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Altro che celebrazione della libertà di scelta delle donne: qui si casca, come purtroppo spesso accade, nella “tradizione”.

Il tenore messicano incarna plasticamente il canto donizettiano in tutte le sue molteplici screziature, rendendolo attraverso un’incredibile varietà di accenti; Camarena colora, fraseggia, fila, smorza, infiamma sempre in un ammirevole aderenza al dettato musicale e alla parola.

Quasi dieci minuti di applausi, più quelli – numerosi – a scena aperta hanno salutato la conclusione della seconda recita della Favorite messa in scena al Festival Donizetti Opera in un allestimento di altissimo livello; e sono applausi ben più che meritati

Nelle locandine brillano i nomi di alcune star internazionali come Javier Camarena, Alessandro Corbelli, Alex Esposito, Pietro Spagnoli e Annalisa Stroppa.

Riccardo Frizza lavora di cesello tessendo una trama sonora punteggiata di colori soffusi e retta da dinamiche calibratissime, il tutto a rendere il narrato musicale fluido e affabulante.

Alcuni degli artisti ospiti del Donizetti Opera aprono le porte di casa al pubblico dei social per sostenere la raccolta #Bergamoaiuta del Comune di Bergamo. Il pubblico può partecipare sin da subito con le foto dei propri abiti e accessori

Donizetti Opera

Sono cinque i titoli d’opera che compongono la sesta edizione del Donizetti Opera, festival internazionale dedicato al compositore bergamasco, organizzato dalla Fondazione Teatro Donizetti e affidato alla direzione artistica di Francesco Micheli e a quella musicale di Riccardo Frizza.

È la visionarietà di Berlioz ad aprire la stagione sinfonica 2019/20 dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. La Grande Messe des morts, spesso per praticità chiamata semplicemente Requiem, ha riempito il palco della Sala Santa Cecilia del Parco della Musica giovedì 10 aprile, alle 19.30.

I Puritani, il melodramma serio in tre parti su libretto del conte Carlo Pepoli ispirato al dramma storico “Têtes rondes et Cavaliers” di Jacques-Arsène-François Polycarpe d’Ancelot e Boniface-Xavier Santine, a sua volta ispirato al Walter Scott di “Old Mortality” mancavano dall’Opéra Bastille da ben sei anni.

Ebbe accoglienza tiepida, la sera dell’undici febbraio 1840, la Fille du régiment, tanto che Berlioz all’indomani la recensì assai negativamente, così come il pubblico non perdonò le défaillances di Mécène Marié de l’Isle, il primo Tonio.