Vicenza: “City Lights” punta i riflettori sul Beat
Un festival lungo un giorno: al Teatro Comunale di Vicenza “City Lights” un nuovo festival promosso dalla Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza in collaborazione con l’Assessorato alla cultura e al turismo del Comune, con il sostegno di Trivellato Mercedes Benz che nasce, in questa prima edizione, in stretta connessione con i temi e le estetiche portate in Basilica Palladiana dalla mostra “POP/BEAT Italia 1960-1979. Liberi di Sognare” (fino al 30 giugno), a cura di Roberto Floreani, e li declina in poesia, musica, letteratura e storia sociale di quegli anni irripetibili.
“City Lights” andrà in scena sabato 8 giugno al Teatro Comunale di Vicenza, dalle 16.00 alle 24.00, un evento speciale non-stop che porta la firma, come direzione artistica di Marco Ghiotto, giornalista e critico musicale, ideatore e direttore della testata online vicult.net, che per la Fondazione curerà la sezione musica contemporanea della nuova stagione artistica; il festival si presenta come una vetrina e un’apertura su quel particolare periodo storico, soprattutto sulle musiche e sugli aspetti sociali e letterari che hanno caratterizzato e reso unici quei decenni “rivoluzionari”, ricchi di idee e fermenti ancor oggi in grado di contaminare la contemporaneità.
Il nome è un’evidente citazione della City Lights Book Store, inaugurata da Lawrence Ferlinghetti nel 1953, non solo una libreria e una casa editrice, ma il luogo di elezione e di nascita della beat generation, un ritrovo dove molti dei protagonisti di quella incredibile stagione passarono il tempo leggendo, scambiandosi poesie e opinioni e forgiando uno stile di vita che segnò le generazioni a seguire. Ma City Lights vuol essere anche il simbolo di una città come Vicenza, che intende puntare le sue luci verso nuovi e ambiziosi orizzonti musicali e artistici; perchè City Lights sono anche quelle luci della città dello straordinario film di Charlie Chaplin (1931), un raggio di luce perché Vicenza possa essere “illuminata” dai fermenti intellettuali che anche questo nuovo evento propone, nell’intento dei promotori.
Un festival (innovazione e approfondimento sono le due direttrici principali della giornata), con un nutrito programma che si sviluppa dal pomeriggio fino a tarda sera, un susseguirsi di performance, reading, talk e improvvisazioni musicali, protagonisti attori, autori, musicisti e alcuni ospiti davvero speciali, come Carlo Massarini, storico conduttore televisivo (e molto altro) di Mister Fantasy, programma dedicato alla videoarte e agli allora neonati videoclip musicali, e James Senese, sassofonista universalmente riconosciuto per la sua particolarissima cifra musicale, tra i fondatori del Neapolitan Power, accanto ad alcuni nomi noti del panorama vicentino come Danilo Memoli, Titino Carrara, Giorgia Antonelli e Piergiorgio Piccoli.
A “dirigere il lavori” e a moderare gli incontri, tutti aperti al pubblico, sarà l’ideatore e direttore artistico del nuovo festival, Marco Ghiotto.
La giornata sarà divisa in due tempi, dedicati rispettivamente al beat americano e al pop italiano, per affrontare i due temi in modo approfondito; otto gli appuntamenti in programma, intercalati da momenti di incontro e socialità.
Nel 1956 fu pubblicato “Howl” (Urlo) di Allen Ginsberg, il quarto della serie di edizioni di City Lights Pocket Poets Series, una ballata psichedelica che è un grido di protesta contro gli Stati Uniti d’America, un’opera che portò all’arresto di Ferlinghetti per oscenità; ma lo spirito che anima il poema, riuscì a pervadere tutto quello che venne dopo, da Jack Keroauc fino a Bob Dylan: l’America degli anni ‘60 era proprio quella che si respirava nella City Lights di Ferlinghetti.
Nel City Lights festival dell’8 giugno si partirà, doverosamente, con gli anni ‘60 negli USA, per parlare di beat generation, pop culture, underground, il mondo freak e hippy, grazie ai reading di alcune opere manifesto di Allen Ginsberg e Jack Kerouac, interpretati da Titino Carrara e Giorgia Antonelli, accompagnati dalla musica live del quartetto Bobpet di Danilo Memoli; a seguire, una lezione spettacolo su Andy Warhol, fondatore della Pop Art e sui Velvet Underground che proprio dalla sua Factory furono lanciati, a cura di Marco Ghiotto.
A presentare la scena freak e la controcultura di Frank Zappa sarà invece Marco Drago, scrittore, traduttore e conduttore radiofonico, che introdurrà il live di Dan Martinazzi & The Torture Never Stops, mentre Piergiorgio Piccoli concluderà la prima parte del festival con la lettura di “It’s Allright Ma’ (I’m Only Bleeding)” l’oscuro e immenso capolavoro di Bob Dylan che contiene alcune delle liriche più importanti della sua produzione, un reading interpretato da Piergiorgio Piccoli accompagnato da una Jam Session Live finale con membri delle band di Martinazzi e Memoli.
Il pop Made in Italy, la scena degli anni ‘70 tra tensioni politiche, la musica prog/pop, i festival, le nuove mode e l’inedita scena artistica, saranno invece i temi portanti del secondo tempo del festival, intitolato “Un tulipano rosso” omaggio all’esperienza dell’Antigruppo.
Questa seconda parte di City Lights, l’evento serale che prenderà inizio alle 20.30, sempre al Ridotto del Tcvi, si aprirà in grande stile con Carlo Massarini che presenterà al pubblico “Dear Mr.Fantasy foto-racconto di un’epoca musicale in cui tutto era possibile”, ovvero l’Italia degli anni 1969/1982 raccontata da uno dei protagonisti assoluti della scena musicale dell’epoca. Dai Rolling Stones al prog rock e i primi grandi concerti, dalle voci della West Coast ai cantautori, attraverso il punk e la scena newyorkese, Carlo Massarini farà riaffiorare il sogno di una generazione che, proprio grazie al rock, seppe aprirsi al resto del mondo.
A seguire, ancora un talk dedicato a “Italia Beat – I Capelloni”, condotto da Marco Ghiotto, ad interrogare le voci autorevoli di Carlo Massarini, Renato Marengo (storico produttore discografico e talent scout), Riccardo Bertoncelli (il padre della critica musicale italiana, reso poi celebre da Francesco Guccini) e James Senese per parlare del fervore di quell’epoca, dalla fine dei sessanta al periodo della contestazione, dei festival e del pop italiano, ma anche degli scontri di piazza, con il boom del prog e l’impegno sociale dei cantautori.
E sarà proprio James Senese insieme al suo gruppo i Napoli Centrale, uno dei principali protagonisti della stagione prog/jazz italiana degli anni ’70, a chiudere in bellezza la prima edizione di City Lights, con un live che proporrà dei pezzi cult del repertorio della band, con la loro particolarissima miscela di jazz-rock e gli innesti di musica popolare napoletana. Il gruppo porta oggi sui palchi una rinnovata esperienza sempre in bilico tra il jazz-funk, una spruzzata di latin music e la tradizione mediterranea.
Una giornata che vuole essere un vero viaggio nel tempo e dentro ad un’epoca che ha forgiato la cultura del Novecento. Un viaggio in quegli anni che, per citare John Lennon, forse non ci hanno dato le risposte, ma ci hanno fatto intravedere tutte le possibilità.
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