Verona: dal grande repertorio alla danza 3.0 per Roberto Bolle and Friends
Calda sera del 25 luglio. Dopo una lunga attesa all’uscita artisti, una folla in visibilio lo accoglie adrenalinica: chi si fa firmare le scarpe da punta, chi una maglietta, un manifesto, la cover di un dvd, mille scatti con il cellulare e per i più fortunati anche un selfie con lui, il Divo della Danza, Roberto Bolle.
Anche quest’anno il suo fortunato spettacolo “Roberto Bolle and Friends” ha toccato i palcoscenici e le location più suggestive d’Italia, per un vero e proprio viaggio nella bellezza tra movimento puro, tecnica ferrea e grande emozione. Serata conclusiva del tour estivo l’Arena di Verona, ormai tappa immancabile dal 2012 e per il quinto anno consecutivo all’interno del cartellone dell’Opera Festival.
Per l’evento, realizzato in coproduzione con Artedanza s.r.l. e curato nel lighting design da Valerio Tiberi, insieme a “The King of Dance” hanno brillato, luminosissime, eccellenze internazionali del panorama ballettistico, provenienti da grandi compagnie quali San Francisco Ballet, Bayerisches Staatsballett, Boston Ballet e of course Teatro alla Scala, davanti a un caloroso pubblico che gremiva l’anfiteatro sold out.
Numerose le ovazioni tributate a tutti gli artisti, lungo un programma che ha spaziato, come di consueto, tra il balletto di repertorio e le sperimentazioni più contemporanee.
Dopo un breve video sul backstage del tour, ha aperto la serata il celeberrimo pas de trois de Il Corsaro interpretato da una strepitosa Misa Kuranaga, accanto al Principal Guest Artist Taras Domitro, proveniente dal San Francisco Ballet, e allo scaligero Timofej Andrijashenko.
Quindi quello che ormai potremmo definire un “classico” del gala Bolle, il raffinatissimo Caravaggio di Mauro Bigonzetti su musica di Bruno Moretti da Claudio Monteverdi, tra i cavalli di battaglia vincenti del direttore artistico della serata. Emozionante e intenso, il pezzo neoclassico ha esaltato l’alchimia scenica via via sempre più collaudata tra Roberto e Nicoletta Manni, ottima partner che tra il gioco di braccia e l’elasticità di gamba ha saputo esprimere tutto il proprio atletico virtuosismo, senza nulla togliere ad un’interpretazione appassionata.
Piacevole introduzione nel programma un pas de deux poco frequentato quanto impegnativo sul piano fisico dal balletto Le fiamme di Parigi. La coreografia di Vasilij Vainonen del 1932 su musica di Boris Asafiev, che incarna le accese atmosfere della Rivoluzione francese tra giri, tour en l’aire e salti in punta, viene affidata con successo alla russa Maria Kochetkova e al giovanissimo talento italiano Angelo Greco, già promosso Principal a San Francisco, che hanno strappato al pubblico numerosi applausi.
A conclusione della prima parte della serata il trio composto da Bolle, Nicola Del Freo e Gioacchino Starace ha restituito una corretta esecuzione del Canone di Pachelbel coreografato da Jiři Bubeníček (memorabile – a ricordo di chi scrive – la sua interpretazione areniana con Bolle e il gemello Otto del 2012).
Apre quindi la seconda parte del gala Step Addition di Sébastien Galtier su musica di René Aubry, interessante proposta tra il classico e il contemporaneo, dalle prese acrobatiche e gli off-balance spinti all’estremo, affidata ancora al duo Manni-Bolle; così come grandi ovazioni con numerosi applausi durante l’esecuzione del classicissimo pas de deux del II atto di Schiaccianoci, in cui abbiamo ancora una volta apprezzato la forte presenza scenica di Angelo Greco accanto a Misa Kuranaga in forma smagliante.
Il duo maschile Bolle e Andrijashenko nel Pas de deux da Proust, ou les intermittences du cœur ha saputo certamente trasmettere il vigore e la fluidità, la forza e la dolcezza, la travagliata dualità del bene e del male, del divino e del demoniaco che si scontrano e si fondono, si respingono e si attraggono, dell’iconica creazione di Roland Petit ispirata alla Recherche. Così come merita una nota At the end of the day di David Dawson eccellentemente interpretata dalla Kochetkova e dall’International Guest Artist Sebastian Kloborg: un elegante omaggio alla danza e al movimento su una musica per archi sempre più incalzante ed emotivamente coinvolgente di Szymon Brzóska.
E poi il pas de deux dal terzo atto di Don Chisciotte ha gettato benzina sul fuoco: pubblico letteralmente in visibilio per la performance della Manni con il vulcanico cubano Osiel Gouneo, interpreti d’eccezione per un pezzo ever green che non smette mai di riscuotere applausi e ovazioni da stadio per la bravura tecnica richiesta ai suoi interpreti.
In climax chiude lo spettacolo Dorian Gray, nuova creazione coreografica di Massimiliano Volpini incentrata totalmente su Roberto per stimolare un’interessante riflessione sulla società dell’immagine che caratterizza il nostro tempo. Sull’onda di Prototype e Rencontre, anche questa coreografia ha inteso sfruttare le potenzialità delle nuove tecnologie al servizio della danza (con l’unica pecca che nella parte conclusiva tutta la tribuna stampa areniana è stata letteralmente accecata dalle torri luci mobili sul palcoscenico), con l’intento di portarla su un piano forse più comprensibile, che parli il linguaggio di oggi. Così abbiamo visto un Bolle in carne ed ossa interagire con un se stesso virtuale, riproposto live tramite una piccola webcam – moderno specchio del terzo millennio – che proiettava l’immagine su un ledwall alle spalle del danzatore, a cui si intervallano, con ritmo sempre più incalzante, primi piani di lui registrati, deformati fino alla frantumazione finale. Il tutto accompagnato dall’eccezionale violino di Alessandro Quarta, eclettico musicista che ha firmato anche l’arrangiamento musicale sul tema della Passacaglia di H.I.F. von Biber, spinto verso le sonorità più inusuali, quasi ad emulare una chitarra elettrica.
Nel complesso quindi si è confermato vincente il format della serata, che ha saputo ancora una volta unire il classico al contemporaneo, l’apollineo al dionisiaco, puntando i riflettori su un’arte meravigliosa, apolide, antica e attualissima, troppo spesso trascurata dal nostro Paese.
Tania Cefis
(25 luglio 2018)
La locandina
Roberto Bolle and Friends |
|
Roberto Bolle | Teatro alla Scala, Milano |
American Ballet Theatre, New York | |
Timofej Andrijashenko | Teatro alla Scala, Milano |
Nicola Del Freo | Teatro alla Scala, Milano |
Taras Domitro | Principal guest artist |
Osiel Gouneo | Bayerisches Staatsballett, Monaco |
Angelo Greco | San Francisco Ballet, San Francisco |
Sebastian Kloborg | International Guest Artist |
Maria Kochetkova | San Francisco Ballet, San Francisco |
Misa Kuranaga | Boston Ballet, Boston |
Nicoletta Manni | Teatro alla Scala, Milano |
Gioacchino Starace | Teatro alla Scala, Milano |
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