Siena: GRM, l’utopia del suono
La selva di altoparlanti (ottanta!) disposti strategicamente sul palco, ma anche diffusi tra il pubblico, che ci accoglie nella navata centrale della Chiesa di S. Agostino, per gli incontri denominati GRM EXPERIENCE, dove GRM sta per Groupe de Recherches Musicales, ci dice che il suono sarà il protagonista assoluto. GRM nasce a Parigi su iniziativa di Pierre Schaeffer, che già dagli anni ’40 stava sviluppando l’idea di un nuovo approccio compositivo attraverso l’utilizzo e l’elaborazione di materiali sonori registrati con apparecchiature analogiche (fu definita musique concrète in contrapposizione alla musica pura elaborata nello stesso periodo negli studi di Colonia). GRM sviluppa negli anni, con l’esplosione delle tecnologie informatiche, una ricerca sempre più sofisticata e, se vogliamo, visionaria, fino ad arrivare ai giorni nostri a concepire Acousmonium, una vera e propria orchestra di altoparlanti, quella che abbiamo di fronte in contrasto stridente quanto affascinante con lo scenario unico della Chiesa di S. Agostino.
L’occasione che il Chigiana International Festival ci offre con GRM EXPERIENCE suscita aspetti, problematiche importanti, oltre che aggiornarci sullo stato della ricerca attraverso le esperienze di una delle maggiori realtà del panorama internazionale. Perchè se è vero che le vicende che oggi definiamo con il termine generico di musica elettronica risultano ampiamente storicizzate, trovarsi di fronte ad un palco senza musicisti ma davanti ad una orchestra di altoparlanti che diffondono suoni sintetici, risulta sempre una nuova scommessa. Dobbiamo rimetterci in gioco, resettare la modalità di fruizione, attivare le antenne dell’emozione.
Il programma proposto è particolarmente interessante perché accosta opere pionieristiche del secolo scorso a composizioni di oggi. L’accostamento non solo evidenzia i diversi contesti tecnologici, ma anche i differenti approcci creativi dei compositori. I due appuntamenti che abbiamo seguito si aprono entrambi con Luciano Berio – Chants parallèles (1974) e Thema (Omaggio a Joyce) Elaborazione elettroacustica della voce di Cathy Berberian su nastro magnetico (1958) – compositore al quale il Chigiana International Festival dedica quest’anno una traccia importante nel ventennale della morte (Siena: Berio la voce in scena). L’opera del 1974 nasce proprio dalla collaborazione di Berio con GRM di Parigi. Fa parte di un ciclo di processi trasformativi relativi ad un gruppo di quindici frequenze, costanti per tutta la durata della composizione, affiancate a modalità di carattere popolare, interpretate all’inizio e nella parte finale dalla voce di Christiane Legrand. Al di là delle procedure tecniche il lavoro evidenzia vivaci caratteri teatrali, la mobilità di personaggi, elementi frequentemente presenti nelle opere di Berio. L’Omaggio a Joyce, elaborato nello Studio di Fonologia della Rai negli anni ’50, in collaborazione con Umberto Eco, rimane tutt’oggi un capolavoro. Berio assorbe la carica musicale del testo (il capitolo delle Sirene dell’Ulisse di Joyce) e crea attraverso sovrapposizioni, distorsioni, estremi giochi fonetici affidati alla voce unica di Cathy Berberian, un panorama incandescente dove si confondono, si fondono magicamente parole, suoni e rumori.
Études Spectrale (2018) di François J. Bonnet indaga su due fronti il concetto di spettro. In ambito musicale la possibilità di esplorare tutte le potenzialità dello spettro sonoro (la così detta musica spettrale) ma anche sul termine spettro declinato come apparenza, fantasma. L’incontro-scontro tra queste due letture genera momenti di stasi, ma anche avvolgenti lampi di luce improvvisi. Daniel Teruggi omaggia proprio Berio e l’esperienza dello Studio di Fonologia di Milano con il suo Phonomaggio composto quest’anno. L’uso di voci, deformate, spazializzate, ricorda anche la Berberian come personaggio centrale di quel laboratorio della musica del futuro. Luc Ferrari con Presque Rien n. 2 (1977) ci offre un’opera quasi naturalistica, tra le più leggibili del programma nella scelta di non modificare molto le fonti originali. Paesaggio estivo notturno, grilli che cantano, cani che abbaiano in lontananza, voci in primo piano. Qualcosa però si deforma, si incrina, tutto ciò che pareva naturale e rilassante inquieta. Melodie appena accennate si disperdono per annunciare un temporale, vento e tuoni. La pioggia lava tutto, realtà e immaginazione.
Di ElzbietaSikora abbiamo ascoltato il capitolo cinque di un ciclo dal nome Axe rouge. Una ricerca che mischia rumori urbani, industriali, con quelli di oggetti di uso quotidiano in una drammatizzazione che funziona. Una sceneggiatura che equilibra elementi diversi, dove colori timbrici forti e ritmi incontrano momenti di relax, spazi di riflessione. Bernard Parmeggiani usa nel suo l’Oeilé coute (1970), come fonte sonora centrale, suoni percepiti all’interno di un treno. Potrebbe sembrare un approccio banale ma l’ambizione dichiarata dal compositore è quella di dilatare questi materiali comuni, farli assurgere a spazio di pensiero, dove contemplazione uditiva e immaginazione riescano a elevarli, staccarli dal loro comune sentire quotidiano.
L’ équipe GRM a Siena, davanti ad uno spaziale, futuristico e sofisticato banco regia, diffonde, manipola, nella fascinosa scenografia della Chiesa di S. Agostino, tracce, suoni, idee, che arrivano poi a noi attraverso Acousmonium, l’orchestra di altoparlanti. Evoca, potremo dire evitando inutili retoriche, la figura dell’artigiano rinascimentale che attraverso manualità, ricerca, pensiero e visioni costruiva, anche lui futuristicamente, un’arte nuova, un uomo nuovo.
Paolo Carradori
25 luglio 2023
La locandina
Chigiana International Festival & Summer Academy 2023 | |
GRM EXPERIENCE | |
Équipe GRM live electronics e regia del suono | |
François J. Bonnet, Jules Négrier, Emmanuel Richier, Philippe Dao, Renaud Bajeux | |
Programma: | |
Luciano Berio | Chants Parallèles (1974) |
François J. Bonnet | Études Spectrale (2018) |
Eve Aboulkheir | Guilin Synthetic Daydream (2020) |
Daniel Terugi | Phonomaggio (2023) |
Luc Ferrari | Presque rien n.2 (1977) |
Luciano Berio | Thema (Omaggio a Joyce) (1958) |
Jules Négrier | If I don’t know why should I ask (2020) |
ElzbietaSikora | Axe rouge V (2011) |
Michèle Bokanowski | Rhapsodia (2018) |
Bernard Parmegiani | L’Oeilécoute (1970) |
Condividi questo articolo