Trieste: al Rossetti l’Oregon di Sette Spose per Sette Frateli

La pandemia sembra avere fatto molto bene al Musical italiano. Le produzioni che stanno girando l’Italia in questa ripresa sono decisamente di un altro livello. È così anche per Sette Spose per Sette Fratelli, classico dei classici, un musical che sembra avere molti più anni di quelli che ha in realtà e che sta letteralmente conquistando il pubblico che applaude con grande gioia ogni replica.

Due i nomi famosi, Baz e Diana Del Bufalo che hanno capeggiato una compagnia piena di energia che ha conquistato anche il pubblico di Trieste nella tre giorni di repliche al Rossetti. Il film del 1955, adattato per il teatro solo nel 1978, è arrivato in Italia con un adattamento di Michele Renzullo, con le coreografie e la regia di Luciano Cannito e l’adattamento musicale di Peppe Vessicchio, prodotto d FDF ENtertainment. Sarebbe stato carino, nei confronti della compagnia, che almeno il sito internet della produzione citasse i ragazzi sul palco, non solo il team creativo e i due protagonisti, indicando il cast semplicemente come composto da una ventina di artisti. Solo entrando a teatro, nei titoli all’inizio dello spettacolo, che si presenta come una pellicola, si possono leggere quei nomi, che sono così tanti e scorrono via in fretta così, come dice Vasco “poi svaniscono e non si ricordano più”. È un peccato.

Intanto, in scena, è subito Oregon, ma quello di metà ottocento, senza telefoni e con distanze difficili da colmare. Adamo Pontipee è il primo di sette fratelli e decide che è arrivata l’ora di prendere moglie anche perché serve qualcuno in casa per cucinare e mettere a posto. Incontra Milly ed è colpo di fulmine, così veloce che sono marito e moglie nei primissimi minuti dello spettacolo. Tutto il resto della storia, di come Milly riuscirà a trasformare i 6 fratelli del marito in potenziali mariti per le ragazze del villaggio e a farli sposare è storia ben nota, grazie a una pellicola che immancabilmente torna di anno in anno in tv. La compagnia, composta di 22 artisti che sono indubbiamente degli abili ballerini, ha dimostrato che il livello artistico del belpaese piano piano si sta alzando. Non solo nella danza, che li vede impegnati in coreografie impegnate e che si susseguono con ritmi sostenuti, ma anche nel canto. Belle molte armonie create per i pezzi corali e voci non da capogiro ma che riuscivano a dare corpo ai personaggi.

La recitazione, fatta eccezione per i due protagonisti che hanno davvero preso per mano il pubblico, portandolo dentro alla loro storia, è stata sicuramente quella meno eccelsa, con alcune ragazze urlanti che, va detto, pre pandemia erano molte di più. Meglio i “fratelli”, ma si può ancora migliorare. Quello che sicuramente si sarebbe potuto migliorare già da subito sono le barbe e i capelli che i poveri giovani hanno ad inizio spettacolo, quando interpretano i fratelli in versione ancora “da ripulire”. Per fortuna Milly li manda a darsi una sistemata ben presto, quindi il resto dello spettacolo fila via liscio, diventando visivamente più gradevole.

Dettagli a parte lo spettacolo funziona, convincendo anche i più scettici che ci sono possibilità anche per un grande classico di emozionare un pubblico più moderno. Perché, ancora oggi, le belle storie d’amore sanno sempre scaldare i cuori.

Sara Del Sal
(18 novembre 2022)

La locandina

Direttore  Peppe Vessicchio
Regia e coreografia Luciano Cannito
Scene Italo Grassi
Costumi Silvia Aymonino
Con Diana del Bufalo e BAZ

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