Verona: la serata danzante con i violoncellisti dei Berliner Philharmoniker

Il titolo dell’appuntamento del concerto tenutosi il 23 febbraio al Ristori poteva essere benissimo “Pagine di danza indimenticabili”. Un titolo che l’avrebbe già detta lunga sull’approccio di questa geniale compagnia che sono i 12 violoncellisti dei Berliner Philharmonicker, presentatasi per una esibizione che non sarà facilmente dimenticata dal foltissimo pubblico presente. Forse per ricercare alcune profonde radici ritmiche della danza, il complesso plasma tre secoli di storia della musica e la fa letteralmente sua, sdoppiando i propri strumenti in un generatore di suoni senza limiti di timbro, di espressione e di colore.

Quella al Ristori non è stata una serata interamente dedicata al classico, come ci si aspetterebbe da una formazione a cui è votata di professione, bensì molto variegata nella scelta, anche se a contrappuntarla inizialmente sono stati proprio i brani dal sapore più marcatamente classico. Vedi la Suite del seicentesco David Funck -un divertimento purissimo- il Lasst mich allein di Dvořák e il celeberrimo Secondo Valzer di Shostakovich, arrangiati da David Riniker.

Il resto del programma è viaggiato su temi ammiccanti più al jazz e alle musiche da film, con un finale dedicato interamente al tango argentino. Vi erano compresi: Lullaby of Birdland dell’americano Shearing, il motivo centrale del film Titanic, con cui l’inglese Horner si è guadagnato due premi Oscar e i tre difficilissimi brani di Boris Blacher, Blues, Espagnola, Rumba philharmonica.

Per passare nella seconda parte alla Bossanova di Kaiser-Lindemann, arrangiatore di fama, e ai tanghi dell’italiano Stafano e degli argentini Carli e Piazzolla.

Come si vede una traiettoria dell’ensemble, varia e caleidoscopica, dalle tinte accese dei cieli tropicali, ai molti brani adattati appositamente per l’organico. Che si tratti di barocco, di novecento, di bossa-nova o di qualche strizzata d’occhio al jazz, un dato è stato comunque acquisito: quell’impasto sonoro ineguagliabile, capace di sfruttare al massimo l’ampiezza di registro e il calore sonoro che solo i violoncelli possono sprigionare.

Un’interpretazione estremamente caratterizzata da una concertazione dettagliatissima, che ha trasformato il programma in una vera e propria sinfonia concertante, capace di regalare momenti di grande musicalità, elegante, rastremata come solo i grandi interpreti di area germanica sanno regalare agli ascoltatori. Ma soprattutto c’era un’autenticità di sentire: il respiro e il palpitare, l’incedere leggero, eppure tanto saldamente impiantato sull’arrangiamento o sulla trascrizione per violoncello, con quella spiritualità di carne e danza, quel pensiero triste che si balla, che è il tango. Gli spettatori sono stati invariabilmente affascinati da questo mix ampio, unico e inebriante di timbri che i 12 violoncelli sono riusciti a produrre. Il tutto in un avvicendarsi di solennità, humour, profondità e leggerezza. Serata al Ristori (esaurito) finita in un trionfo.

Gianni Villani
(23 febbraio 2019)

La locandina

I 12 violoncellisti dei Berliner Philharmoniker
Programma:
David Funck (1648-1699)
Suite in re
Adagio, Allemande, Courante, Air, Gigue
Antonín Dvořák (1841-1904)
Lasst mich allein op. 82 n. 1
Dmitrij Šostakovič (1906-1975)
Walzer Nr.2 Jazz Suite n. 2
George Shearing (1919-2011)
Lullaby of Birdland
James Horner (1953-2015)
Titanic
Boris Blacher (1903-1975)
Blues
Espagnola
Rumba philharmonica
Astor Piazzolla (1921-1992)
Trilogy of Angels original piece of Piazzolla
Milonga del Angel
La Muerte del Angel
La Resurreccion del Angel
Wilhelm Kaiser-Lindemann (1940-2010)
Die 12 in Bossa-Nova
Pasquale Stafano (1972)
Milonguita arr. David Riniker
José Carli (1931)
Para Osvaldo Tarantino
Soledad Single piece, arr. Ludwig Quandt
Decarisimo Single piece, arr. David Riniker

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