Venezia: alla Biennale “Thinking Things” parla di uomini e robot
Il rapporto tra uomo e robot, ovvero tra essere senziente e macchina antropomorfa, è fonte di ispirazione letteraria sin da quando Karel Čapek coniò il termine “robota” – nel 1920 – per il suo dramma “R.U.R.”.
Dai robot più simili alla “Creatura” di Frankenstein, assemblati con pezzi anatomici disanimati, immaginati dallo scrittore ceco a quelli di Asimov – passando per Fritz Lang – la strada è andata parcellizzandosi in mille piccoli sentieri, capaci di condurre a drammi assoluti come pure a situazioni di assoluto equilibrio nella loro ottimismo.
In Thinking Things Georges Aperghis propone una visione della coabitazione tra uomo e macchina che viaggia sul binario dell’ironia in un continuo scambio di ruoli che rendono le due realtà a tratti indistiguibili.
Gli automi di Asperghis non mirano alla distruzione del loro creatore, anzi, cercano in lui supporto alle loro fragilità facendosi allo stesso tempo carico, in un’osmosi di sensazioni, di quelle altrui.
I quattro interpreti – i bravissimi Johanne Saunier, Donatienne Michel-Dansac, Richard Dubelski, Lionel Peintre – si muovono in un contesto di dialogo con un robot-totem che li abbraccia e li comprende in se stesso, ricercandoli a sua volta, e dove il linguaggio alterna frasi e discorsi compiuti a lemmi che divengono suono.
La musica è piacevolmente descrittiva, a tratti quasi “facile”, decisamente votata a piacere senza sconvolgere, ricca di spunti umoristici che portano a sdrammatizzare qualunque situazione il testo proponga.
A Olivier Pasquet e Sylvain Cadars va ascritta una resa sonora superba, capace di riempire il Teatro alle Tese senza mai soverchiare.
Qualche dubbio suscita l’allestimento scenico – con la regia dello stesso Aperghis, le scene e le luci di Daniel Levy, i costumi e gli accessori di Olga Karpinsky – che appare sì integrato e conseguente alla musica, ma un po’ datato nella concezione tanto da farlo assimilare – e questo è da imputarsi anche ai video di Pierre Nouvel, ideatore e programmatore del robot – a certe installazioni care agli anni Settanta del secolo scorso.
Il pubblico gradisce, si diverte e applaude.
Alessandro Cammarano
(1° ottobre 2019)
La locandina
Interpreti | Johanne Saunier, Donatienne Michel-Dansac, Richard Dubelski, Lionel Peintre |
Regia | Georges Aperghis |
Creazione video, ideazione e programmazione robot | Pierre Nouvel |
Scene e luci | Daniel Levy |
Costumi e accessori | Olga Karpinsky |
Informatica musicale | Olivier Pasquet IRCAM |
Ingegnere del suono | Sylvain Cadars IRCAM |
Direttore di palco | Cyril Claverie IRCAM |
Datore luci | Hervé Frichet |
Video e robot manager | Jérôme Tuncer |
Video manager | Yann Philippe |
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