Tempo ritovato esplora nuove dimensioni del teatro

È da quando i teatri sono stati costretti alla chiusura all’inizio della prima ondata pandemica – nella quale tuttora permangono in una lunga sospensione interrotta solo e troppo brevemente dalla tregua estiva lasciata dal virus – che il mondo dello spettacolo dal vivo è stato messo dinanzi alla necessità di ripensarsi e di riproporre se stesso in una dimensione che prescinda dal contatto con il pubblico ma allo stesso tempo capace di riannodare il filo spezzato attraverso mezzi “atipici” o “non propri”.

Quello dalla tridimensionalità usuale allo spazio a due dimensioni dello schermo – sia esso quello della televisione o il monitor di un computer – non è un salto da poco, perché contesti diversi richiedono modalità differenti per far passare il medesimo messaggio.

Qualcuno lo ha capito, in verità pochi, mettendosi in gioco attraverso linguaggi nuovi mentre altri propongono in rete operazioni che non tengono conto, se non addirittura sembrano rifiutare, della necessità imprescindibile di adattarsi.

Tra i pionieri del nuovo corso è da ascrivere sicuramente la Fondazione Rete Lirica delle Marche che, lo scorso 23 gennaio ha messo in rete – dove resterà visibile sul canale YouTube della FondazioneTempo ritrovato, video poema musicale scritto e diretto da Cecilia Ligorio e Benedetto Sicca da un’idea della stessa Ligorio e di Luciano Messi.

L’operazione, del tutto riuscita, non è sostitutiva ma complementare allo spettacolo dal vivo e proprio per questo intrigante nel suo proporsi.

Lo spazio domestico in cui l’attore Simone Tangolo è costretto dal confinamento imposto dall’emergenza pandemica e dove la vita scorre inesorabilmente uguale a sé stessa in ripetersi continuo – i dialoghi di C’era una volta in America sono citati a memoria dal protagonista – si apre, nel sogno a cui il protagonista si abbandona, a spazi che si credevano perduti e che di contro prendono vita in una dimensione altra ricreata dal video design di Giovanni Culmone, le luci di Ludovico Gobbi con l’assistenza di Margherita Simionati, il disegno del suono di Renato Grieco e la drammaturgia musicale affidata a Chiara Mallozzi.

Il mezzosoprano Francesca Di Sauro diventa, come Nicklausse per Hoffmann, la guida per la conoscenza e l’appropriazione di un ambito fatto di richiami, note e parole, il tutto in un teatro vuoto dove ogni elemento è sospeso in un limbo spazio-temporale indefinita.

L’opera, con il supporto del Quintetto d’archi dell’Orchestra Filarmonica Marchigiana e il Sestetto dell’Orchestra Sinfonica G. Rossini, si mescola col cinema – l’Habanera “contaminata” con American Beauty è geniale – in un’osmosi emozionale continua e convincente.

In poco più di trenta minuti si condensano tutte le speranze di un tempo che ritrova se stesso e si fa a sua volta ritrovare attraverso la musica intesa come riappropriazione dello spazio, permettendo allo spettatore di immaginare un mondo che vada al di là della routine per ritrovare dimensioni “altre”.

Alessandro Cammarano
(23 gennaio 2021)

La locandina

Tempo Ritrovato
Video poema musicale
Scritto e diretto da Cecilia Ligorio e Benedetto Sicca
da un’idea di Cecilia Ligorio e Luciano Messi
Video designer Giovanni Culmone
Sound designer Renato Grieco
Light designer Ludovico Gobbi
Drammaturgia musicale Chiara Mallozzi
Assistente ai video Margherita Simionati
Mezzosoprano  Francesca Di Sauro
Attore  Simone Tangolo
Quintetto d’archi della FORM – Orchestra Filarmonica Marchigiana
Sestetto dell’Orchestra Sinfonica G. Rossini
Pianoforte Cesarina Compagnoni e Claudia Foresi

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