Trieste: il Marchese è un grillo che non salta

Un grandissimo Max Giusti non basta per decretare il successo di uno spettacolo.

La commedia musicale all’italiana Il marchese del Grillo poteva essere l’occasione giusta per avvicinare nuovi pubblici a quella che è una tradizione del Belpaese che con Rugantino e altre storie ha fatto sognare intere generazioni.

In questo caso è stato il regista Massimo Romeo Piparo a lavorare su un titolo molto amato di Mario Monicelli,  uno dei capolavori interpretati da Alberto Sordi.

Le musiche originali del maestro Emanuele Friello ben si adattano a quella che è la storia narrata e a quella “romanità” che accenta tutte le ultime vocali, garantendo una piacevole serata. Ottima la scelta del protagonista, uno strabiliante Max Giusti che offre una prova d’attore davvero encomiabile.

Spicca sul palco anche il fido servitore Ricciotto, Marco Valerio Montesano, che è simpatico, irriverente e intelligente al punto giusto.

Irresistibili anche gli uomini di chiesa come Giulio Farnese e Tonino Tosto (che interpreta nientemeno che il Papa Pio VII) e  va detto che buona parte degli attori sono perfetti per i ruoli che portano in scena, confermando una dote di Piparo, che quando non deve per forza inserire qualche cantante nei suoi spettacoli sa molto bene come allestire un cast.

Purtroppo qualcosa però non funziona. Scene e costumi sono pensati per un allestimento grande, quale è questo, prodotto dal Sistina e sono a loro volta perfetti, ma l’ensemble non è all’altezza. Alla seconda replica al Rossetti l’audio era terribile, ma lo sbilanciamento e la mancanza di corrispondenza tra il labiale dei ballerini e quello che veniva cantato ha fatto sorgere più di qualche dubbio sulla reale performance dal vivo del coro.

Un coro microfonato malissimo anche quando recita una poesia, rendendo impossibile capire cosa stia dicendo.

Come se non bastasse gli stessi ragazzi sono alle prese con delle coreografie molto poco dissimili una dall’altra e sbagliano infallibilmente le intenzioni. Sorridono sempre, anche nei momenti in cui non ci sta proprio niente da ridere.

La grande cura e attenzione che sono state usate nell’allestimento dello spettacolo sui protagonisti, vengono completamente a mancare tra i popolani.

Un grande peccato,che non è sfuggito all’occhio attento del pubblico triestino, reduce da una produzione molto imponente come quella del Phantom of the Opera che ha dimostrato come si possa dosare bene microfoni e come si possa chiedere al cast di stare “nello spettacolo” e non solo sul palco.

Il risultato è stato una serie di applausi freddini nella prima parte, qualche risata generata da un testo irresistibile e poco calore anche sul finale. Anche, purtroppo, nei confronti di Max Giusti, che  avrebbe meritato davvero una standing ovation.

Sara Del Sal
(21 ottobre 2023)

La locandina

Direzione musicale  Emanuele Friello
Regia    Massimo Romeo Piparo
Scene Teresa Caruso
Costumi Cecilia Betona
Coreografie Roberto Croce
Musiche originali  Emanuele Friello
Suono  Andrea Sala
Luci  Daniele Ceprani
Con Max Giusti, Giulio Farnese, Marco Valerio Montesano, Monica Guazzini, Benedetta Valanzano, Tonino Tosto, Carlotta Tommasi, Roberto Attias, Ilaria Fioravanti, Gerry Gherardi, Giacomo Genova, Marco Rea, Sergio Spurio, Matteo Guma, Ambra Cianfoni, Ilaria Ferrari, Rocco Stifani, Denis Scoppetta, Gloria Rossi

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