Trieste: tris d’assi per Bach e Telemann

Approfittando di un appuntamento del lunedì particolarmente stimolante nell’ambito della sua novantaduesima stagione, la Società dei Concerti di Trieste ha annunciato, in apertura di serata, in un Teatro Verdi gremito di un pubblico variegato per fasce di età, la sua nuova iniziativa Componi assieme a noi, volta a trovare sostegno da parte dei soci usufruendo dei vantaggi fiscali di Art Bonus.

Il concerto che è seguito era una vera prelibatezza per gli appassionati di musica d’arte, con un trio unico nel suo genere, formato da Emmanuel Pahud, primo flauto dei Berliner Philharmoniker, il clavicembalista Trevor Pinnock, pioniere della riscoperta della musica antica in epoca moderna e Jonathan Manson, già primo violoncello dell’Amsterdam Baroque Orchestra. Un trio di eccellenze internazionali, come si usa dire oggi, o meglio tre musicisti di straordinarie qualità che più che a valorizzare la loro immagine e il loro protagonismo, puntano a creare qualcosa che abbia significato artistico e musicale. Non a caso i tre strumentisti hanno interpretato insieme o separatamente, sul palcoscenico del Teatro Verdi, musiche di Telemann – la Fantasia n.10 in Fa diesis minore TWV 40.11 per flauto solo, – e di Johann Sebastian Bach, di cui Pinnock è considerato interprete di riferimento.

In Telemann il flautista svizzero Emmanuel Pahud, considerato uno dei musicisti più eccezionali degli ultimi tempi, ha avuto modo di dimostrare tutte le sue capacità virtuosistiche, oltre alla pienezza di suono, e al nitore del suo strumento. All’età di soli ventidue anni è stato nominato primo flauto dei Berliner Philharmoniker da Claudio Abbado, ruolo che ricopre tuttora e che affianca a un’intensa attività come solista e camerista. Dal 1996 è artista esclusivo di Warner Classics, una collaborazione che si è rivelata il contributo più significativo alla musica per flauto fino a oggi.

Clavicembalista e direttore d’orchestra, tre titoli Honoris Causa, un Gramophone Award, una discografia ampia e una notevole carriera come clavicembalista testimoniano, viceversa, le eccezionali doti di Trevor Pinnock, studioso e interprete della musica antica. Pinnock, che in palcoscenico si presenta con la semplicità dei grandi, è stato il fondatore nel 1972 dell’ensemble The English Concert e insieme a questa formazione ha attraversato gli anni d’oro della ricerca filologica della musica antica, della riscoperta degli strumenti storici per l’esecuzione di musiche di epoche e di stili differenti. La fama di questa formazione ha portato a un contratto con la Deutsche Grammophon e a tournée in tutto il mondo. A partire dai primi anni 2000 accanto all’attività come cembalista si è intensificata la presenza di Pinnock anche come direttore ospite alla guida delle orchestre sinfoniche più prestigiose e nel 2006, in occasione del sessantesimo compleanno la fondazione di un nuovo ensemble, l’European Brandeburg Ensemble con il quale ha inciso l’integrale dei Concerti Brandeburghesi di Bach. E con Bach si è presentato l’altra sera con il suo inseparabile clavicembalo al pubblico triestino sia come solista – la Fantasia cromatica e fuga in Re minore per clavicembalo BWV 903, un groviglio di note tutte impeccabilmente restituite dalle mani privilegiate alla tastiera -, sia in duo, la Sonata in Mi minore per flauto traverso e continuo BWV 1034 che apriva la serata e la Sonata in Mi maggiore per flauto traverso e continuo BWV 1035 che la chiudeva.

Al versatile Jonathan Manson, violoncellista di vaglia, un musicista inglese ancora giovane che per dieci anni è stato violoncello solista dell’Amsterdam Baroque Orchestra, si è presentato nella seconda parte con una folgorante esecuzione della Suite n.1 in Sol maggiore per violoncello solo BWV 1007, senza esimersi dal condividere, con il clavicembalo, l’esecuzione del continuo nelle due sonate bachiane che aprivano e chiudevano un concerto eccezionale che il pubblico ha seguito con grande partecipazione. Un’occasione preziosa per ascoltare tre artisti straordinari in un programma che combinava parti solistiche e d’insieme e offriva un affascinante spaccato del Barocco. Al termine, dopo lunghi applausi, il bis: nel nome dell’amato Johann Sebastian Bach. Chi dice che le serate monografiche (o quasi) sono ripetitive e noiose?
Rino Alessi

(4 marzo 2024)

La locandina

Clavicembalo Trevor Pinnock
Flauto Emmanuel Pahud
Violoncello Jonathan Manson
Programma:
Johann Sebastian Bach 
Sonata in mi minore per flauto traverso e continuo, BWV 1034
Fantasia cromatica e fuga in re minore per clavicembalo BWV903
George Phillip Telemann 
Fantasia no.10 in Fa diesis minore, TWV 40:11 (per flauto solo)
Johann Sebastian Bach
Sonata in si minore per flauto traverso e clavicembalo, BWV 1030
Suite n. 1 in sol maggiore per violoncello solo, BWV 1007
Sonata in mi maggiore per flauto traverso e continuo, BWV 1035

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