Seravezza: l’ineffabile bellezza delle romanze da salotto
Per una sera, il piccolo ma grazioso Teatro delle Scuderie Medicee di Seravezza – col suo alto soffitto dalle incantevoli capriate e gli affreschi originali che riemergono suggestivi qua e là sui muri – si è trasformato in un elegante e raffinato salotto d’altri tempi, grazie a un programma musicale di ricercata bellezza e rara esecuzione, incentrato sul repertorio italiano, sconfinato e molto (troppo) spesso negletto, delle romanze da camera o, appunto, “da salotto”. Esploratori sensibili e profondi di questo prezioso continente sommerso sono stati Didier Pieri e Anna Grotto, accompagnati al piano dall’eccellente Silvia Gasperini. Invece, a guidare il pubblico attraverso un genere che di primo acchito può lasciare disorientati – soprattutto se non si possiedono delle seppur minime coordinate letterarie e musicali – si è ascoltata la voce colta, arguta e intrigante del poliedrico Fulvio Venturi, che ha fatto i tripli salti mortali (invero vincendo la sfida) per intrecciare e cucire insieme, coi sapienti fili di gustose notizie musicologiche, i pezzi eseguiti, saltando da Donaudy a Cesti (l’outsider barocco), da Tosti, il “principe” della romanza da salotto (con oltre 700 composizioni catalogate), a Mascagni, da Puccini a Cilea, fino a Licinio Refice.
All’interno di questo percorso vasto e articolato, i due giovani interpreti hanno mostrato una maturità stilistica ed interpretativa notevole, in una sequela di arie che mettono a nudo come non mai la voce e i sentimenti di chi canta, sia perché la purezza della linea melodica non permette scorciatoie vocali di sorta, sia perché gli affetti, racchiusi nei testi poetici e nella musica che li irradia, sono tanto puri e condensati da necessitare di un’intelligenza emotiva nient’affatto scontata.
Didier Pieri si è distinto sia per la raffinatezza attraente e pura, mai, e dico mai, leziosa di un canto ricercato e forbito (da vero amante-studioso di questo repertorio), sia per la sensibilità profonda, perfino abbacinante nel sovrappiù di sentimenti espressi, mostrata nel porgere i testi poetici col cuore prima ancora che con la voce. E se è vero che l’interprete è di statura ragguardevole, è altrettanto vero che raramente si sono ascoltati un fraseggio così articolato, una pronuncia dell’italiano così nitida e “scavata”, una bellezza timbrica così armoniosa e morbida, da sedurre istantaneamente il pubblico, financo quello meno scafato. Il clou dei suoi brani sono state le Quattro canzoni d’Amaranta di Tosti, su poesie di d’Annunzio, (finalmente ascoltate una via l’altra, in simbiosi con l’etero pianoforte di Silvia Gasperini) e Ombra di nube di Refice, restituita in tutta la sua sconvolgente bellezza di inno malinconico alla pace dell’anima.
Anna Grotto, giovanissimo soprano dell’Accademia del Teatro di Bologna, al di là di una prevedibile emozione – che tutto sommato non guasta, se la si sa controllare come lei ha saputo fare -, ha messo in campo un bel timbro suadente, sostenuto da una voce sufficientemente estesa e da una mirabile analisi della parola, sempre chiarissima, e del fraseggio, mai perso di vista. C’è – come è naturale per un soprano ai suoi primi impegni solistici – margine di miglioramento, ma l’interprete è tanto deliziosa, attenta e studiosa (si percepisce chiaramente) che questo concerto lascia ben sperare – e le due romanze pucciniane sono prove tangibili che rinforzano la fiducia.
Alla fine, un ringraziamento disinteressato ma sentito va al Circolo Versiliese – Amici della Lirica Giacomo Puccini, sia per l’eccezionale concerto in questione, cui era inevitabile fiondarcisi a capofitto (perché quando potremo assistere a queste serate con maggior frequenza sarà sempre troppo tardi), sia per l’intera stagione di concerti, che vede cantanti di fama internazionale (cercate i nomi e resterete di stucco) presenziare in amicizia, rivelando le persone dietro gli artisti.
Mattia Marino Merlo
(14 novembre 2024)
La locandina
Tenore | Didier Pieri |
Soprano | Anna Grotto |
Pianoforte | Silvia Gasperini |
Musicologo e relatore | Fulvio Venturi |
Programma: | |
Stefano Donaudy | |
O del mio amato ben | |
Pietro Antonio Cesti | |
Intorno all’idol mio | |
Stefano Donaudy | |
Amorosi miei giorni | |
Francesco Paolo Tosti | |
Non t’amo più | |
Pietro Mascagni | |
La tua stella | |
Serenata | |
Giacomo Puccini | |
Adagio in la maggiore | |
Piccolo valzer | |
Sogno d’or | |
Sole e amore | |
Francesco Paolo Tosti | |
Quattro canzoni d’Amaranta | |
Pietro Mascagni | |
L’Amico Fritz: Intermezzo | |
Francesco Cilea | |
Non ti voglio amar | |
Mormorante di tenero desio | |
Pietro Mascagni | |
M’ama, non m’ama | |
Licinio Refice | |
Ombra di Nube | |
Pietro Mascagni | |
L’Amico Fritz | |
Son pochi fiori | |
Duetto delle ciliegie | |
Bis | |
Francesco Paolo Tosti | |
‘A vucchella |
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