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La storia esecutiva della Sesta e della Settima Sinfonia inizia con due degli eventi pubblici più noti, ma anche più singolari – se confrontati l’uno con l’altro – della biografia di Beethoven. Le prime esecuzioni si ebbero infatti a Vienna, a distanza di cinque anni, nel corso di concerti dai risultati praticamente opposti, fra i poli del vero e proprio disastro e del trionfo.

Se all’epoca il progetto registico di Deborah Warner accolse qualche perplessità, a distanza di tempo si può affermare che la negazione di una definizione spazio-temporale e la volontà di stilizzare la dimensione affettiva – complice la concertazione di Myung-Whun Chung – hanno reso ancora più incisivo il messaggio beethoveniano.

La stagione sinfonica 2017-2018 promossa dalla Fondazione Orchestra Haydn di Bolzano e Trento si sta avviando alla conclusione. L’ultimo appunto vedrà protagonista il marimba, supportato dai timpani, come strumenti solista nella prima esecuzione assoluta di una composizione dedicata a questi due strumenti appositamente commissionata al compositore brasiliano Ney Rosauro.

Tre grandi autori e due straordinari interpreti sono stati protagonisti del settimo appuntamento della Filarmonica della Scala. Al suo ingresso l’orchestra si è disposta alla tedesca lasciando presagire la provenienza e le intenzioni sonore del direttore.

Schumann si addice all’Orchestra del Teatro Olimpico. Nella serata in cui campeggiava la Quinta di Beethoven – omaggio sintomatico, visto che il concerto si è tenuto esattamente nel giorno anniversario della morte del gigante tedesco (26 marzo 1827) – l’orchestra giovanile vicentina ha trovato e dato il meglio al cospetto della Quarta schumanniana.

Beethoven è in ritardo di quasi un anno. Naturalmente, lo si dice per gusto del paradosso. Uno avanti come Ludwig van, per definizione non può essere in ritardo: anzi, appare quasi sempre in anticipo, sul quadrante della storia e a maggior ragione su quello della musica. Molto più semplicemente, il ritardo è di Filippo Gamba, l’eccellente pianista veronese cui la Società del Quartetto di Vicenza ha affidato l’esecuzione delle integrale delle Sonate per pianoforte del genio tedesco.

Per la diciannovesima volta consecutiva laVerdi brinderà al nuovo anno con il suo pubblico e con Milano, intonando le note immortali del prodigioso Inno alla Gioia – esaltante finale della Nona Sinfonia di Beethoven […]

Per il concerto di questa sera [martedì 28 novembre da] non immaginavo di scrivere una recensione. Tuttavia l’esecuzione di Martin Helmchen mi ha fatto rapidamente cambiare idea.

Entusiasmante conclusione della stagione sinfonica dell’Accademia Filarmonica di Verona con un concerto straordinario del pianista russo Grigory Sokolov. Un fine stagione che ha consentito al numerosissimo pubblico presente al Teatro Filarmonico di ascoltare uno dei più formidabili interpreti al pianoforte oggi in circolazione […]

La pianista ucraina Valentina Lisitsa è un personaggio particolare del mondo musicale internazionale. In molti l’hanno conosciuta attraverso la sua copiosa produzione video, che l’ha resa una delle interpreti più amate di YouTube, ma il suo percorso è costellato di scelte particolari escogitate con furbizia ed intelligenza.

Ci sono occasioni nelle quali solo il silenzio può esprimere con pienezza l’oceano di emozioni che si susseguono al concludersi di un’esperienza sconvolgente ed insieme appagante. Non un silenzio vuoto, fine a se stesso, ma al contrario un silenzio denso e ricco.

Ecco, il concerto della Philharmonia Orchestra, con Esa-Pekka Salonen sul podio, inviterebbe al non parlare per l’oggettiva impossibilità di trovare parole adatte a descriverne l’incomparabile meraviglia; tuttavia il cronista deve in qualche modo rendere conto di ciò che ha ascoltato, pur rendendosi conto che gran parte di ciò che dirà risulterà insufficiente, se non inadeguato.