Salisburgo: Elektra fra sangue e acqua

“Schweigen und tanzen” – Tacere e danzare – sono le ultime parole di Elektra vendicatrice e vendicata, ma questa volta la danza è affidata a mosche avide che ripuliscono il sangue versato e dalle quali nasce uno sciame che costringe alla fuga Orest incapace di portare a compimento il destino cui era stato chiamato.
Ci ha pensato Chrysotemis, la sorella “convenzionale”, quella in apparenza meno adatta, ad uccidere Clytämnetra, Ägyst e le serve infedeli nell’inevitabile ecatombe a purificazione della morte violenta di Agamemnon, il tutto in una visione al femminile della tragedia di Hofmannstahl – assai più freudiana che sofoclea, ma come avrebbe potuto essere altrimenti? – che Krzysztof Warlikowski pone come elemento fondante del suo allestimento dell’atto unico di Richard Strauss.

Elektra di Hofmannstahl-Strauss diviene dunque un dramma borghese in cui la parte oscura viene celata in un parallelepipedo rosso sangue conchiuso in se stesso e mostrate attraverso video – di Kamil Polak – sulle pareti scabre delle Felsenreitschule.

L’elemento purificatore, quell’acqua cui tutti agognano ma che pochi monda, è dato da una vasca lunga e stretta e alcune docce arrugginite. Così Małgorzata Szczęśniak – autrice anche dei costumi – campisce uno spazio scenico tutto orizzontale in cui si muovono i protagonisti in abiti anni Cinquanta.

Una visione registica all’insegna della psicoanalisi quella di Warlikowski, che legge il lungo monologo della regina adultera e omicida – preceduto all’inizio dello spettacolo da un testo recitato in cui Klytämnestra spiega le ragioni del suo gesto con un “qualcuno doveva pur farlo”, a sottolineare che neppure Agamemnon è privo di colpe – come una seduta di analisi durante la quale la “paziente” si spoglia dei gioielli di cui si fa scudo per indossarli di nuovo alla fine.

Orest mostra tutta la sua immaturità – evidenziata anche dal maglione Fairisle che indossa  – insieme ad un’intrinseca inadeguatezza ben nota al Precettore che infatti gli rende il suo giocattolo favorito e preferito all’ascia serbata per lui da Elektra.

Elektra manifesta tratti compulsivi a cui si alternano momenti di irrisione del mondo che la circonda, il tutto senza mai perdere il bandolo della matassa tenuto strettamente in pugno.

Il gioco registico funziona benissimo, il messaggio arriva chiaro, i caratteri sono splendidamente definiti – meravigliose le serve infedeli che come la regina fumano tentando di imitarne le movenze – i rapporti di forza e di debolezza chiaramente rappresentati.

Franz Welser-Möst, direttore solitamente non tra i più incisivi, offre qui una prova maiuscola rileggendo – grazie anche ai taumaturgici Wiener Philharmoniker – il capolavoro straussiano in chiave di intima introspezione, il tutto attraverso intrecci dinamici tanto inaspettati quanto rivelatori e una tavolozza di colori infiniti.

Nel ruolo-titolo Ausrine Stundyte – che per inciso non è lo Heldensopran cui si è abituati – risulta sempre credibile grazie anche ad una recitazione partecipe e insieme mai sopra le righe. Qualche acuto risultava un po’ sparato? Sì, e allora?

Per Asmik Grigorian andrebbe istituito un culto a parte e un giorno dell’anno per festeggiarlo. La sua Chrysothemis brilla di luce propria, oscillando tra fragilità e impeti improvvisi, poggiando il tutto su un canto di meravigliosa luminosità.

Tanja Ariane Baumgartner, gran voce, è Klytämnestra ferina e tormentata e Christopher Maltman è Orest da incorniciare per canto e presenza scenica.

Nei ruoli di contorno spiccano Evgenia Asanova – die Vertraute – e Peter Kellner come Precettore di Orest.

Davvero bravi tutti gli altri, così come dà ottima prova nel suo breve intervento la Konzertvereinigung Wiener Staatsopernchor diretta da Huw Rhys.

Dieci minuti di applausi – la Felsenretschule, come gli altri teatri austriaci, lavora a capienza totale – hanno posto il sigillo su una serata di grande teatro in musica.

Alessandro Cammarano
(18 agosto 2021)

La locandina

Direttore Franz Welser-Möst
Regia Krzysztof Warlikowski
Scene e costumi Małgorzata Szczęśniak
Luci Felice Ross
Video Kamil Polak
Coreografia Claude Bardouil
Drammaturgia Christian Longchamp
Personaggi e interpreti:
Klytämnestra Tanja Ariane Baumgartner
Elektra Ausrine Stundyte
Chrysothemis Asmik Grigorian
Ägisth Michael Laurenz
Orest Christopher Maltman
Der Pfleger des Orest Peter Kellner
Die Schleppträgerin Verity Wingate
Die Vertraute Evgenia Asanova
Ein junger Diener Matthäus Schmidlechner
Ein alter Diener Jens Larsen
Die Aufseherin Sinéad Campbell-Wallace
Erste Magd Monika Bohinec
Zweite Magd Noa Beinart
Dritte Magd Deniz Uzun
Vierte Magd Regine Hangler
Fünfte Magd Christina Gansch
Wiener Philharmoniker
Konzertvereinigung Wiener Staatsopernchor 
Maestro del coro Huw Rhys

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