Trieste: Cats al Colosseo

Cats ha una nuova, emozionante versione italiana, firmata da Massimo Romeo Piparo che ha pensato di portare i gatti a Roma.

Colosseo sullo sfondo e un po’ di vie e simboli della città eterna sostituiscono la celeberrima discarica londinese che da sempre ospita un musical famoso in ogni dove.

La storia non storia dei gatti che si ritrovano in una notte speciale in cui verrà scelto il gatto che rinascerà a nuova vita appassiona, commuove e diverte ormai da decenni e forse solo ora il pubblico italiano è veramente pronto per averne una sua versione che riesce a mantenerne saldi i punti di forza e gioca un po’ nella traduzione delle poesie di T.S. Eliot.

Quello che ha fatto Piparo, infatti, non è stato stravolgere un’opera di per sé perfetta, ma calarla in un paese diverso, con le sue particolarità.

Ecco allora che i grandi attori prendono i nomi dei grandi del teatro italiano come Gassman e Proietti, che il gatto del treno si dirige in Sicilia e che il colosseo prende il posto del Russell Hotel da cui si ascende verso il paradiso felino. Nonostante nemmeno i costumi siano quelli originali, il trucco è notevole e l’impatto è buono con questa colonia di mici e micioni pronti a raccontarsi.

Ciò che si nota, fin dal primo istante è la qualità artistica del cast, che è davvero buona. Orchestra dal vivo, diretta dal maestro Emanuele Friello e grandi voci fanno di questo spettacolo un prodotto di livello, che riesce a sconfiggere molte perplessità, che i “puristi” potrebbero sollevare.

D’altra parte come non riconoscere la classe e la compostezza di Munkustrap nella superba interpretazione di Sergio Giacomelli? E la irresistibile sensualità di Rum Tum Tugger, perfettamente espressa da Giorgio Adamo?

Un plauso speciale va sicuramente a Fabrizio Angelini che con il suo Gus dimostra come i primi performer italiani avessero, senza le accademie di oggi, una passione che li ha spinti a perfezionarsi in recitazione, canto e ballo al fine di essere straordinari e lui è senza ombra di dubbio un preziosissimo esempio.

Solido Jacopo Pelliccia che alterna il ruolo di Bustopher Jones e Skibleshanks. A Trieste, nella settimana di Sanremo, il ruolo di Grizabella è stato affidato a Chiara Canzian, che ha saputo con grande umiltà cimentarsi con una delle arie più famose in assoluto del genere musical come “Memory”. Un discorso a parte va fatto per Fabrizio Corucci, un Old Deuternomy strabiliante, con una voce così importante che sbalordisce.

Si potrebbe discutere di alcune coreografie, o di alcuni dettagli, ma a onor del vero, uno spettacolo come questo sta benissimo in scena e non scontenta il pubblico. Piparo e Friello hanno scelto di lavorare sulla partitura originale, lasciando il gatto Tugger in versione rockstar, e non trasformandolo in un rapper come ha fatto lo stesso Lloyd Webber in uno degli ultimi allestimenti, strizzando l’occhio alle nuove generazioni, e di questo non si può che essere loro grati. P

er il resto lo spettacolo è una celebrazione della regale figura del gatto, che, come viene accuratamente ricordato nell’ultima canzone, non è un cane.

Sara Del Sal
(8 febbraio 2024)