Trieste: Carmen di gradevole tradizione
È dal 1886 che Carmen, il capolavoro di Georges Bizet, torna con frequenza e successo sul palcoscenico del Teatro Verdi di Trieste. Ora, a pochi anni dalla sua ultima esecuzione in loco, chiude la stagione lirica 2018/2019 in un nuovo allestimento della Fondazione in collaborazione con la giapponese Kitakyüshü City Opera in attesa di annunciare i titoli del prossimo cartellone e di portare in tournée nel Paese del Sol Levante l’allestimento de La Traviata visto due stagioni fa a Trieste.
Che dire dello spettacolo triestino? L’allestimento è nuovo ed è nel complesso gradevole sotto il profilo visivo. Vi dominano i colori pastello di scene e costumi che rimandano, in qualche modo, a una vecchia cartolina d’epoca.
Certo, non offre chiavi di lettura particolari della vicenda desunta dalla novella di Prosper Merimée, ma è scorrevole e illustrativo, come da qualche tempo tutti gli spettacoli in scena a Trieste.
La compagnia radunata la sera della prima è di buona qualità e si giova della presenza carismatica, nel ruolo del titolo, di Ketevan Kemoklidze, un’artista a tutto tondo che coniuga la gradevolezza di un mezzo vocale che corrisponde alle esigenze del personaggio, con una bella disinvoltura scenica e una forte capacità espressiva.
La Carmen della giovane artista georgiana evolve nel corso dell’opera seguendo il fatale percorso dell’eroina ed è, nel complesso, più che soddisfacente.
Il Don José di Gaston Rivero dimostra, anche lui, buone intenzioni espressive e lo si ascolta con interesse, specialmente nell’aria del fiore.
Scenicamente, però, è piuttosto impacciato e non sempre credibile.
Discorso analogo vale per il vigoroso Escamillo di Domenico Balzani, artista sempre professionale e affidabile, che non sembra, in quest’occasione, perfettamente calato nel suo difficile personaggio. Più attendibile, e molto concentrata nel delineare una figura più volitiva e meno banale di come la tradizione vuole, risulta l’intensa Micaëla di Ruth Iniesta, molto applaudita al termine della sua aria.
La compagnia si avvale anche delle buone prestazioni di Rinako Hara (Frasquita), Federica Carnevale (Mercedes), Carlo Torriani (Le Dancaïre), Motoharu Takei (Le Remendado) che rendono vivo il celebre quintetto del secondo atto ed è completata dal Moralès di Clemente Antonio Daliotti e dallo Zuniga sopra le righe di Fulvio Valenti.
Lo spettacolo molto tradizionale, di cui abbiamo in parte detto, è firmato da Carlo Antonio De Lucia (regia, scene e luci) con la collaborazione di Alessandra Polimeno per le scene, Svetlana Kosileva per i costumi e Morena Barcone per le scarne coreografie.
Sotto il profilo musicale la concertazione e direzione d’orchestra di Oleg Caetani non è di quelle che rendono giustizia a Bizet. Tempi indugianti, a tratti anche troppo, un amalgama non sempre riuscito fra le sonorità dell’Orchestra stabile del Teatro Verdi e le voci in palcoscenico, fanno di questa Carmen un esperimento riuscito solo in parte che mette però in evidenza le buone prestazioni del Coro stabile preparato da Francesca Tosi e degli ottimi Piccoli Cantori della Città di Trieste guidati da Cristina Semeraro.
Al termine delle tre ore di spettacolo tutti sono stati molto festeggiati dal pubblico.
Rino Alessi
(21 giugno 2019)
La locandina
Direttore | Oleg Caetani |
Regia e luci | Carlo Antonio De Lucia |
Scene | Carlo Antonio De Lucia, Alessandra Polimeno |
Costumi | Svetlana Kosilova |
Personaggi e interpreti: | |
Carmen | Ketevan Kemoklidze |
Don José | Gaston Rivero |
Escamillo | Domenico Balzani |
Micaëla | Ruth Iniesta |
Frasquita | Rinako Hara |
Moralès | Clemente Antonio Daliotti |
Mercédès | Federica Carnevale |
Zuniga | Fulvio Valenti |
Le Dancaïre | Carlo Torriani |
Le Remendado | Motoharu Takei |
Orchestra, Coro e Tecnici della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste | |
Maestro del Coro | Francesca Tosi |
Coro “I Piccoli Cantori della Città di Trieste” | |
Maestro del Coro | Maestro Cristina Semeraro |
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