Lo stile londinese nell’inconfondibile voce degli Swingles al Teatro Ristori di Verona

Un gruppo d’eccezione per una serata di ritmi trascinanti: e per il Ristori un nuovo sold out. E’ successo l’altra sera quando è salito sul palcoscenico il gettonatissimo complesso inglese dei Swingle Singers, una delle formazioni più agguerrite e collaudate che oggi possano affrontare, con piena cognizione di causa, qualsiasi genere vocale. E ben oltre quello strettamente classico, rivisto nel loro personalissimo stile, che oggi non è paragonabile a nessun altro.

La loro alta professionalità si è fatta sentire fin dalle prime battute, sia traducendo vocalmente il Concerto grosso per la Notte di Natale di Corelli, sia l’Aria sulla quarta corda dalla Terza Suite in re maggiore e la Fuga per organo di Bach, sia ancora il Se mi amate di Tallis. Ma la bravura dei Swingle è andata a svelarsi, in una continua progressione, anche sul resto del programma, attraverso una serie di ammalianti ritmi -annunciati solo in parte, prima dell’esecuzione e in qualche occasione pure improvvisati- mettendo in mostra un affiatamento assoluto. Un solo strumento vocale mosso con una simultaneità impressionante e che ha guadagnato col passare dei brani, sempre più animazione espressiva. Un’animazione indotta certo anche dalla varietà dei testi, dove si è distinto il folklore (questo era anche il titolo della serata) con le canzoni popolari  Lovers’Desire afgana, Bucimis bulgaro-indiana, Hard Times come Again no more, americana.

I sette cantanti (tre donne e quattro uomini) vanno elogiati in blocco, anche se Joanna Goldsmith-Eteson -impostasi con le sue personali variazioni Narnia e Paese delle meraviglie- e Oliver Griffiths col suo Forgotten (ha fatto simpaticamente intervenire il pubblico) andrebbero posti al primo posto di una ipotetica graduatoria. Meritatissimi i consensi che hanno pure premiato Clare Wheeler, ammaliante vocalità con la sua acutissima Aria dalla Lucia di Donizetti, Sara Brimer per la sua invenzione di Sina Taydennat Minut e Edward Randell per il suo Burden.

Un’esecuzione intensa, che ha toccato persino vertici assoluti, di grande reazione emotiva, senza mai rivelare fra le voci la più piccola delle incertezze. Il complesso inglese è una macchina musicale formidabile, che procede imperturbabile riscuotendo favori da una fascia di pubblico diversissimo per età e gusti e che ha firmato una nuova memorabile serata per il totale dominio della materia vocale in cui è stata protagonista anche la stupefacente amplificazione fonica del Ristori. L’esecuzione dei sette ha goduto di una continua varietà e freschezza, di situazione in situazione, per un procedere difforme nell’andamento e nella dinamica che alla lunga hanno reso mirabilmente sbalzati e caratterizzati altri brani come Weather to fly degli Elbow (autore Garvey), America di Simon, Ticket To Ride di Lennon/Mc Cartney, After The Storm di Mumford, Libertango di Piazzolla. Un successo senza pari, salutato ripetutamente da intensissime ovazioni del pubblico, conclusosi col meritato bis Blackbird di Lennon/Mc Cartney.

Gianni Villani

(19 gennaio 2018)

La locandina

THE SWINGLES
Joanna Goldsmith-Eteson
Sara Brimer
Clare Wheeler
Oliver Griffiths
Jon Smith
Kevin Fox
Edward Randell

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