Trieste: “Mimma” da Londra al Verdi
Si chiama Mimma – Separated by war, united by song, bound together by hope il musical andato in scena, in forma di concerto, al Teatro Verdi in una prima italiana assoluta. Lo spettacolo, scritto dal compositore Ron Siemiginowski su libretto di Simon Evans dal romanzo di Giles Watson e diretto da Luke Fredericks ha potuto contare su un cast di livello eccellente.
Grandi gli applausi meritati da Mimma, ovvero Kelly Mathieson che ha regalato alla sua protagonista molte sfumature della Christine del The phantom of the opera che ha in curriculum. Louise Dearman che interpretava la cantante jazz Sarah Parker ha a sua volta dimostrato chiaramente il suo straordinario talento (che le ha permesso di essere l’unica al mondo ad aver interpretato sia Glinda che Elphaba nel musical “Wicked”).
Straordinaria anche la performance di Steven Serlin, che ha dotato il suo Jacob Katz non solo di una grande voce, ma rendendolo vero, autentico, irresistibile.
Drammaturgicamente lo spettacolo vuole narrare la storia di Mimma, giornalista fai da te che dal bunker di famiglia prepara testi di propaganda contro il fascismo in una Torino che si fa sempre più pericolosa. Proprio per questo viene mandata lontano, ospite di uno zio, che si è stabilito a Londra e nel locale che lui gestisce conosce Sarah, che fa la cantante e che ha il fidanzato nell’esercito. Le due giovani si ritrovano a condividere la nostalgia, una per la sua famiglia, l’altra per l’amato, e pian piano diventano amiche, ma intanto la guerra prosegue e l’entrata nel conflitto da parte dell’Italia al fianco della Germania crea problemi agli immigrati nella capitale inglese. Mimma viene confinata con altri connazionali in una vecchia fabbrica, ma le viene offerta da Sarah e da Jacob l’opportunità di un futuro in Canada. Lo spettacolo si apre con Sarah che si esibisce a New York nel 1953 e viene narrato come un flashback che si ricongiunge alla scena iniziale per spiegare al pubblico l’epilogo della vita delle due amiche.
Ci sono parecchi punti discutibili in questa operazione: innanzitutto il fatto che il compositore abbia voluto scrivere alcune arie in italiano. Ci sta, assolutamente, ma allora avrebbe dovuto sapere la lingua oppure chiedere aiuto a qualcuno che la sa. Quello che viene offerto al pubblico è un italiano molto poco corretto. Viene inoltre da chiedersi se la scelta linguistica sia davvero la migliore perché al pubblico viene offerto uno spettacolo in inglese in cui i protagonisti parlano un inglese con accento italiano salvo poi cantare in italiano con un (ovvio) accento inglese. Quando lo spettacolo è andato in scena a Londra sarà anche sembrato “esotico” ma in Italia la pronuncia “all’italiana” dell’inglese è una sfumatura inutile per i più, oltre a rivelarsi ostica da cantare, peggio dell’accento del nord in Billy Elliot. Forse anche una visita a Torino non avrebbe guastato, visto che viene narrata, nelle immagini proiettate per offrire dei sottotitoli inglesi alle arie cantate in italiano, come una distesa di prati verdi, che difficilmente erano presenti un secolo fa in una città che ha ospitato la monarchia e che ha un centro ricchissimo di palazzi storici. Inutile cercare di focalizzarsi sulla parte davvero storica raccontata, ovvero quella legata agli italiani a Londra, perché ci sarebbero tanti, troppi, dettagli da andare ad approfondire. L’aggiunta del filone legato al traffico di opere d’arte è un ulteriore argomento buttato lì, che può generare simpatia, ma che andrebbe davvero dettagliato con maggiore cura.
Musicalmente questo musical mescola arie d’opera a grandi arie di musical in stile classico e un pizzico di jazz. Il risultato è un po’ come una carbonara preparata in un ristorante italiano gestito da inglesi: con degli ingredienti che possono stare anche in armonia tra loro ma che generano una proposta diversa rispetto a quella che si voleva offrire.
L’operazione del Teatro Verdi, che consisteva nell’offrire una prima italiana a uno spettacolo nuovo è andata a segno: c’è stata una grande prima, con grandi artisti. L’operazione del compositore, di scrivere uno spettacolo indimenticabile, è invece naufragata, come Mimma, nel tentativo di aggiungere ancora qualcosa a un mare già troppo popolato di idee.
(30 luglio 2024)
La locandina
Direttore | Richard Balcombe |
Regia | Luke Fredericks |
Scene e costumi | Justin Nardella |
Personaggi e interpreti: | |
Mimma | Kelly Mathieson |
Sarah | Louise Dearman |
Lorenzo | Graham Bickley |
Aldo | Ashley Riches |
Jacob | Steven Serlin |
Ada | Elena Xanthoudakis |
Ensemble | Stephane Anelli, Chris Bewsher,Gemma Bianco, Maria Coyne, Adam Filipe, Charlotte Marsh, Rosie Strobel |
Orchestra e Tecnici della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi Trieste |
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!