Un programma intenso, il cui tema dell’oppressione presente in Nabucco e Macbeth si è alternato con pagine di intensa spiritualità tratte da Otello e La forza del destino, inframezzate dalle sinfonie ribelli della Giovanna d’Arco e I vespri siciliani.
Compito dei festival è anche quello di proporre in cartellone opere raramente allestite, quindi ottima la scelta del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino di mettere in scena come primo titolo operistico del Festival di Carnevale La finta semplice di Mozart, che il genio salisburghese compose quando aveva appena 12 anni, nel 1768.
Il cast scelto per questa ripresa è assolutamente adeguato: ognuno dei protagonisti è ben caratterizzato nel ruolo, anche i comprimari, sia vocalmente sia nella presenza scenica, che trasmette la percezione di un lavoro “di gruppo”, di affiatamento.
Attualizzare non vuol dire necessariamente stravolgere, anzi; la trasposizione degli eventi narrati in un’opera per renderne immediatamente intellegibili al pubblico contemporaneo lo spirito e il significato è in certo senso doveroso.
Clarissa Lapolla