Salisburgo: il Barocco? Facciamolo strano

«È del poeta il fin la meraviglia»: nel verso mariniano è contenuta l’essenza stessa del Barocco e tuttavia esso va giustamente interpretato e contestualizzato, a far principio del significato stesso di “meraviglia”.

Meravigliare non vuol dire “facciamolo strano”, come purtroppo invece accade sempre più spesso in riletture che di storicamente informato hanno sì e no un accenno del programma di sala, e talvolta neppure quello.

L’ensemble Arcangelo, diretto da Jonathan Cohen, risparmia all’uditorio– anche perché in quest’occasione l’organico è due violini, un violoncello, una tiorba, più cembalo e organo a cassapanca – improvvidi tamburelli e nacchere inopportune optando per un suono di grande pulizia ed un’esecuzione comunque fresca.

La parte strumentale del concerto, dedicata alle Sonate a tre di Antonio Caldara – composte nei primi anni veneziani del musicista –, delle quali viene presentata una significativa selezione, con l’inserto della Sonata a tre Sol minore op. 2 No. 5 HWV 390 di Händel, convince pienamente grazie all’intelligenza di un’esecuzione ragionatissima oltre che improntata ad un’essenzialità ammirevole.

Tutto cambia quando sul palcoscenico della Haus für Mozart sale il mezzosoprano statunitense Kate Lindsey – già Nicklausse nei non propriamente felici Contes d’Hoffmann visti e ascoltati qualche sera prima (qui la recensione) – che invece fa tutto quello che di estemporaneo prevede un certo Barocco attualmente in voga.

Il Leitmotiv del concerto, intitolato Tiranno, è Nerone e con lui due delle donne della sua vita, Agrippina e Ottavia e di per sé sarebbe intrigante; purtroppo, però il diavolo si nasconde nei dettagli è ciò che sulla carta appariva di sicuro interesse si è invece svelato all’ascolto in tutta la sua fastidiosa fragilità.

La Lindsey, voce discreta ma linea di canto frastagliata e dizione incomprensibile, sceglie di percorrere la via di un overacting – è bene specificare nuovamente che si trattava di un concerto – al quale, coerentemente, unisce un canto attaccato alle tende, risultando quasi sempre molto sopra le righe.

Se la cantata di Alessandro Scarlatti Il Nerone aveva fatto ben sperare, le illusioni sono andate infrante con l’haendeliana “Col saggio tuo consiglio” – dall’Agrippina –, nella quale Nerone sembra un bambino grullo tutto vocette e gridolini.

Non va meglio con il sublime, dolentissimo “Addio Roma” dall’Incoronazione di Poppea: qui Lindsey mostra di confondere il recitar cantando con l’agitar berciando, facendo sussultare in sol colpo le ossa di Monteverdi e Busenello.

Nel tornare all’Agrippina di Händel “Qual piacere a un cor pietoso” rientra nei canoni della decenza, ma nella conclusiva Agrippina condotta a morire si ripiomba nel cliché ipercinetico di una diva del muto che però, ahinoi, canta; e dunque via di nuovo ad un profluvio di mossette, ammiccamenti, gestualità fuor di luogo.

Alla fine, un pubblico letteralmente mesmerizzato tributa alla Lindsey e ad Arcangelo un successo travolgente, con tanto di “battipiedi” e fischi all’americana.

Il Barocco resta altro, però.

Alessandro Cammarano
(18 agosto 2024)

La locandina

Mezzosoprano Kate Lindsey
Direttore, organo e clavicembalo Jonathan Cohen
Arcangelo
Programma:
Antonio Caldara
da Suonate a tre, opera prima: due violini con violoncello, e parte per l’organo op. 1
Sonata a tre in Re minore No. 12
Alessandro Scarlatti
Il Nerone (‘Io son Neron l’imperator del mondo’) — Cantata a voce sola No. 42
Georg Friedrich Händel
Sonata a tre in Sol minore op. 2 No. 5 HWV 390
Nerone’s aria ‘Col saggio tuo consiglio‘ from Agrippina HWV 6
Claudio Monteverdi
Ottavia’s aria ‘Addio Roma, addio patria‘ from L’incoronazione di Poppea
Antonio Caldara
da Suonate a tre, opera prima: due violini con violoncello, e parte per l’organo op. 1
Sonata a tre in Fa minore No. 10
Georg Friedrich Händel
Nerone’s aria ‘Qual piacer a un cor pietoso‘ from Agrippina HWV 6
Antonio Caldara
da Suonate a tre, opera prima: due violini con violoncello, e parte per l’organo op. 1
Sonata a tre in Do minor No. 6
Georg Friedrich Händel
Agrippina condotta a morire (‘Dunque sarà pur vero‘) — Cantata HWV 110

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