Venezia: Grisey e la voce delle stelle

Per togliersi ogni dubbio, nel caso ve ne fossero, su cosa sia la musica assoluta – che fa da filo conduttore della Biennale Musica 2024 – l’ascolto di LeNoir de l’étoile, che Gérard Grisay compose nel 1989-90 è paradigmatico.

Il lavoro nasce da un’ispirazione diretta legata alla scoperta delle pulsar, stelle di neutroni che emettono onde radio e segnali a intervalli regolari; in particolare, Grisey si concentra su alcune pulsar specifiche, come la Vela (PSR B0833-45) e la PSR 0329+54, i cui segnali – uno lento e cadenzato, febbrile l’altro – vengono utilizzati come materiale acustico diretto nell’opera.

La fascinazione per i ritmi cosmici, che costituiscono di fatto l’origine del suono, e per le temporalità estreme, siano esse in scala infinitamente breve che lunga, risulta essenziale per la comprensione dell’estetica non solo musicale del compositore.

L’opera, concepita per sei percussionisti e supporto elettronico, è progettata per un’esecuzione spazializzata, con i musicisti disposti intorno al pubblico, secondo un assetto che permette una proiezione acustica tridimensionale, in cui il suono si muove nello spazio e avvolge gli ascoltatori, ponendosi come evento fisico e spaziale e non solo temporale.

Gli strumenti a percussione utilizzati sono di vario tipo: dai rullanti ai bongos, passando per grancasse, piatti sospesi, e maracas, ognuno con una timbrica specifica sfruttata per creare una vasta gamma di suoni, il tutto a trattare il suono come fenomeno assoluto, focalizzandosi su attacchi, risonanze e decadimenti, senza essere vincolati all’armonia tonale.

Insieme agli strumenti acustici risulta essenziale l’apporto dell’elettronica sotto forma di registrazioni reali delle pulsar, integrandole nella trama musicale, non come semplice effetto sonoro, ma come veri e propri eventi temporali che interagiscono con la scrittura percussiva.

L’esecuzione proposta alle Tese dell’Arsenale – spazio rivelatosi ideale per il pezzo di Grisay – è risultata di livello elevatissimo grazie alla prova superba dell’Ensemble This – Ensemble That – formato da Brian Archinal, Victor Barceló, Bastian Pfefferli e Jennifer Torrence – cui si sono uniti Federico Tramontana e Aleksandra Nawrocka, allievi di Biennale College Musica – Performer e Thierry Coduys alla sound projection.

I sei musicisti, coordinati tra di loro alla frazione di secondo hanno dato vita ad una lettura vividamente partecipata della pagina, rendendola all’ascolto con crescente carica emotiva che trae nutrimento da se stessa espandendosi allo spazio da essa stessa definito.

Unico neo della serata la non assegnazione di un posto a sedere definito e fisso per il pubblico, lasciato invece libero di muoversi nello spazio definito dalle sei postazioni sonore – dell’allarme scattato a più riprese, tanto da diventare la settima fonte di suono, è meglio tacere – come se si trattasse di un happening improvvisativo mentre invece la partitura di Le Noir de l’étoile è interamente scritta.

Successo ben più che meritato, con applausi prolungati e convinti.

Alessandro Cammarano
(27 settembre 2024)

La locandina

Ensemble This – Ensemble That Brian Archinal, Victor Barceló, Bastian Pfefferli, Jennifer Torrence
Con Federico Tramontana / Aleksandra Nawrocka (Biennale College Musica – Performer)
Sound projection Thierry Coduys
Programma
Gérard Grisey
Le Noir de l’étoile per sei percussionisti, suoni registrati e trasmissione di segnali astronomici

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