Tosca in una Roma a chiaroscuro

La stagione Lirica 2017/2018 al Teatro Sociale di Rovigo continua con il secondo titolo in cartellone, Tosca di Giacomo Puccini.

Regia scene e costumi sono affidate a Artemio Cabassi che sceglie di ambientare la narrazione in epoca coeva alle indicazioni librettistiche: 14 giugno 1800, giorno della battaglia di Marengo tra le truppe del console Napoleone e l’esercito austriaco comandato dal generale Melas. L’attenzione è focalizzata sui personaggi a partire dai loro costumi, principali fonti cromatiche della rappresentazione. Tre paia di squadrate colonne granitiche disposte su tre ordini incorniciano i lati della scena. Sullo sfondo tre differenti proiezioni fisse, una per ogni atto del dramma, rimandano più o meno direttamente ad ambientazioni dal sapore romano.

Il primo atto si apre tra le volte della basilica di Sant’Andrea e l’azione si svolge perlopiù sul proscenio per lasciare spazio al “Te Deum” che finirà per svolgersi in secondo piano sullo sfondo. Discutibile la movimentazione delle masse che finisce per confondersi ad una festa paesana più che a una cerimonia di ringraziamento, con bambini festanti in abiti cardinalizi che ruotano in cerchio. Pochi ma ricchi arredi riempiono gli appartamenti di Scarpia nel secondo atto. Sullo sfondo in bianco e nero i soffitti di Palazzo Farnese fungono da gigantesco arazzo, in contrapposizione ad un opulento drappo vermiglio che scende dal soffitto fino alle spalle del tavolo a cui il Barone consuma la su cena. Un alba livida da Castel Sant’Angelo è l’ultimo fondale scelto per la conclusione tragica della vicenda. Merlature, cannoni e una statua angelica con in braccio una figura femminile adornano la terrazza. Il tutto risulterebbe maggiormente credibile se il colonnato, ormai divenuto opprimente ingombro, non spezzasse l’idillio dell’en plein air.

Le luci di Marco Ogliosi sottolineano con troppo interesse il messaggio drammaturgico a discapito dei cantanti, finendo per lasciarli in più occasioni a muoversi per lo più nell’ombra.

La staticità pervade la scena, con cantanti che nel migliore dei casi si limitano a lenti passi tra scena e quinte con monologhi e duetti alla ribalta. Troppi lati oscuri in un allestimento che non ci sentiamo di promuovere se non con una risicata sufficienza.

La direzione di Simon Krečič guida la buona esecuzione dell’Orchestra Sinfonica delle terre verdiane su di un sentiero caratterizzato da un ritmo incalzante e a tratti spigoloso, avulso al respiro drammatico necessario in alcune scene per essere apprezzate in pieno. Ottima la continua attenzione del direttore al palco a legare musica e vocalità in un unicum coerente.

Buona la prova dei due cori impegnati nella rappresentazione: il Coro Lirico Veneto diretto da Flavia Bernardi, e il Coro di voci bianche Leopold Mozart di Rovigo diretto da Francesco Toso.

Lilla Lee chiamata a sostituzione di Gabrielle Mouhlen in seguito a un’indisposizione, veste i panni di Floria Tosca. La sua linea di canto è solida e, anche se presenta qualche imperfezione nel fraseggio e nella dizione, risulta convincente in atteggiamenti e azioni.

Il Cavaradossi di Christian Ricci rimanda vocalmente più alle opere rossiniane che pucciniane. Pur non brillando per generosità di emissione, risulta credibile nel suo ruolo di fiero bonapartista.

Non altrettanto abile nella caratterizzazione del suo personaggio, lo Scarpia di Mauro Bonfanti risulta fin troppo sopra le righe finendo per pregiudicare anche la sua esecuzione vocale. L’emissione incostante e forzata a sottolineare con maggiore incisività alcuni passaggi, finisce per restituire al pubblico un barone da fumetto.

A risollevare il secondo atto lo Spoletta di Blagoj Nacoski; tenore dalla voce sicura e dal portamento elegante in scena, impreziosisce la scena con il suo timbro morbido e la padronanza di tecnica.

Completano il cast il sagrestano ai limiti del macchiettistico di Angelo Nardinocchi, il preciso Sciarrone di Claudio Mannino, il corretto carceriere di Francesco Toso e il fin troppo agitato Angelotti di Italo Proferisce.

Il pubblico partecipe applaude con trasporto l’uscita della protagonista femminile e più compostamente quella della sua controparte maschile, riservando qualche remora per il Bonfanti. Generosi gli applausi di commiato con il cast al completo. Tiepido successo.

Matteo Pozzato

(15 dicembre 2017)

La locandina

Regia, scene e costumi Artemio Cabassi
Luci Marco Ogliosi
Tosca Lilla Lee
Cavaradossi Christian Ricci
Scarpia Mauro Bonfanti
Sagrestano Angelo Nardinocchi
Angelotti Italo Proferisce
Sciarrone Claudio Mannino
Spoletta Blagoj Nacoski
Carceriere Francesco Toso
Direttore Simon Krečič
Orchestra Sinfonica delle terre verdiane
Coro Lirico Veneto
Maestro del coro Flavia Bernardi
Coro di voci bianche Leopold Mozart di Rovigo
Maestro del coro Francesco Toso

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