Siena: Il viaggio a ritroso nel tempo del Prometeo

Il secondo appuntamento del Chigiana International Festival and Summer Academy 2022 vede protagonisti il Quartetto Prometeo, ensemble in residenza per il corso di composizione di Salvatore Sciarrino, e Giuseppe Ettorre primo contrabbasso del Teatro alla Scala e docente della classe di contrabbasso. Il programma procede a ritroso nel tempo da Giacinto Scelsi con il brano Manto (1957) per voce femminile e viola, allo String Quartet in Four Parts (1950) di John Cage per concludere con il Quintetto per archi n.2 op.77 di Antonin Dvořák (1875).

Giacinto Scelsi è probabilmente l’unico compositore europeo d’avanguardia a guardare alla mistica orientale e in questo brano se ne sente chiaramente l’influenza. L’estemporaneità della struttura, lo spazio lasciato all’intuito dell’esecutore rispecchiano perfettamente l’idea orientale che l’esecuzione musicale sia, hic et nunc, atto creativo, qualcosa di irripetibile che avviene solo nel momento stesso in cui si suona. La violista del Quartetto Prometeo Danusha Waskiewicz rende possibile ed unica questa volontà di Scelsi con un’esecuzione estremamente concentrata, ispirata, quasi al confine con il misticismo. Il pubblico ascolta nel più profondo silenzio fino al terzo magnifico movimento in cui alla viola si aggiunge anche la calda voce di Danusha creando un impasto sonoro unico ed affascinante.

Lo String Quartet in Four Parts di Cage si lega a Scelsi poiché il compositore americano a Parigi in quegli anni stava approfondendo la cultura zen buddista. Si tratta di uno degli ultimi lavori non legati completamente all’indeterminatezza e il legame con la filosofia orientale è chiaramente percepibile nella incredibile pacatezza dell’opera. Il Quartetto Prometeo è sicuramente una delle due o tre formazioni di quartetto d’archi che attualmente possono confrontarsi con questo genere di repertorio con grande autorevolezza e comunicativa. Questo è il punto chiave per la diffusione e la comprensione del repertorio del Novecento e i “Prometei” ci riescono con grande soddisfazione da parte del pubblico di Palazzo Chigi Saracini.

Nella seconda parte del concerto, che all’ingrandirsi dell’organico va a ritroso nel tempo, il Quintetto di Dvořák. Si aggiunge al Prometeo, visivamente tra viola e violoncello, Giuseppe Ettorre. La piccola orchestra d’archi a parti reali che si forma affronta una pagina non notissima della produzione cameristica del compositore boemo che vede purtroppo la frequentazione sempre degli stessi brani: il Trio Dumky, il Quartetto Americano ed il Quintetto con pianoforte n.2. L’op.77, in quattro movimenti, è una pagina di grande gusto che alterna brillantezza, musica popolare e quella cordialità domestica che rende Dvořák sempre così apprezzato dal pubblico. Un brano apparentemente slegato rispetto agli altri due diventa in realtà perfetta conclusione di questa serata senese con i cinque strumentisti che concludono il concerto con un incredibile affiatamento, con l’autentico spirito del far musica da camera.

Tra le mura chigiane si è celebrato probabilmente uno dei due o tre concerti più belli delle ultime edizioni del festival.

Luca Di Giulio
(6 luglio 2022)

La locandina

Quartetto Prometeo
Violino Giulio Rovighi
Violino Aldo Campagnari
Viola Danusha Waskiewicz
Violoncello Francesco Dillon
Contrabbasso Giuseppe Ettorre
Programma:
Giacinto Scelsi
Manto
John Cage
String Quartet in Four Parts
Antonin Dvořák
Quintetto n. 2 in sol maggiore op. 77

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