Salisburgo: il Giocatore fa l’en plein
Tutto gira intorno alla roulette che, facile gioco di parole a parte, è la vera protagonista del Giocatore. Intorno ad essa si muove, grottesco, uno stuolo di personaggi la cui esistenza è scandita dal rumore della pallina sul piatto e dall’attesa del un numero fortunato.
Se il romanzo di Dostoevskij mette in luce una società irrancidita nei propri privilegi e cristallizzata in stilemi paranoici, l’opera di Prokof’ev punta tutto sulla satira, in una caratterizzazione esasperata di ogni singolo personaggio che finisce per assomigliare tragicamente a ciascuno di noi, perché alla fine siamo tutti giocatori e dobbiamo fare i conti con le nostre debolezze o, in casi peggiori, miserie.
Il Giocatore presentato al Festival di Salisburgo in un nuovo allestimento firmato da Peter Sellars, è semplicemente geniale.
Il palcoscenico della Felsenreitschule, che per inciso è un fantastico non-spazio teatrale, si trasforma, ad opera dello scenografo George Tsypin, in un’immensa sala da gioco nella quale enormi roulette-astronavi salgono e scendono come in un videogame anni Ottanta dando vita ad un caleidoscopio rutilante, illuminato dal disegno di luci di James F. Ingalls, trasmettendo un senso di tragica irrealtà a testimoniare un mondo posticcio e disperato.
Sellars, con l’intelligenza visionaria e un po’ marpiona che gli è propria, porta all’estremo la recitazione amplificando il gesto scenico dei personaggi – vestiti benissimo da Camille Assaf – dando vita ad una sorta di freak show in cui ciascuno cerca di sopravvivere tra egoismi e solitudini, ma anche in una ricerca di affetti che comunque sottostanno sempre all’interesse materiale.
Funziona davvero tutto perché il regista statunitense cura ogni singolo movimento, sguardo, espressione fondendo poi tutto in una narrazione fluida e divertentissima, tanto che le quasi due ore e mezzo di spettacolo, senza intervalli, passano in un lampo e fanno dimenticare anche la mancanza di aria condizionata in sala.
Il giovane direttore Timur Zangiev – e con lui i Wiener Philharmoniker in serata più di grazia di quanto non lo siano abitualmente – concerta con illuminante acribia e allo stesso tempo con passione travolgente, dando vita ad un racconto sbalzato al cesello poggiato su slanci dinamici travolgenti e intuizioni ritmiche incalzanti sui quali trova solido appoggio un suono turgido e sensuale.
Nel complesso ottima la compagnia di canto, nella quale svetta l’Alexey Ivanovich tratteggiato da Sean Panikkar, capace di coniugare ai suo ragguardevoli mezzi vocali una presenza scenica magnetica.
Non gli è da meno Asmik Grigorian nel dare voce e corpo ad una Polina dal fraseggio scultoreo e dalla presenza scenica dirompente.
Sugli scudi la Babulenka folle di Violeta Urmana, protagonista di una prova gigantesca sia nel canto che, soprattutto, nel padroneggiare la scena da mattatrice assoluta.
Ben caratterizzato il Generale di Peixin Chen, capace di un controllo minuzioso della sua voce torrenziale, cosi come figurano assai bene Juan Francisco Gatell come Marchese e Michael Arivony nei panni di un viscidissimo Mr. Astley.
Molto bene anche Ilia Kazakov a dar vita all’avido Barone Wurmerhelm cui fa degno contraltare la sua mantenuta Blanche interpretata da una brava Nicole Chirka.
Il cast è completato onorevolmente da Joseph Parrish (Potapych) e Zhengyi Bai (Principe Nilsky), ma soprattutto dallo stuolo perfetto che compone il mondo variegato del casinò e che trova interpreti ideali nei giovani dello Young Singer Project.
Ottima come sempre la Konzertvereinigung Wiener Staatsopernchor preparata da Pawel Markowicz.
Successo travolgente con ovazioni per Panikkar, Grigorian e Urmana.
Alessandro Cammarano
(17 agosto 2024)
La locandina
Direttore | Timur Zangiev |
Regia | Peter Sellars |
Scene | George Tsypin |
Costumi | Camille Assaf |
Luci | James F. Ingalls |
Drammaturgia | Antonio Cuenca Ruiz |
Personaggi e interpreti: | |
Il Generale | Peixin Chen |
Polina | Asmik Grigorian |
Alexey Ivanovich | Sean Panikkar |
Antonida Vasilevna Tarasevicheva, la ‘Babulenka’ | Violeta Urmana |
Il Marchese | Juan Francisco Gatell |
Mr. Astley | Michael Arivony |
Blanche | Nicole Chirka |
Principe Nilsky | Zhengyi Bai |
Barone Wurmerhelm | Ilia Kazakov |
Potapych | Joseph Parrish |
Il Direttore | Armand Rabot |
Primo croupier | Samuel Stopford |
Secondo croupier | Michael Dimovski |
Inglese grasso | Jasurbek Khaydarov |
Inglese alto | Vladyslav Buialskyi |
Signora vistosa | Elizaveta Kulagina |
Signora pallida | Lilit Davtyan |
Signora così-così | Seray Pinar |
Vecchia dama riverita | Cassandra Doyle |
Vecchia dama dubbiosa | Zoie Reams |
Giocatore appassionato | Santiago Sanchez |
Giocatore malaticcio | Tae Hwan Yun |
Giocatore gobbo | Aaron-Casey Gould |
Giocatore sfortunato | Navasard Hakobyan |
Vecchio giocatore | Amin Ahangaran Old Gambler |
Sei giocatori | Slaven Abazovic, Konrad Huber, Juraj Kuchar, Jaroslav Pehal, Wataru Sano, Oleg Zalytskiy |
Wiener Philharmoniker | |
Konzertvereinigung Wiener Staatsopernchor | |
Maestro del coro | Pawel Markowicz |
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