Trapani: il Barbiere investe sui giovani

La settantacinquesima Stagione Estiva dell’Ente Luglio Musicale Trapanese ha visto la rappresentazione, venerdì 3 agosto 2023, de Il Barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini presso il Teatro “Giuseppe Di Stefano” di Villa Margherita. La versione eseguita a Trapani è quella nota come “di Bologna” e presente in Appendice all’Edizione Critica del Maestro Alberto Zedda per Ricordi. Questa versione fu riadattata da Rossini stesso per la ripresa estiva del 1816 presso il Teatro Contavalli, ripresa che, non prevedeva la presenza del tenore Manuel Garcia (che aveva creato il Ruolo del Conte d’Almaviva).  Occasione ghiotta per Gertrude Righetti-Giorgi (che aveva a sua volta creato il Ruolo di Rosina ed invece risultava presente nella Compagnia di Canto della ripresa Bolognese), la quale suggerì a Rossini di sostituire la seconda Aria di Rosina “Contro un cor che accende Amore” con un’altra inserita ex novo, “La mia pace, la mia calma” ed inoltre di affidarle “Cessa di più resistere” – concludendo così lei l’opera come atto di protagonismo senza per altro alcuna ragione drammaturgica, se non quella di produrre come risultato uno stravolgimento della Drammaturgia stessa e togliendo di fatto la scena al tenore.

L’Ente Luglio Musicale Trapanese – che si avvale oggi della Direzione Artistica del Maestro Walter Roccaro (pianista e già Direttore per sei anni del Conservatorio cittadino) – scegliendo di optare in favore di questa versione coglie nel segno, proponendo una opzione musicale possibile che si sposa perfettamente con l’impostazione scenica e registica dell’Allestimento. Danilo Coppola (che, oltre alla Regia, firma anche Scene, Costumi e Luci) punta dichiaratamente ad una analisi poliedrica degli agìti e, volendo rappresentarli tutti e al meglio, utilizza anche la tecnica dello stravolgimento della prospettiva spaziale per ottenere ulteriori punti di vista e fruizione. Tutto ciò considerato, si può dire che, nell’occasione Trapanese, l’Idea drammaturgica di realizzazione e la proposta musicale calzano a pennello.

Danilo Coppola, al secondo lavoro operistico (aveva già firmato La Traviata di Giuseppe Verdi e una versione scenica dello Stabat Mater di Giovanni Battista Pergolesi), costruisce una scenografia di eccellente fattezza e di sagace natura: come già accennato, questa serve sia a ribaltare le prospettive che a permettere una connotazione gestuale e consumistica di grande valore per ogni personaggio; intrinseco messaggio in questa realizzazione è  quello volto a significare come in una struttura solida e ben congegnata di edificio tutto quanto si rappresenta e vi si svolge all’interno e negli spazi prossimi possa essere rivoltato come un calzino e calzare nuovamente ed efficacemente a seconda degli esiti che la conduzione registica realizza.

Lavoro ottimo anche sotto il profilo dei Costumi, ancor di più se valutati in associazione alla caratterizzazione dei personaggi che è qui avvenuta evidentemente attraverso uno studio attento dei significanti intrinsechi di ciascuno di essi. Di felice accompagnamento le Luci, specialmente quando vengono usate per rilevare la naturale scenografia della Villa Margherita che, di suo, è già un giardino bellissimo patrimonio della Città. Un debutto nel Titolo ben fatto e ben conquistato, da riproporre anche in contesti al chiuso dove ulteriori sfumature e “magie” avrebbero una ancora migliore valorizzazione.

Se la scelta artistica di una Edizione possibile in corrispondenza dell’Idea di Allestimento ha già un suo perché in quanto tale, non può dirsi abbia trovato un pieno riscontro nella realizzazione musicale esecutiva.

L’Orchestra del Luglio Musicale Trapanese porta a casa la Recita – considerata l’esecuzione all’aperto e con certe temperature bisogna infatti sempre considerare dei normali difetti derivanti dalla natura lignea degli strumenti e quindi poco imputabili alla volontà dei musicisti; cose meno da dare per scontate sono la rispondenza Palco-Buca e il Pensiero musicale della Direzione, in questo caso affidata a Daniele Agiman. Complice il caldo responsabile dei problemini succitati, o forse per la volontà di porre in essere ulteriori punti di vista, la lettura musicale risulta quasi sempre alquanto sopita nella scelta dei tempi di ciò che normalmente per sua scrittura punterebbe a stringere  (e a crescere!) e, a ribaltamento, risulta talvolta mancante di respiro “scenico” specialmente per quanto riguarda i silenzi che sono un punto cardine in quanto servono a permettere il giusto respiro delle azioni, dei fiati e, perché no, della sorpresa che, nondimeno, è un aspetto fondamentale e necessario per un Titolo che, diversamente, rischia di divenire resiliente piuttosto che risolto. Il Coro del Luglio Musicale Trapanese, ottimamente istruito dal Maestro Fabio Modica, nonostante alcune difficoltà di rispondenza tra Palco e Buca, fornisce come di consueto una bella prova.

La Compagnia di Canto, in buona sostanza figlia del recente Concorso Internazionale di Canto Lirico “Giuseppe Di Stefano”, ha avuto al suo interno alcune rimodulazioni. Una in particolare ci ha fatto simpatia, in quanto sembra stata dettata dal Fato per ripercorrere la vicenda succitata della ripresa Bolognese del 1816 e, pertanto, ci piace pensare che anche a qualcuno lassù non sia dispiaciuta l’idea di questa scelta artistica di programmazione.

Infatti, il previsto tenore per il Conte di Almaviva ha dato forfait ed a Trapani è giunto di volata Riccardo Benlodi; questo giovane tenore ha in sé tutto le physique du rôle per Almaviva ed ha condotto la Recita con presenza e sicura partecipazione, ed è da riconoscere il merito di aver accettato ugualmente di sostenerla nonostante gli annunciati problemi di salute che, senza un pensiero costante e proiettato, non avrebbero permesso una concreta realizzazione.

Don Bartolo era affidato a Pierpaolo Martella, dotato di un bellissimo strumento e di un assoluto controllo del mezzo e della coloratura, frutto evidente di un percorso sano ed efficace; con facilità risolve quanto è da risolvere ed è sicuramente proiettato verso una Carriera di tutto rispetto visti i suoi attuali 22 anni ma, altrettanto, visto il suo attuale colore (che è ben più chiaro di quanto si chiederebbe ad un Don Bartolo), restano per lui più indicati Ruoli simili ma non di questo peso (Dandini, ad esempio, che ha pure già ben debuttato).

Diego Savini disegna un infaticabile Figaro, presente e partecipativo, factotum ma mai volgare; affronta con sicurezza tutto il Ruolo con qualche difficoltà in acuto e ne viene ricompensato da larghi applausi ben meritati. Don Basilio era Mariano Orozco, una felicissima scoperta: voce possente, qualcosa da migliorare nella prima ottava, presenza scenica ed intelligenza musicale ottime; da riascoltare anche in Repertori più avanzati sulla linea temporale.

Altra interessante scoperta il Fiorello di Antonio Arcilesi, molto ben fatto e con un ampio ventaglio di possibilità future. Alessio Parisi e Francesco La Gattuta erano rispettivamente Ambrogio ed Un Ufficiale.

La Berta di Sara Semilia è convincente, sia vocalmente che scenicamente, anch’essa da riascoltare volentieri. Dulcis in fundo la Rosina di Kaneko Sayumi (che, come detto, concludeva l’opera con un’eccellente “Cessa di più resistere”!): su di lei si osserva e si ascolta il miglior esito di questa produzione. Tenuta scenica encomiabile, conduzione impeccabile della coloratura, pulizia e gusto nel fraseggio; parla con lo sguardo e con la competenza di una Musicista completa, il che fa facilmente dimenticare alcune piccole cosa da migliorare. In realtà Sayumi realizza a Trapani quello che la Righetti-Giorgi aveva desiderato ed ottenuto per sé stessa: pubblico in visibilio e, grazie alla sua performance, grande rimando anche per tutto il resto della Compagnia.

Successo pieno nella sua completezza, applausi lunghi e sinceri e, non di meno, un’attenzione del pubblico durata per tutto il tempo della Recita. Da addetti ai lavori siamo chiamati a segnalare con forza quest’ultimo aspetto: i rilievi tecnici servono agli addetti come momento di confronto ma il dato tecnico-esperienziale della riuscita della performance è un fatto oggettivo che, oggigiorno e in queste realtà, conta ancora di più… conta ancora di più nella misura in cui sappia essere preso come conferma del raggiungimento di un obiettivo a breve termine e possa essere sprone per molti altri a venire su una linea di lungo periodo.

Tornare a Trapani dopo due anni di assenza è stata veramente una bella rivelazione: ci sono luoghi che vivono di rendita, mentre altri luoghi – come questo – vivono di persone e, per quanto visto e sentito c’è tutto di bene in cui confidare. Ad Maiora!

Antonio Smaldone
(3 agosto 2023)

La locandina

Direttore Daniele Agiman
Regia, scene e costumi Danilo Coppola
Personaggi e interpreti:
Conte D’Almaviva Riccardo Benlodi
Bartolo Pierpaolo Martella
Rosina Kaneko Sayumi
Figaro Diego Savini
Basilio Mariano Orozco
Berta Sara Semilia
Fiorello Antonino Arcilesi
Orchestra e coro dell’ Ente Luglio Musicale Trapanese
Maestro del coro Fabio Modica

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