Torino: Koopman e i Brandeburghesi
Monumento alla civiltà strumentale e musicale del periodo barocco, i Six Concerts avec plusieurs instruments, così il titolo originale, furono composti da Johann Sebastian Bach per il margravio Christian Ludwig von Brandeburg durante il periodo 1718-1721 quando Bach era Kapellmeister alla corte del principe Leopold di Anhalt-Köthen. Probabilmente mai eseguiti dall’orchestra del margravio, in quanto molto sottodimensionata rispetto alle loro esigenze, i concerti furono archiviati con altre opere suddivise poi tra i cinque eredi. Solo nel 1850, a cento anni dalla morte del compositore, furono resi pubblici e stampati. Sorta di campionario di modelli virtuosistici del tempo, i sei concerti presentano sensibili differenze nell’organico strumentale e nello stile. Tutti in tono maggiore, il che dà loro una particolare maestosità e brillantezza, e ispirati alla forma del concerto grosso, sperimentano combinazioni strumentali innovative.
L’innovazione formale, la maestria contrappuntistica e l’audacia timbrica dei Brandeburghesi sono la sfida che Ton Koopman – direttore, clavicembalista, organista e musicologo – affronta con la sua orchestra per la stagione di Lingotto Musica. Da lui fondata nel 1979, la Amsterdam Baroque Orchestra è una compagine totalmente dedita alla musica barocca – «Pongo il limite alla morte di Mozart», ha detto Koopman riguardo alle sue scelte musicali – con l’unica eccezione della registrazione del Concert Champêtre di Poulenc.
Johann Sebastian Bach è il principale riferimento del direttore olandese, che al compositore di Eisenach ha dedicato l’ambizioso progetto di registrare il ciclo completo delle sue Cantate, sia sacre che profane. Con una carriera di oltre sessant’anni e pioniere della prassi musicale storicamente informata, per Koopman l’obiettivo è quello di raggiungere l’autenticità nell’esecuzione, utilizzando strumenti storici dell’epoca della composizione o copie fedeli, utilizzando temperamenti musicali storici e adottando lo stile esecutivo dell’epoca.
Qui nella doppia veste di direttore e solista al clavicembalo e in un ambiente che non è dei più adatti per sonorità – ma appena capiente per il pubblico che ha gremito fino all’ultimo posto l’Auditorium Agnelli – Koopman ricrea questa straordinaria raccolta di concerti sottolineandone le peculiarità timbriche e l’invenzione formale con un suono morbido e una precisione esecutiva assoluta, anche nel caso di strumenti di intonazione impervia quale la tromba barocca in fa dalla penetrante sonorità, che ha trovato in Sander Kintaert interprete magistrale nel Concerto n° 2 in Fa dove al ripieno degli archi Bach contrappone quest’insolito concertino di tromba, flauto dolce, oboe e violino. Una composizione che non nasconde l’influenza della musica italiana nel modello vivaldiano con il tradizionale taglio in tre movimenti, dopo che invece il Concerto n° 1, anche lui in Fa, si era ispirato al gusto francese. Originariamente portava l’indicazione di Sinfonia essendo il movimento inizialedella Jagdkantate BWV 208, una musica da caccia sottolineata dai due corni che sono assenti solo nell’adagio. Anche il violino piccolo, suonato dal Konzertmeiser Catherine Manson, dà un colore particolare a questo pezzo, l’unico in quattro movimenti essendo il finale un’alternanza di due danze, un minuetto e una polonaise, combinate con la ripetizione ciclica del trio.
I sei concerti vengono eseguiti in due parti separate dall’intervallo. Nella prima si ascoltano quelli dispari, tra cui quindi il famosissimo Concerto n° 5 in Re, un’anticipazione del concerto per tastiera in quanto il clavicembalo, uno dei tre strumenti del concertino assieme al flauto traverso e al violino, qui assume il ruolo virtuosistico di strumento concertante solistico in un lungo intermezzo, un imprevedibile assolo che Koopman esegue con consumata maestria e sonorità talora inedite. Tutto per archi è invece il Concerto n° 3 in Sol che conclude la prima parte: un continuum trascinante in cui gli strumenti qui agiscono su un piano di assoluta parità, con spunti di straordinaria versatilità ritmica in un fitto gioco di incastri contrappuntistici splendidamente realizzati.
Un altro inedito gruppo solistico è quello del Concerto n° 6 in Si bemolle, forse il più antico e risalente a Weimar, dove due viole da braccio, due viole da gamba e violoncello stendono un colore particolare, dove non sono previsti strumenti a fiato e lo spettro timbrico è limitato al registro medio. Altro colpo di scena per il Concerto n° 4 in Sol – rielaborato successivamente per clavicembalo e due flauti come BWV 1057 – qui per «violino principale, due flauti d’echo, due violini, una viola in ripieno, violoncello e continuo» che si apre con un Allegro inusitatamente esteso in cui l’impegnativo ruolo solistico del violino tende al virtuosismo appena temperato dalla morbidezza sonora dei due flauti.
Una lettura quella di Koopman che, anche se non particolarmente originale o rivelatrice, bilancia egregiamente gli aspetti spettacolari dei sei pezzi con le esigenze di una prassi esecutiva rigorosa e attenta, senza sbandamenti di dubbio gusto come talora è capitato ascoltare. Tutti i 28 componenti dell’ensemble meriterebbero una menzione personale per l’eccellenza dimostrata nell’esecuzione di un programma accolto dai calorosi applausi del pubblico. Ed è con una ripetizione del finale del Concerto n° 4 che Koopman risponde alle insistenti chiamate. Domani sarà il Teatro del Monaco di Treviso ad ospitare il programma, giovedì il Ristori di Verona e venerdì il Sociale di Rovigo.
Renato Verga
11 marzo 2025
La locandina
Amsterdam Baroque Orchestra | |
Direttore | Ton Koopman |
Programma: | |
Johann Sebastian Bach | |
Concerto n. 1 in fa maggiore BWV 1046 21’ per due corni da caccia, tre oboi, fagotto, violino piccolo, archi e continuo | |
Concerto n. 5 in Re maggiore BWV 1050 22’ per flauto traverso, violino, clavicembalo, archi e continuo | |
Concerto n. 3 in Sol maggiore BWV 1048 14’ per tre violini, tre viole, tre violoncelli e continuo | |
Concerto n. 2 in Fa maggiore BWV 1047 13’ per tromba, flauto, oboe, violino, | |
Concerto n. 6 in Si bemolle maggiore BWV 1051 17’ per due viole da braccio, due viole da gamba, violoncello e continuo | |
Concerto n. 4 in Sol maggiore BWV 1049 16’ per violino, due flauti, archi e continuo |
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!