della Compagnia Abbondanza/Bertoni nello storico spettacolo di Fortunato Depero
Musiche di A. Casella, G. H. TyrwhittWilson Berners, G. F. Malipiero, B. Bartók
Progetto, regia e coreografia Michele Abbondanza e Antonella Bertoni
Progetto e scenografie digitali Paolo Atzori
Luci Andrea Gentili
costumi Chiara Defant
hair and make up Lucia Santorsola
Orchestra Filarmonica Settenovecento
Direttore Giancarlo Guarino
Produzione Compagnia Abbondanza/Bertoni, Associazione Filarmonica di Rovereto, Settenovecento
Con Marco Bissoli, Maria Vittoria Bortolotti, Valentina Dal Mas, Giovanni Leonarduzzi, Tommaso Monza, Ania Tonelli, Alissa Shiraishi e la PICCOLA Compagnia Abbondanza/Bertoni: Naima Fiumara, Emily Manica, Giacomo Manica, Anna Manzana, Agata Pavani

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