Trento: il Mahler vibrante di Mariotti
Trento ama la sua orchestra e ama Michele Mariotti, che è tornato per la seconda volta come direttore ospite in questa stagione e che ha concluso lo scorso 12 giugno il calendario generale dei concerti con una serata molto partecipata e lungamente applaudita. Occorre riconoscere la duttilità di questa formazione del Trentino-Alto Adige, che quando si trova davanti direttori del calibro di Mariotti riesce a rispondere con immediatezza ed entusiasmo, mostrando le qualità dei suoi elementi e la capacità di tradurre in luminosa bellezza i grandi capolavori della storia musicale.
La “Haydn” porta, dunque, a conclusione la sua stagione sinfonica con una coinvolgente Quinta di Mahler, opera quanto mai disgregata e disgregante nella produzione dell’autore. Nelle pagine dei cinque lunghi movimenti che compongono questa sinfonia ritroviamo ciò che più contraddistingue il tratto mahleriano. Il talento di passare dal patetismo del tutti orchestrale all’intimità nostalgica dei pochi elementi con una naturalezza disarmante. E, ancora, l’elevato accademismo stilistico del sinfonismo coevo perfettamente fuso con i temi popolari delle terre di dominazione austro-ungarica. Eppure, in questa Quinta Sinfonia, tutto è frammentato e interrotto: disgregato, appunto, in questo susseguirsi incessante e inaspettato di episodi così diversi nel tactus e nell’orchestrazione, come accade grandemente nel secondo movimento (Stürmisch bewegt, mit grösster Vehemenz), e disgregante, nel giustapporre anche caratteri totalmente opposti, come avviene nell’amabile movimento centrale (Scherzo. Kräftig, nicht zu schnell).
La direzione di Michele Mariotti in tutto questo ha il dono di un’enorme precisione e un grande coinvolgimento, dal suono vibrante che riesce ad ottenere dagli archi alla puntualità dell’attacco dei fiati. Con lui il cammino che porta dalla tragica Marcia funebre iniziale – un dramma che ti incolla alla sedia – al celestiale Adagietto del quarto movimento rappresenta con disarmante verità quella tensione interiore che viveva Vienna all’inizio del Novecento, dove da un lato si aprivano gli ampi e magnifici viali che caratterizzavano le grandi capitali europee, mentre dall’altro la popolazione cadeva nella miseria più nera e si trasferiva a vivere nelle fogne. Mahler rappresenta, con la sua musica, il passaggio epocale che si viveva nella capitale asburgica, quello stesso sentire che ritroviamo nei tormenti artistici della Secessione di Klimt e Schiele e quelli psicologici descritti da Freud.
Il concerto è stata una serata speciale anche per la partecipazione, tra le file dell’orchestra, di ventuno studenti dei due conservatori del territorio, il “Bonporti” di Trento e Riva del Garda assieme al “Monteverdi” di Bolzano. Studenti coinvolti, dopo specifiche selezioni, in un progetto di grande importanza non solo formativa, per l’esperienza sotto la bacchetta di Mariotti e al cospetto di una partitura significativa del repertorio, ma soprattutto per l’orientamento in uscita, fondamentale al giorno d’oggi per il futuro di chi intraprende questa professione musicale. Giovani che hanno dato il meglio di sé e che il direttore, con la sua innata eleganza, ha mostrato al pubblico a fine concerto per dare loro la possibilità riceverne applauso e riconoscimento.
L’appuntamento con la nuova stagione è per ottobre prossimo, assieme al direttore principale Ottavio Dantone e al pianista Benedetto Lupo.
Monique Cìola
(12 giugno 2024)
La locandina
Direttore | Michele Mariotti |
Orchestra Haydn di Bolzano e Trento | |
Studenti del Conservatorio “C. Monteverdi” di Bolzano e del Conservatorio “F. A. Bonporti” di Trento e Riva del Garda | |
Programma: | |
Gustav Mahler | |
Sinfonia N. 5 |
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