Salisburgo: il fascino del Magnifico Torso
Appartiene pienamente alla categoria dei “Magnifici Torsi” la Messa in Do minore KV 427 di Mozart, che resta anche uno dei misteri più grandi nel percorso compositivo del Salisburghese.
Che cosa spinga un artista a non completare un lavoro iniziato – il discorso non riguarda solo la musica; basti pensare ai Prigioni michelangioleschi – attiene a molteplici aspetti, alcuni anche, per così dire, prosaici.
Mozart aveva manifestato l’intenzione di comporre una grande messa a celebrazione delle sue nozze con Konstanze, celebrate il 4 agosto 1782 ma anche per celebrare la guarigione del suo primo figlio Raimund Leopold il 17 giugno 1783 – il bimbo morirà due mesi più tardi – ma tutto si ferma e una versione tutt’altro che completa viene eseguita, e sarà l’unica volta, il 26 ottobre 1783 nella Chiesa di Sankt Peter a Salisburgo, alla presenza del padre Leopold alla quale era stata offerta come ramoscello d’ulivo a placare la sua opposizione alle nozze con la signorina Weber e largamente incompleta tanto che si usarono pezzi di sue messe precedenti.
Non vi tornò più sopra, anche perché impegni più redditizi di una messa lo attendevano a Vienna e il Credo rimase largamente incompleto mentre l’Agnus Dei non fu neppure composto.
Nel 2005 Robert Levin ha curato un completamento radicale della partitura. partendo da un’aria che Mozart aveva composto per la cantata Davide penitente K 469 nella quale per altro era stato usato molto materiale della Messa incompiuta.
L’edizione Levin è quella scelta da Gianluca Capuano per l’esecuzione della KV 427 al Festiva di Pentecoste, ma con l’introduzione di due significative varianti.
Capuano utilizza infatti l’incipit del Davide Penitente sia nel Kyrie che nell’Agnus. Dei, creando una circolarità affabulante, con il Dona nobis che in pianissimo si spegne lasciando spazio in un silenzio mistico.
La sua lettura, assecondata con fervore dai Musiciens du Prince – Monaco, è intima, raccolta in una meditazione rattenuta e capace, tuttavia, di aprirsi a lampi descrittivi di grande suggestione.
I due cori – Il Canto di Orfeo diretto da Jacopo Facchini e il Bachchor Salzburg preparato da Michael Schneider – sono protagonisti di una prova di straordinaria potenza drammatica oltre di perfetta fusione.
Corretto il quartetto dei solisti: i soprani Regula Mühlemann e Juliette Mey, il tenore Jan Petryka e il basso Yasushi Hirano.
Grande successo, punteggiato anche da qualche applauso qua e là al termine ciascuna sezione.
Alessandro Cammarano
(19 maggio 2024)
La locandina
Direttore | Gianluca Capuano |
Soprano | Regula Mühlemann |
Soprano | Juliette Mey |
Tenore | Jan Petryka |
Basso | Yasushi Hirano |
Les Musiciens du Prince — Monaco | |
Il Canto di Orfeo | |
Maestro del coro | Jacopo Facchini |
Bachchor Salzburg | |
Maestro del coro | Michael Schneider |
Programma: | |
Wolfgang Amadeus Mozart | |
Messa in Do Minore KV 427 |
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