Siena: Pappano e Batiashvili per Beethoven e Schumann

Chiamata ad inaugurare la stagione numero 100 dell’Accademia Chigiana, che per tradizione avviene il giorno 22 novembre, Santa Cecilia, è proprio l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia diretta da Sir Antonio Pappano con la violinista georgiana Lisa Batiashvili. Purtroppo questioni organizzative e di calendario non hanno consentito di rispettare la data del 22 novembre, ma non crediamo che la santa patrona della musica possa aversene avuta a male. Il programma è quello delle grandi occasioni: il Concerto per violino e orchestra in re maggiore op.61 di Ludwig van Beethoven e la Seconda sinfonia in do maggiore op.61 di Robert Schumann.

Scritto in un anno insolitamente felice, il 1806, insieme ai quartetti Razumowsky op.59 ed alla Quarta sinfonia op.60 è probabilmente per il pubblico una delle pagine più amate di Beethoven e tra le pagine in assoluto più eseguite del repertorio per violino e orchestra.

Fin dalle prima note dell’introduzione la luminosità di questa musica sotto le mani di Pappano pervade la sala, una luminosità che però non va a scapito dei contrasti della partitura: severo e asciutto nel delineare le parti in minore. Lodevole il tentativo di cercare e trovare, anche in una sala non felicissima dal punto di vista dell’acustica, sempre i pianissimi.

Il direttore accompagna la solista magnificamente in un dialogo estremamente fluido ed affiatato, estemporaneo e maturato in una lunga serie di concerti insieme. Si mette particolarmente in vista tra i musicisti dell’orchestra il primo fagotto Francesco Bossone protagonista di due superlativi momenti di dialogo con la violinista nel primo e nel terzo movimento.

A conclusione della prima parte la Batiashvili propone un bis con i soli archi dell’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia: il corale “Ich ruf zu dir, Herr Jesu Christ” (Ti invoco, Signore Gesù Cristo) dalla omonima cantata sacra BWV 177 nella trascrizione di Anders Hillborg. Una pagina inconsueta nella sua intimità e nel suo accorato lirismo.

La Sinfonia di Schumann proposta nella seconda parte, accomunata al concerto solamente dal numero d’opera, è sicuramente la più moderna ed innovativa del sinfonismo dell’autore di Zwickau, la cui produzione sinfonica è stata per lungo tempo afflitta da critica avversa che vedeva in Schumann un orchestratore inefficace. L’originalità del materiale e delle soluzioni strumentali delle sinfonie e nella fattispecie della Seconda è sotto le orecchie di tutti e crediamo possa essere oggi letta più come una volontaria scelta di scostamento rispetto agli autori precedenti che l’opera di un inetto orchestratore. Come scriveva Lamberto Bartoli in un vecchio programma di sala che ricordiamo sempre con piacere: “Schumann non sapeva scrivere per l’orchestra, faceva (forse) fare all’oboe, ciò che di solito fa il violino; sbagliava, magari, nella scrittura degli strumenti traspositori; non dava equilibrio tra le varie famiglie di strumenti, ecc. E va bene. Nella Maestà di Duccio non c’è prospettiva; abbonda invece, e perfetta, nei quadri di Pietro Aldi […]”.

Pappano ne fa una lettura vigorosa con delle intuizioni di grande valore, ma forse smussando un po’ troppo alcune asperità della partitura che è ricca di scatti improvvisi sia di tempo che di dinamica. Eccellente e compattissimo il delicato Scherzo che sprezzante dei rischi prende ad un metronomo davvero veloce. Ma è nello struggente Adagio espressivo con tutta la sua cantabilità che il direttore italo-britannico si esprime al meglio: interessanti alcune scelte di articolazioni e di fraseggio nell’esporre il tema e nello svolgimento di tutto il movimento. Liberatorio il passaggio dal do minore del terzo movimento al luminosissimo do maggiore del Finale che conclude la sinfonia. Il pubblico senese accorso numeroso in un Teatro dei Rinnovati “tutto esaurito” reclama a gran voce un bis: una mirabile Ouverture da “Le Nozze di Figaro” di Mozart vivida e brillante, degno commiato di un concerto che valeva davvero le numerose ore di viaggio affrontate per ascoltarlo.

Luca Di Giulio
(18 novembre 2022)

La locandina

Direttore Antonio Pappano
Violino Lisa Batiashvili
Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Programma:
Ludwig van Beethoven
Concerto in re magg. per violino e orchestra op. 61
Robert Schumann
Sinfonia n. 2 in do magg. per orchestra op. 61

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