Savonlinna: I Puritani
(Savonlinna, 31 luglio 2017) Al Festival di Savonlinna il calore del pubblico finlandese ha sancito il successo de “I Puritani” di Vincenzo Bellini nella produzione del Teatro Real di Madrid con la regia di Emilio Sagi.
Quest’anno è stato chiamato al Festival finlandese, come teatro ospite, il Teatro Real di Madrid con la produzione de I Puritani regia di Emilio Sagi in un allestimento già presentato nella scorsa stagione a Madrid, e con l’occasione presentato da due cast del tutto nuovi che prevedevano nelle rispettive parti Jessica Pratt (31.7, 3.8)/Maria Josè Moreno (1.8, 4.8), Elvira, Jomgmin Park (31.7, 3.8)/ Fernando Radò (1.8, 4.8) Si Giorgio, Celso Abelo (31.7, 3.8)/Francesco Demuro (1.8, 4.8) Arturo, Vldimir Stoyanov (31.7, 3.8)/ Massimo Cavalletti (1.8, 4.8) Riccardo, Lidia Vinyes-Curtis (Enrichetta) e Antonio Di Matteo (Lord Gualtiero Valton) e Antonio Lozano (Sir Bruno Robertson)
Accanto a loro, il Coro e l’Orchestra Titolare del Teatro Real guidati da Evelino Pidò per complessive duecento persone, tra orchestra, coro, solisti, artisti, tecnici e personale amministrativo.
Non esiste, forse, posto più adatto della fortezza finlandese di Savonlinna per mettere in scena I Puritani di Bellini, basata su un racconto di Walter Scott, che si svolge proprio in un castello in Scozia; la struttura monumentale, fatta di nudi muri, ha offerto nella sua austerità un’ambientazione suggestiva e coinvolgente. Emilio Sagi e colleghi (Daniel Bianco, scenografo; Pepa Ojanguren, costumi, e Eduardo Bravo, alle luci) hanno dovuto adattare parte dell’allestimento alle caratteristiche del castello; in particolare, visto l’impossibilità di appendere qualsiasi elemento teatrale hanno concentrato il loro lavoro sul pavimento spargendolo di sabbia bianca su cui hanno posano lampadari, sedie e mobili in modo disordinato destinati a prendere ordine nel proseguo dell’azione scenica, sfruttando gli sbocchi naturali del castello per gli ingressi e le uscite dei cantanti.
Nella prima rappresentazione del 31 luglio, della quale diamo qui conto, hanno interpretato i ruoli principali Jessica Pratt (Elvira) e Celso Albelo (Arturo), Jongmin Park nel ruolo di Sir George, Vladimir Stoyanov, Sir Richard Forth, Lidia Vinyes Curtis, Enrichetta di Francia e Antonio di Matteo, Lord Gualtiero Valton.
Il castello così ha vissuto una serata trionfale, con acclamazioni e ovazioni per tutti gli interpreti ma che ha sancito, con una generale standing ovation, la vittoria di Jessica Pratt, Celso Albelo, nei rispettivi ruoli.
Jessica Pratt ha brillato come protagonista femminile, accentrando su di se di tutte le emozioni che Bellini ha saputo infondere in questo personaggio che più di altri descrive le inquietudini dell’anima romantica. Ha offerto una immagine di Elvira appassionata e dolente che sa esprimere l’ardente felicità delle nozze annunciate e lo strazio del dolore dell’abbandono e il suo perdersi in una follia più estraniante che patologica. Ancor più se nella scena della “pazzia” il registra la fa entrare con una falce di luna che verrà ingabbiata, come una custode di memorie recondite. Il soprano è stato capace, più di altre volte, di rendere le colorature belliniane in modo delicato e dolente, senza eccedere nell’ostentazione dell’esibizione virtuosistica, rendendo ancora più suggestiva ed essenziale la sua interpretazione, in linea con l’austerità degli spazi del castello.
Accanto a lei il tenore Celso Abelo, degno partner, quanto mai adatto per capacità vocale a sostenere la parte di Arturo. Con ottimo cantabilità nel rendere le agilità tenorili che caratterizzano la sua parte dominando l’aria “A te o cara” e imponendosi nel secondo atto come amante dolente, scelta quanto mai appropriata, esaltando il lato malinconico del suo eroe. A contrastare la felicità dei due protagonisti l’austero e autorevole Riccardo del baritono Vladimir Stoyanov, senza mai perdere il senso del canto del suo personaggio, cosi come il Sir Giorgio di Jongmin Park che ha dominato il duetto con Riccardo con il giusto furore ed eroismo. Da sottolineare la prova di Lidia Vinyes-Curtis, Enrichetta, come quelle di Antonio di Matteo, Lord Gualtiero Valton e Antonio Lozano (Sir Bruno Robertson).
La direzione di Evelino Pidò, esperto conoscitore dello stile belcantistico, è stata un po’ altalenante tra momenti di ritmo sostenuto e momenti in cui predominava una certa lentezza e abbandono del pathos narrativo, specie al momento della prima entrata in scena di Elvira; ma comunque ha saputo gestire ottimamente l’orchestra e il Coro del Teatro Real, diretto da Andrés Maspero assicurando il giusto clima malinconico e romantico a tutta l’opera.
Al termine entusiasmo alle stelle da parte un pubblico fatto essenzialmente di gente locale appassionata che si sposta appositamente per assistere a questi eventi di importanza internazionale, non potendo contare su grandi produzioni del teatro nazionale di Helsinki che punta piuttosto sulla routine di un consolidato repertorio affidato allo staff della compagnia nazionale.
Federica Fanizza
La locandina
Elvira | Jessica Pratt |
Arturo | Celso Albelo |
Sir George | Jongmin Park |
Sir Richard Forth | Vladimir Stoyanov |
Enrichetta di Francia | Lidia Vinyes Curtis |
Lord Gualtiero Valton | Antonio di Matteo |
Direttore | Evelino Pidò |
Regia | Emilio Sagi |
Scene | Daniel Bianco |
Luci | Eduardo Bravo |
Costumi | Pepa Ojanguren |
Orchestra e Coro del Teatro Real di Madrid |
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!