Salisburgo: nel Trittico “scomposto” trionfa la Grigorian
Dopo il cannolo alla siciliana “scassato”, la cotoletta alla milanese “destrutturata” e il tiramisù “rivisitato” a Salisburgo arriva il Trittico “scomposto”. Già, perché il solitamente accorto Christoph Loy, uomo di teatro misurato e generalmente non banale, questa volta sbaglia strada cambiando l’ordine dei tre atti unici del Trittico.
Loy nel programma di sala giustifica in sintesi la sua scelta asserendo di voler regalare agli spettatori – magari stanchi dopo una giornata di lavoro – un momento di puro divertimento invece di calarli subito nelle atmosfere cupe di un dramma: dunque si parte dal fondo, rappresentando il Gianni Schicchi, che di fatto è per analogia il dramma satiresco rappresentato alla fine dei grandi cicli tragici nella Grecia Classica per arrivare al miracolo di Suor Angelica passando per le nebbie del Tabarro.
Al di là delle esternazioni di Loy il fine ultimo – seppure non dichiarato – è quello di porre in rilevo assoluto la figura della primadonna, ovvero di Asmik Grigorian che entra nella ristretta cerchia di soprani impegnati in tutte e tre le opere nella stessa produzione.
È evidente che ponendo Suor Angelica alla fine, dopo Lauretta – con la quale ci si scalda la voce – e Giorgetta, la consacrazione della diva e le emozioni del pubblico sono garantite, ma a che prezzo?
In teatro tutto è lecito, basta che abbia senso e consequenzialità e alla fine il risultato “emozionale” è garantito, a scapito di quello drammaturgico; la richiesta di “assoluzione” di Schicchi, in stile Commedia dell’Arte può essere preventiva anziché conclusiva? Secondo il pubblico del Festival di Salisburgo sì, per chi scrive meno.
Lo spettacolo in qualche modo funziona, racchiuso tra le pareti di una stanza e ambientato più o meno ai giorni nostri – le scene sono di Etienne Pluss e i costumi di Barbara Drosihn – “arricchite” di pochi elementi mobili a caratterizzare ciascuna delle opere, punta all’intimità e all’introspezione, con controscene ben curate e bella fluidità nella recitazione
I tempi teatrali dello Schicchi sono giustamente serrati e tutto sommato ci si diverte – fatto salvo l’orrido cliché degli spaghetti divorati dagli eredi rapaci che fa tanto “italiano” – mentre nel Tabarro si rincorrono echi del cinema della Nouvelle Vague con screziature felliniane non sempre ben centrate.
Il meglio viene, ovviamente, con Suor Angelica, dove tutto marcia verso una drammaticità crescente fino a trovare un finale in cui la protagonista si acceca un minuto prima di ricevere la grazia redentrice della Vergine, negandosi di rivedere il figlio morto, così da mandare a casa il pubblico in grazia di Dio e giustamente commosso.
Luci e ombre per quanto attiene al versante musicale.
Franz Welser-Möst, dopo la meravigliosa Elektra degli scorsi anni, ripiomba nel suo abituale grigiore, impegnandosi a fondo in un’operazione di de-puccinizzazione del Trittico – che per inciso è uno dei massimi capolavori del Novecento – anestetizzando le dinamiche, appiattendo le agogiche, paralizzando lo slancio melodico, il tutto con la collaborazione del Wiener Philharmoniker decisamente poco avvezzi a questo repertorio.
Una e trina Asmik Grigorian, trionfatrice assoluta della serata, si conferma grade tragédienne, disegnando nell’ordine – o meglio nel disordine – tre figure femminili di grande spessore drammatico anche se a tratti la voce si fa dura e il declamato prende il sopravvento sulla linea di canto, soprattutto nel Tabarro.
Misha Kiria è Schicchi vocalmente solido e scenicamente sempre credibile, mentre nella torma dei parenti arraffoni si distinguono la Nella frizzante di Lavinia Bini (poi trasognata Seconda cercatrice in Suor Angelica), il Marco di Iurii Samoilov, la Ciesca di Caterina Piva e il Gherardo di Dean Power (anche ottimo Venditore di canzonette e Amante nel Tabarro).
Da incorniciare lo Spinelloccio disegnato da Matteo Peirone così come ottimo il Ser Amantio di Mikołaj Trąbka.
Maluccio Scott Wilde, Simome gorgogliante che però si riscatta come Talpa, e non bene neppure Enkelejda Shkosa nei panni della Zita e la cui voce continua a ballare anche quando canta la Frugola e la Suora Zelatrice.
Male Alexey Neklyudov, Rinuccio forzato nell’emissione e con gli acuti al limite.
Nel Tabarro brillano le voci maschili: dopo un inizio incerto Joshua Guerrero si rivela Luigi appassionato negli accenti e padrone di un fraseggio convincente, al pari del rivale Michele che si avvale dell’interpretazione carica di pathos di Roman Burdenko.
Molto bene anche Martina Russomanno come Amante (poi sarà convincente Suor Osmina) e bravo Andrea Giovannini come Tinca.
In Suor Angelica, nello stuolo di monache e novizie – tutte brave – rifulge la Suor Genovieffa poeticissima di Giulia Semenzato.
Meraviglioso il cameo di Hanna Schwarz, gloria del canto, come inappuntabile Badessa.
Karita Mattila incarna una Zia Principessa da piglio spietatamente manageriale e attraversata da una vena di sadica alterigia che ben le si attaglia: un capolavoro.
Bene le prove della Konzertvereinigung Wiener Staatsopernchor diretta da Jörn Hinnerk Andresen e del Salzburger Festspiele und Theater Kinderchor preparato da Wolfgang Götz.
Pubblico in visibilio e standing ovation per la Grigorian.
Alessandro Cammarano
(18 agosto 2022)
La locandina
Direttore | Franz Welser-Möst |
Regia | Christof Loy |
Scene | Etienne Pluss |
Costumi | Barbara Drosihn |
Luci | Fabrice Kebour |
Drammaturgia | Yvonne Gebauer |
Personaggi e interpreti: | |
GIANNI SCHICCHI | |
Gianni Schicchi | Misha Kiria |
Lauretta | Asmik Grigorian |
Zita | Enkelejda Shkosa |
Rinuccio | Alexey Neklyudov |
Gherardo | Dean Power |
Nella | Lavinia Bini Nella |
Betto di Signa | Manel Esteve Madrid |
Simone | Scott Wilde |
Marco | Iurii Samoilov |
La Ciesca | Caterina Piva |
Maestro Spinelloccio | Matteo Peirone |
Ser Amantio di Nicolao | Mikołaj Trąbka |
Pinellino | Aleksei Kulagin |
Guccio | Liam James Karai |
IL TABARRO | |
Michele | Roman Burdenko |
Giorgetta | Asmik Grigorian |
Luigi | Joshua Guerrero |
Il “Tinca” | Andrea Giovannini |
Il “Talpa” | Scott Wilde |
La Frugola | Enkelejda Shkosa |
Un venditore di canzonette / Un amante | Dean Power |
Un’amante | Martina Russomanno |
SUOR ANGELICA | |
Suor Angelica | Asmik Grigorian |
La Zia Principessa | Karita Mattila |
La Badessa | Hanna Schwarz |
La Suora Zelatrice | Enkelejda Shkosa |
La Maestra delle Novizie | Caterina Piva |
Suor Genovieffa | Giulia Semenzato |
Suor Osmina | Martina Russomanno |
Suor Dolcina | Daryl Freedman |
La Suora Infermiera | Juliette Mars |
Prima Cercatrice | Lavinia Bini |
Seconda Cercatrice | Alma Neuhaus |
Novizia | Amira Elmadfa |
Wiener Philharmoniker | |
Konzertvereinigung Wiener Staatsopernchor | |
Maestro del coro | Jörn Hinnerk Andresen |
Salzburger Festspiele und Theater Kinderchor | |
Maestro del coro | Wolfgang Götz C |
Angelika-Prokopp-Sommerakademie der Wiener Philharmoniker Bühnenmusik |
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