Torino: Petruska, burattino educato
Sul palcoscenico del Regio, trasformato in un teatro di marionette, il Nemorino dell’Elisir d’amore di Donizetti diventa Pinocchio; all’Auditorium Toscanini, invece, per il 10° concerto della stagione dell’Orchestra Sinfonica Nazionale rivivono le vicende del burattino Petruška innamorato della bella Ballerina che però gli preferisce il Moro nelle musiche per balletto che Igor’ Stravinskij scrisse per la stagione 1911 dei Ballets Russes di Sergej Djagilev.
Si tratta di una composizione strutturata in quattro quadri eseguiti senza soluzione di continuità e ognuno minuziosamente descritto. Il primo, ad esempio, è suddiviso in 14 parti: 1. introduzione; 2. un gruppo di festaioli ubriachi passa ballando; 3. il Maestro di Cerimonie intrattiene la folla; 4. un organetto appare nella folla con una ballerina; 5. l’organetto inizia a suonare; 6. la ballerina balla, battendo il tempo sul triangolo; 7. musica di un carillon, attorno al quale danza un’altra ballerina; 8. la prima ballerina suona di nuovo il triangolo; 9. l’Organetto e il Carillon smettono di suonare, il Maestro di Cerimonie riprende il suo passo; 10. ritorna l’allegro gruppo; 11. due tamburini, saliti davanti al Piccolo Teatro, attirano l’attenzione della folla con il loro rullo di tamburi; 12. nel Piccolo Teatro appare il Vecchio Mago; 13. il trucco magico; 14. danza russa. Ancora più complesso il quarto quadro suddiviso in 23 parti.
Ascoltato in forma concertistica, senza la “distrazione” visiva della scena, la partitura rivela i suoi formidabili tesori: una strumentazione rutilante di colori e ritmi popolari mixati in una fantasmagoria sonora che lascia senza fiato. Se si dovesse scegliere una pagina del Novecento che mettesse in luce le infinite possibilità di una grande orchestra sinfonica, questa sarebbe certo tra le più eleggibili.
Ben lo sa il direttore d’orchestra e compositore Patrick Hahn – ventinovenne di Graz che è il più giovane Generalmusikdirektor in Germania ora a capo della Sinfonieorchester und Oper di Wuppertal – anche pianista e cantante: su youtube si può vedere una sua performance di fine intrattenitore e su disco ha registrato le canzoni del cabarettista viennese Georg Kreisler. Questa figura così particolare del panorama musicale di oggi, per il suo debutto con l’OSN ha scelto proprio il brano stravinskiano nella seconda parte di una serata tutta russa. Calibratissima, pur nella esaltazione dei ritmi e dei colori della celeberrima pagina, la sua direzione ha un che di controllato che fa dell’irriverente burattino una figura a suo modo educata.
Seppure russa fino al midollo, la pagina nella sua lettura sembra così far tesoro della gloriosa tradizione sinfonica tedesca nello sviluppo dei temi e nell’equilibrio dell’impasto sonoro che non diventa mai volgare o semplicemente troppo chiassoso. Lungi dall’essere scandalizzati, come avvenne a suo tempo, gli ascoltatori rimangono incantati dalla ricchezza cromatica di questa pagina che Hahn restituisce nella sua eccezionale brillantezza con un gesto misurato e chiaro che mette in evidenza i tanti interventi solistici previsti.
Nella prima parte si ascoltano due brani di Dmitrij Šostakovič. Lo Scherzo n° 2 in Mi bemolle maggiore op. 7 è tra i primi brani orchestrali scritti dal compositore russo. Del 1924, è una ironica e breve composizione che confluirà nelle musiche del film La nuova Babilonia, pellicola del 1929 dei registi Grigorij Kozincev e Leonid Trauberg. Inizialmente richiama certe pagine grottesche di Sergej Prokof’ev, ma poi ingloba un evidente stile jazzistico, il tutto filtrato dalla elegante e ironica “viennesità” del direttore.
Il pezzo centrale della serata è ancora di Šostakovič ed è il suo Concerto n° 2 in Sol maggiore per violoncello e orchestra op. 126. Meno eseguito del più famoso Concerto n° 1 in Mi bemolle maggiore op. 126 di 17 anni prima è «opera curiosa, diversa da tutti gli altri concerti», scrive Franco Pulcini nel suo saggio sul compositore russo, «ma lavoro di notevole interesse, nella sua natura ombrosa e ambigua».
E cupo, anzi cupissimo, è il largo iniziale, che determina un’atmosfera scura non dissipata nei due Allegretti del secondo e del terzo tempo.
Solista di eccellenza è il violoncellista norvegese Truls Mørk che con il suo Montagnana del 1723 esalta la scrittura concertante di questa pagina con il suono caldo, intenso e pastoso del suo trecentenario strumento. Il Concerto n° 2 rinuncia alla facilità melodica, non ci sono motivi memorizzabili, il violoncello segue sue intime lunghe evoluzioni che Mork rende memorabili nella loro evidenza sonora. Le «velleità solistiche degli strumenti», è ancora Pulcini che lo scrive, si evidenziano nelle cadenze accompagnate o meglio doppiate in maniera inquietante dal controfagotto, dalla grancassa, dai sonaglini del tamburello… L’intensa performance del violoncellista riesce a dare un significato particolare a questa originalissima pagina musicale e il pubblico dimostra il suo apprezzamento con insistiti applausi che strappano al solista un fuori programma che non spezza il tono dominante del concerto, ossia il Declamato largo della Suite n° 2 di Britten.
Renato Verga
(30 gennaio 2025)
La locandina
Direttore | Patrick Hahn |
Violoncello | Truls Mørk |
Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI | |
Programma: | |
Dmitrij Šostakovič | |
Scherzo n° 2 in Mi bemolle maggiore per orchestra op. 7 | |
Concerto n° 2 in Sol maggiore per violoncello e orchestra op. 126 | |
Igor’ Stravinskij | |
Petruška, scene burlesche in quattro quadri |
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