Siena: un signor Don Pasquale

«Speriamo che la regia non sia moderna!» Questa è la recondita speranza che spesso si ha in procinto di assistere a una nuova messa in scena di un’opera lirica.

Con il termine “regia moderna” si è soliti definire quelle visioni volte ad attualizzare delle opere di repertorio. Trasportarne l’ambientazione ai giorni nostri, lontana dal progetto originario, suscita reazioni contrastanti nel pubblico. C’è chi, colto forse da un pregiudizio verso ogni forma di attualizzazione, si ferma a guardare soltanto l’aspetto esteriore, non esitando ad additare lo spettacolo come “blasfemo” solo se i personaggi sono in abiti contemporanei o se la vicenda viene trasposta in qualche universo utopico o distopico, senza provare ad approfondire il senso della visione, il nuovo punto di vista – per intenderci – che il regista ha cercato di comunicare. Questo tipo di spettatore, appena descritto in maniera volutamente sintetica e riduttiva, ha ragione solo quando la regia dell’opera – con tutto quello che questa parola comprende, includendo anche costumi o scenografia – non implica un confronto culturale tra i codici dell’opera originaria e quelli dell’attuale destinatario. Si tratta di un confronto non certo semplice, perché implica una mediazione tra un mondo idealmente molto distante che richiede allo spettatore di calarsi nell’” universo di senso” dell’opera come è stata creata, cogliendo il significato che in essa è contenuto, in un dialogo interculturale tra il nostro attuale sistema di pensiero e quello di diversi secoli fa.

In questa operazione di non facile realizzazione – ovvero che il regista riesca a comunicare il “senso” dell’attualizzazione in maniera realmente efficace – è mirabilmente riuscito il Don Pasquale andato in scena il 20 e il 22 luglio al Teatro dei Rinnovati di Siena all’interno del Chigiana International Festival & Summer Academy 2024 “Tracce”. Il progetto fa parte del Chigiana OperaLab, laboratorio che offre a giovani cantanti, direttori d’orchestra, registi e scenografi l’opportunità di lavorare con formazioni strumentali e professionisti affermati, garantendo un’esperienza diretta di palcoscenico.  Don Pasquale nasce dalla sinergia tra il Corso di Direzione d’Orchestra di Daniele Gatti e Luciano Acocella dell’Accademia Musicale Chigiana e i Solisti dell’Accademia del Maggio Musicale Fiorentino; coinvolge professionisti come il regista Lorenzo Mariani, lo scenografo William Orlandi – da poco scomparso -, il light designer Marco Filibeck e il video designer Mattia Diomedi, oltre a giovani collaboratori della Verona Opera Academy, dell’Accademia delle Belle Arti di Brera e dell’Accademia del Teatro alla Scala di Milano. L’Orchestra Senzaspine di Bologna è la formazione giovanile in residenza per il Corso di Direzione d’Orchestra. All’opera ha partecipato anche il Coro della Cattedrale di Siena “Guido Chigi Saracini”, con Lorenzo Donati maestro del coro.

La vicenda di Don Pasquale in sé non ha nulla di originale: la trama, quella del ricco vecchio gabbato da giovani spiantati che vogliono sposarsi, è una costante dei canovacci della Commedia dell’Arte cinquecentesca, che si è poi radicata nei generi settecenteschi dell’intermezzo e dell’opera buffa.

La novità registica sta nella rilettura delle antiche maschere nei loro corrispettivi moderni: ecco che Don Pasquale è il trader della “Don Pasquale Holding”, quotata in borsa con cifre da capogiro; il nipote Ernesto vive all’ombra dello zio con tutti gli agi possibili e può benissimo dedicarsi a giocare a golf senza neanche andare in un campo, ma facendo uso del visore per la realtà virtuale; Malatesta ricopre ancora la sua funzione di dottore factotum, mentre Norina – la giovane vedova – è un’influencer che si mette nell’atteggiamento di fare sport per postare le sue foto sui social. Va da sé che questo assortimento diventi un mix comico esplosivo, cui  contribuisce anche la freschezza dei giovani interpreti: Matteo Torcaso, nelle vesti di Don Pasquale, combina ottime capacità attoriali e disinvoltura scenico-interpretativa e farà sicuramente parlare di sé in futuro; il Malatesta di Matteo Mancini si è dimostrato all’altezza dello scaltro personaggio, senza alcun cedimento nelle due recite; Lorenzo Martelli, Ernesto, riesce a coniugare la giusta liricità richiesta dal ruolo semi-serio, convincendo a più riprese in tutte le sfumature sentimentali a lui affidate; la frizzante Norina di Nikoletta Hertsak è la vera star delle due serate: eccellente padronanza tecnica e capacità di modulare la voce in dinamiche estreme, mantenendola sempre timbrata, immedesimandosi totalmente nel personaggio. Sebbene il Notaro abbia una presenza ridotta nella narrazione, Zheng Yukang riesce a distinguersi, interpretandolo al meglio e dando prova di sicura capacità nell’affrontare ruoli anche più impegnativi.

Andrea Alessandrini, Sieva Borzak, Giovanni Conti, Kai Johannes Polzhofer, Sukjong Kim, Davide Trolton sono i giovani direttori che si sono alternati sul podio nell’arco delle due serate. Molto interessante è stato assistere a questo passaggio di testimone e poter ascoltare quanto ciascuno abbia saputo imprimere la propria cifra interpretativa nei vari segmenti affidati. Una menzione speciale per Giovanni Conti, che nel complesso si è saputo distinguere.

Risate a scena aperta a più riprese e numerosi e lunghi applausi hanno scandito il corso delle rappresentazioni, salutate infine con vivo riconoscimento verso tutti gli artisti e i settori coinvolti. Vedere in azione un numero così cospicuo di giovani e l’impegno da parte di istituzioni – che si occupano di formazione come prima missione – nella riuscita di un risultato degno di un teatro d’opera costituisce senza alcun dubbio uno dei più incoraggianti segnali che il teatro musicale in Italia può godere ancora di ottima salute.

Margherita Abate-Lesti
(22 luglio 2024)

La locandina

Regia Lorenzo Mariani
Scene e costumi William Orlandi, Francesco Bonati
Luci Marco Filibeck
Video Mattia Diomedi
Personaggi e interpreti:
Don Pasquale Matteo Torcaso
Dottor Malatesta Matteo Mancini
Ernesto Lorenzo Martelli
Norina Nikoletta Hertsak
Un Notaro Zheng Yukang
Orchestra Senzaspine
Coro della Cattedrale di Siena “Guido Chigi Saracini”
Mestro del Coro Lorenzo Donati

0 0 voti
Vota l'articolo
Iscriviti
Notificami

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

0 Commenti
più vecchi
più nuovi più votati
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti