Trieste: Queen…ed è subito musical
Il 2018 sembra essere l’anno dei Queen. E se in moltissimi aspettano il film Bohemian Rhapsody, altri corrono a teatro, al Rossetti di Trieste fino a domenica 28 ottobre, per il musical We Will Rock you. Ideato da Bryan May e Roger Taylor, il musical é stato un vero e proprio successo in West end e in tutto il mondo in cui é andato in scena. A portarlo in Italia non una delle solite compagnie di musical ma proprio Claudio Trotta di Barley Arts. Era il 2009, quando per la prima volta a Milano si è aperto il sipario per questo spettacolo, e ora, dopp quasi 10 anni, lo spettacolo ritorna con una nuova forma. Nuova regia, firmata dall’inglese Tim Luscombe, risolve il problema, tutto italiano, di gestire uno spettacolo che troppo facilmente potrebbe essere scambiato per un concerto dai cantanti in scena. Ed eccoci nel planet Mall, sorto sopra al Pianeta Terra. In un mondo di persone deprivate dei loro gusti e della musica, regna felicemente la Killer Queen, donna spietata disposta a tutto per la sua fama. Un giovane, che si fa chiamare Galileo Figaro, scopre di sognare delle cose che nessuno capisce ma che sono ben chiare a un gruppo di ribelli, i Bohemians, che cercano di ritrovare la musica e soprattutto l’eletto, il giovane che li porterà a risolvere l’enigma di una leggenda, guidandoli dritti verso uno strumento musicale, l’ultimo rimasto. Galileo troverà l’amore in Scaramouche, una giovane che male si adatta ai giovani Gaga della Killer Queen e con lei porterà a termine l’avventura più entusiasmante della sua vita arrivando a trovare la chitarra nascosta e offrendo nuove chances alla musica suonata dal vivo. La scenografia di Colin Mayes è scarna e poco funzionale per i ragazzi in scena che sono stati privati anche della harley,, metodo di trasporto preferito dai rockettari, per sostituirlo con dei letti, che saranno anche una soluzione perfetta per strappare un sorriso, ma non ci azzeccano nulla. Poco riusciti anche i riferimenti alla musica italiana, che sono troppo focalizzati su Ligabue per non risultare noiosi a uno spettatore imparziale e totalmente indigesti ai fan di Vasco. Ma non sono gli unici riferimenti alla produzione. Con la frase No secondary ticketing, parlando di un concerto, si centra direttamente il nocciolo di una delle lotte tuttora attive dello stesso Trotta. A parte piccoli dettagli lo spettacolo procede bene, è fresco e veloce. Merito della band dal vivo, che sostiene e sottolinea tutti i vari passaggi. Il cast è piu o meno confermato rispetto a dieci anni fa. Buona la performance di Salvo Vinci e Alessandra Ferrari, che gestiscono le loro grandi voci, ma il vero fenomeno è la new entry Claudio Zanelli, che al suo Britt offre tutto, anche la fisicità e il movimento. Zanelli è indubbiamente il più completo dei “cantanti” in scena. Chi invece non si presenta in forma alla prima triestina è Valentina Ferrari, che si appoggia molto sulle note scure, affidando al coro stralci di acuti, e per essere la Killer Queen non è abbastanza. Ottima prova di recitazione per Massimiliano Colonna che con il suo Pop ci riporta davvero indietro nel tempo e molto deludente quella di Paolo Barillari, che porta in scena un Khashoggi troppo forzato e nascosto dietro a risate non sempre necessarie.
Ma la magia si compie ancora una volta. We will rock you fa esplodere il pubblico che non può non cantare Bohemian Rhapsody, come bis, col cuore in mano grazie anche ad un adattamento dei cori davvero da brivido.
Sara Del Sal
(25 ottobre 2018)
La locandina
Regia | Tim Luscombe |
Scenografia | Colin Mayes |
Coreografie | Gail Richardson |
Direzione Artistica e Vocal Coaching | Valentina Ferrari |
Direzione Musicale | Riccardo Di Paola |
Direzione Vocale | Antonio Torella |
Produttore Esecutivo | Cristina Trotta |
Personaggi e interpreti: | |
Galileo | Salvo Vinci |
Scaramouche | Alessandra Ferrari |
Killer Queen | Valentina Ferrari |
Khashoggi | Paolo Barillari |
Britt | Claudio Zanelli |
Oz | Loredana Fadda |
Pop | Massimiliano Colonna |
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