Salisburgo: la Gioconda intrappolata nel turbine del desiderio
Salisburgo si è vestita a festa. Dopotutto, il Festival di Pasqua 2024 promette desideri musical-drammatici per l’Italia! Gli spettacolari highlight, conditi con opulenza italiana, sono una sicura garanzia: la Gioconda di Amilcare Ponchielli e il Requiem di Giuseppe Verdi. Sir Antonio Pappano porta sullal Salzach toni carichi di brivido e di desiderio. Pappano è uno stregone altamente ispirato al timone della sua Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia.
Ponchielli ci fa ascoltare disastri devastanti, costellazioni senza speranza del destino e la forza fatale dell’amore in tutte le sue sfaccettature fin dalle prime battute della Gioconda: il suono sofferente e propizio del violoncello nell’introduzione ricorda il rivoluzionario Guillaume Tell di Rossini. l’ouverture, l’aria sussurrata di Otello-Desdemona di Verdi o il monologo di re Filippo “Ella giammai m’amò”” nel Don Carlos. I suoni hollywoodiani si mescolano con l’esuberanza agrodolce e zuccherina delle melodie per creare un elisir operistico esplosivo. Pappano sa evocare un desiderio musicale altamente emotivo, l’impulso del desiderio di tutti i protagonisti della partitura. Ciò trasforma La Gioconda, mai rappresentata prima a Salisburgo, in un furioso classico dell’opera. Naturalmente occorrono i migliori interpreti anche per quest’opera in quattro atti, che trabocca di potenza, intrighi e tradimenti.
La tragedia storico-politica Angelo, tyran de Padoue di Victor Hugo ispirò il librettista Arrigo Boito
Al centro della scena c’è una donna: La Gioconda, una cantante di strada timida e indigente. La trama, ambientata nella Venezia del XVII secolo, ruota attorno a due tiranni, Barnaba e Avise, cattivi ossessionati dal potere e guidati dall’Inquisizione e dal crudele capobranco. Nel mezzo pulsa l’amore di Gioconda per Enzo, un nobile esiliato che ama Laura, la moglie dell’inquisitore Avise Badoero. La Gioconda è il filo rosso della sofferenza fatta carne che intreccia tutti i protagonisti. Desiderata e perseguitata da Barnaba, da vittima si trasforma in carnefice. La Gioconda di Ponchielli venne rappresentata per la prima volta alla Scala di Milano nel 1876 e fu un successo sensazionale.
Oliver Mears, regista d’opera alla Royal Opera House, trascina la trama storica in una Venezia moderna governata dalla mafia.
Philipp Fürhofer crea l’ambientazione. Turisti alla moda (coro) e navi da crociera, facciata di un palazzo in marmo, una laguna alla moda e moli delle gondole. Sicuramente è adatto per un catalogo delle vacanze. Annemarie Woods ha creato il design dell’abito contemporaneo, bizzarro ed elegante.
Nell’ouverture in partitura vediamo come la Gioconda, creatura angelica, viene portata agli uomini da sua madre.
Umiliata e abusata sessualmente, diventa, secondo Mears, un demone vendicativo che alla fine pugnala a morte Banaba e Alvise, non come previsto dal libretto. Con gli occhi spalancati, come una dea greca, Anna Netrebko celebra ciò di cui sono capaci le anime traumatizzate nella sua aria “Suicidio, vestita con una camicia da notte nera! Qualunque cosa!
Jonas Kaufmann, che sembra piuttosto un bravo ragazzo in abito elegante, canta Enzo, l’amante appassionato di Laura, in modo piuttosto sobrio. Kaufmann avvolge il languido “Cielo e mar” con una “messa di voce” sapientemente controllata, convincendo solo in parte. La grande passione è diversa.
La Laura di Eve-Maud Hubeaux risulta abbastanza appassionata ed emana un’eleganza sottile. Non esiste Barnaba migliore di Luca Salsi. Questo baritono unisce l’oscurità di Jago e Scarpia.
Un cast da sogno! Tareq Nazmi è un inquisitore più nobile che cattivo, esibendo voce di bella qualità nei panni del mafioso Alvise. Il soprano di Agniezka Rehli insinua con meravigliosa dolcezza nei panni della madre amante del denaro di Gioconda. Nella “Danza delle Ore”, il famoso interludio del balletto dell’opera, il destino che Mears ha drammaturgicamente intrecciato viene ripetuto e ballato magnificamente.
Standing ovation e complimenti esuberanti per Anna Netrebko e soprattutto commossi per Antonio Pappano.
Barbara Röder
(23 marzo 2024)
La locandina
Direttore | Antonio Pappano |
Regia | Oliver Mears |
Scene | Philipp Fürhofer |
Costumi | Annemarie Woods |
Luci | Fabiana Piccioli |
Coreografia | Lucy Burge |
Personaggi e interpreti: | |
La Gioconda | Anna Netrebko |
La Cieca | Agnieszka Rehlis |
Enzo Grimaldo | Jonas Kaufmann |
Alvise Badoero | Tareq Nazmi |
Laura | Eve-Maud Hubeaux |
Barnaba | Luca Salsi |
Zuane | Nicolò Donini |
Isepo | Didier Pieri |
Un cantore | Patrizio La Placa |
Un pilota | Federico Benetti |
Un sagrestano | Massimo Simeoli |
Orchestra e coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia | |
Maestro del coro | Andrea Secchi |
Bachchor Salzburg | |
Maestro del coro | Michael Schneider |
Salzburger Festspiele und Theater Kinderchor | |
Maestri del coro | Wolfgang Götz e Regina Sgier |
Musica di scena | Studierende der Universität Mozarteum Salzburg |
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