Siena: Tracce/2 Elogio del Quartetto

Per chi percepisce da sempre e in qualunque repertorio il quartetto d’archi come un microcosmo di straordinaria vitalità creativa, sonora e comunicativa, il secondo appuntamento del Chigiana International Festival 2024 è imperdibile: il Quartetto Prometeo su musiche di György Ligeti, Emanuele Casale, Salvatore Sciarrino. Cosa vogliamo di più?

Luciano Berio, qualche anno fa, lo ha detto meglio di me… (il quartetto) strumento la cui dialettica fra individualità ed unanimità, fra autonomia e omogeneità, sembra porsi come paradigma di una società ideale. Qualcuno è arrivato a definirlo… una grande scuola di democrazia. Nella sala Viligiardi di Palazzo Chigi Saracini (la fortezza dell’Accademia Chigiana) ricca di retoriche settecentesche, le due avvenenti statue dietro il palco, che rappresentano Melodia e Armonia, paiono anche loro in trepidante attesa.

La data di composizione del Quartetto n.1 di Ligeti Metamorphoses nocturnes (1953-54) assume in questo caso una certa importanza. Sono gli anni bui dell’Ungheria immersa in pieno realismo socialista, il riferimento al buio della notte è evidente, il buio della ragione, l’isolamento culturale, l’arte come mero strumento di consenso. Ligeti sviluppa il concetto di metamorfosi come reazione, contrapposizione al buio. Le costanti variazioni, trasformazioni su un motivo base, il continuo trasfigurare di timbri e sonorità inusuali possiamo leggerlo come disperata ricerca di una luce possibile. La traccia bartokiana pulsa ancora evidente nei vigorosi passaggi in ritmo dispari, nelle visioni del folklore slavo, nelle irruenti cascate. Il magico gioco degli equilibri tra le corde si esalta in un dialogo/scontro, un rincorrersi intrigante di linee, voci e sussurri, tra improvvisi brevi lampi di silenzio, una quiete sempre increspata. Nel finale riappare il tema centrale, come uno svolazzo melodico che però si distorce, si dissolve in una pace sospesa colma di interrogativi.

Mentre Sciarrino sul palco spiega i perché, le motivazioni che stanno dietro alla necessità di revisionare il suo Quartetto n.8 “delle Seste” (la cui prima esecuzione nel 2009 fu affidata proprio al Quartetto Prometeo) rifletto su come la figura del compositore siciliano sia così riconosciuta e consolidata che usiamo comunemente – in ambito critico ma non solo – il termine sciarriniano per definire una specifica, riconoscibile area di ricerca sonora e compositiva. Un maestro. Questa premessa per evidenziare, forse una banalità, come il Quartetto n. 8 sia profondamente sciarriniano.

Nella composizione sono infatti presenti molti elementi, estetiche e poetiche che caratterizzano il suo percorso creativo. Per prima cosa l’uso del silenzio, concepito non come vuoto ma elemento ambientale, psicologico decisivo nello sviluppo della costruzione drammaturgica, in questo Sciarrino è molto lontano dal Cage di 4’33’’. Il Quartetto si apre su un fitto dialogo, spezzettato e nervoso, tra gli strumenti, situazione che ritroveremo ripetuta più volte in modo ciclico. Riscopriamo poi diffusa quella particolarissima ricerca di sonorità sorprendenti, soffi, respiri, fruscii, suoni multipli, versi animaleschi, che va a disegnare un immaginifico paesaggio dove sofisticati fantasmi sonori si aggirano, ci parlano. Queste tracce, nello scintillante equilibrio delle voci del quartetto, trovano un senso, un vissuto drammaturgico in una partitura che sa più di sceneggiatura.

Casale con Smiling Crash Center, primo brano di un’ampia suite per quartetto ancora in cantiere, accumula invece materiali diversi all’interno di una caleidoscopica, coinvolgente architettura ritmica, marcata, quasi schizofrenica. Ritmo, velocità di pensiero, urgenza di comunicare usando codici riconoscibili che il compositore racchiude all’interno del termine ampio di cultura underground . Il suo breve lavoro come una corsa verso qualcosa, attraverso linguaggi musicali diversi e riconoscibili, amplificati dalle mille possibilità poetiche del quartetto d’archi, ci ricorda la centralità del corpo, del movimento. In attesa delle prossime puntate.

Gli aggettivi riguardo al Quartetto Prometeo li abbiamo praticamente finiti. Nel racconto della bella e calda serata senese ci piace sottolineare, oltre le conferme della magistrale compattezza sonora, del travolgente piacere di suonare insieme trasmesso, come il vibrante talento strumentale divenga  quasi un accessorio per una formazione che fa dell’immersione culturale ed emotiva nelle partiture uno strumento vitale.

Paolo Carradori
(6 luglio 2024)

La locandina

Quartetto Prometeo
Violino Nurit Stark
Violino Aldo Campagnari
Viola Danusha Waskiewicz
Violoncello Francesco Dillon
“Metamorphosis”
Programma:
Emanuele Casale
Smiling Crash Center (prima assoluta)
Salvatore Sciarrino
Quartetto n.8 “delle Seste” (prima assoluta della nuova versione)
György Ligeti
Quartetto n.1 Métamorphosen Nocturnes

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