Trieste: l’amore non ha confini nel Ghost di Bob Tomson

Credere nell’amore eterno, quello che va oltre la morte. Riuscire anche solo per un attimo ad abbracciare il proprio amato, strappato alla vita prima che fosse giunta la sua ora. Ghost the musical, in questi giorni al Politeama Rossetti di Trieste in esclusiva nazionale nella sua versione inglese va dritto al punto, portando su un palcoscenico una delle storie che hanno appassionato il mondo intero prima al cinema e poi in tv. Tutti ricordano Sam e Molly, coppia iconica formata da Demi Moore e Patrick Swayze che modella la ceramica in un appartamento appena acquistato, con le note di Unchained Melody di sottofondo. Ma quello era un film, con un’unica canzone come colonna sonora. Trasportare questa storia a teatro e farla diventare un musical a tutti gli effetti è stata una impresa non facile ma vinta senza ombra di dubbio da Bruce Joel Rubin che ne ha curato la sceneggiatura sia per il film che per il teatro e da Dave Stewart degli Eurythmics che firma le musiche con Glenn Ballard. La regia, affidata a Bob Tomson, si concentra soprattutto sulla storia, piena di sfaccettature ma che richiede anche degli effetti speciali per le scene che coinvolgono i fantasmi. Si, i fantasmi, persone strappate alla vita che aspettano che qualcosa si risolva per poter lasciare una specie di limbo prima di raggiungere finalmente la luce o di essere inghiottiti dalle tenebre, a seconda di come si sono comportati sulla terra.

Niall Sheehy è quindi Sam, che ama Molly e Barbarella (una citazione simpatica all’altro musical con le musiche di Dave Stewart che è andato in scena a Vienna) e che deve in qualche modo scoprire chi lo ha ucciso e perché. È lui stesso a seguire il suo assassino e a fare luce sul mandante di quella che doveva essere una semplice rapina e che si è trasformata in tragedia. Molly, una convincente Rebekah Lowings, non sa più in cosa e a chi credere. È Sam a cercare di proteggerla e lo fa con l’aiuto di una sensitiva con un passato di frodi, ma che davvero ha il dono di poter parlare con gli spiriti, anche se lo ignorava. Jacqui Dubois è quindi Oda Mae Brown, ed è il personaggio comico di questa storia, con i suoi modi strampalati e con il suo dubbio gusto nell’abbigliamento. Strabiliante l’interpretazione di Carl, il cattivo, da parte di Sregio Pasquariello, un italoamericano che ha saputo davvero tenere alta la tensione della storia. Molto efficace la nuova versione, più intima della canzone del fantasma dell’ospedale, affidata a un toccante James Earl Adair così come molto d’effetto il pezzo rap, affidato al fantasma della metropolitana che insegna a Sam a muovere gli oggetti, interpretato da Lavonne Richards. Andrebbero nominati tutti perché ognuno a modo suo riesce ad essere credibile nei personaggi che interpreta.

Luci, audio e scenografia sono pensate ad hoc per un’edizione che deve spostarsi in tour ma sono molto accurate. Insomma, ancora una volta gli inglesi riescono a far commuovere, e le lacrime non sono mancate, e a fare ridere, rendendo ancora più bella una storia che molti già conoscono. Da vedere e rivedere.

Sara Del Sal
(13 novembre 2018)

La locandina

 Il Cast
Sam Wheat​​Niall Sheehy              ​​
Molly Jenson​​Rebekah Lowings​
Carl Sergio Pasquerillo​
Oda Mae ​Jacqui Dubois​​
Willie Lopez ​Jules Brown​​
Hospital Ghost James Earl Adair​
Subway Ghost Lovonne Richards​
Louise Jochebel Ohene Maccarthy​
Clara Sadie Jean Shirley​
Il Team creativo
Regia Bob Tomson
Scene e costumi ​​​Mark Bailey
Coreografie Alistair David
Luci Nick Rihings
Suono Dan Samson
Illusionista ​​​​Richard Pinner
Direttore musicale ​​Andrew Hilton

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