Con il suo bel gesto Mariotti ha sottolineato la profondità della scrittura sinfonica delle pagine verdiane, scritte per l’occasione parigina. Dal colore spagnoleggiante delle danze per Don Carlos alla cupezza del sabba delle streghe di Macbeth alle danze delle quattro stagioni, colorate di folclore siciliano.
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Rivedere il pubblico in sala – è stato venduto il numero massimo di biglietti permesso dalle attuali norme – è pura emozione e il sentimento si amplifica se i palchi e le gallerie vedono la presenza di soli Millennials, ovvero di ragazzi dai 18 ai 30 anni ai quali il teatro ha scelto, con gesto più che simbolico, di riservare in esclusiva l’ingresso.
Dopo sei mesi il Teatro dell’Opera di Roma riapre le sue porte al pubblico con un concerto sinfonico diretto dal maestro Michele Mariotti interamente dedicato a Giuseppe Verdi.
La sala sarà tutta per i Millennials: i biglietti per assistere al concerto, al costo di 2 €, in vendita online esclusivamente per i giovani tra i 18 e i 30 anni.
La chiesa di San Marco in Milano è luogo di memorabili eventi come la prima esecuzione assoluta della Messa da Requiem di Giuseppe Verdi avvenuta nel maggio del 1874.
Si è conclusa il Week-end scorso al Teatro “Gaetano Fraschini” di Pavia l’avventura nel Circuito Lombardo della Nuova Produzione di “Falstaff”. Il lavoro che conclude il Catalogo Verdiano è senza dubbio una di quelle sfide artistiche di rischio capitale, sia musicale che drammaturgico.
Il ricordo di Attila alla Scala svanirà presto. Sfumeranno Livermore e la sua regia passepartout – sangue, macerie, video, tableau vivant da Raffaello e citazioni cinefile da Portiere di notte; Chailly e la sua direzione protesa a far sembrare capolavoro quel che capolavoro non è […]
La nuova stagione 2018/19 dell’Opera di Roma si inaugura domenica 2 dicembre alle 18.00 con il nuovo allestimento del Rigoletto di Verdi: dirige Daniele Gatti, alla regia Daniele Abbado
L’inaugurazione della Stagione Lirica è nel nome di Giuseppe Verdi con Un ballo in maschera, dedicato direttore parmigiano Cleofonte Campanini nel centenario della morte e presentato nello storico allestimento realizzato da Giuseppe Carmignani nel 1913, in occasione delle prime celebrazioni verdiane, ideate, finanziate e dirette dallo stesso Campanini.
Barricate, fucilieri, carrozze, dragoni a cavallo, martinit, nobili, borghesi, popolani, sorelle infermiere, bandiere austriache e tricolori, cannoni e moschetti, il tutto intorno e dentro al Teatro alla Scala che da Tempio della Lirica e simbolo di Milano diviene il Tempio di Gerusalemme, con uno scarto temporale dell’azione, spostata da Arnaud Bernard nel 1848, durante i moti contro l’abdicando Kaiser Franz Karl d’Asburgo Lorena.
Composta sul finire del 1848, solo tre anni prima del Rigoletto, La battaglia di Legnano è in pratica la vera e forse unica opera risorgimentale di Verdi, ben più di Nabucco o Vespri. Il merito va in gran parte all’ostinazione del librettista Salvatore Cammarano, perché Verdi e Ricordi avrebbero preferito un soggetto ricavato dal più apertamente patriottico Rienzi di Bulwer-Lytton.
Chiusura di stagione 2017-2018 al Teatro Municipale di Piacenza, con teatro esaurito, per la riproposta de Il Corsaro di Giuseppe Verdi nel consolidato allestimento di Lamberto Puggelli (allestimento del Teatro Regio di Parma con il Carlo Felice di Genova) datato 2004, riallestito da Grazia Pulvirenti Puggelli nelle date di venerdì 4 e domenica 6 maggio 2018.
In poco più di centocinquanta pagine, dense e sapide, Alberto Mattioli raddrizza il timone rendendo a Verdi quel che è di Verdi, e lo fa con ironia e leggerezza degne del miglior Barilli, del quale il giornalista e critico musicale modenese (quanti tesori custodisce l’Emilia!) è di fatto l’erede naturale.
Dal 7 al 12 febbraio sarà in scena a Teatro i “Giuseppe Verdi a Napoli” di Antonio Tarantino, fresco vincitore del premio Ubu alla carriera, “alfiere fuori controllo di una nuova drammaturgia”.
La Fondazione Teatro La Fenice inaugura la Stagione Lirica e Balletto 2017-2018 con Un ballo in maschera di Giuseppe Verdi. Il melodramma in tre atti, su libretto di Antonio Somma, torna sul palcoscenico di campo San Fantin a quasi vent’anni dalla sua ultima messinscena veneziana in un nuovo allestimento con la regia di Gianmaria Aliverta, le scene di Massimo Checchetto, i costumi di Carlos Tieppo, le luci di Fabio Barettin e i movimenti coreografici di Barbara Pessina. A guidare l’Orchestra e Coro del Teatro La Fenice sarà il pluripremiato maestro coreano Myung-Whun Chung.
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