Vicenza: le Settimane Musicali tra Pasolini e Franck

Oltre a essere una vetrina di rilievo per la meglio gioventù della musica (per restare alla lingua di Pier Paolo Pasolini, che il festival di quest’anno ha ricordato nel centenario della nascita), le Settimane Musicali al Teatro Olimpico di Vicenza non dimenticano mai le proprie origini. E si configurano quindi come una rassegna che pur nella multiformità del progetto offre comunque qualche spazio all’esperienza cameristica, sempre realizzata con interpreti di primo piano. Da questo punto di vista, esemplare è parso il concerto applaudito domenica da un pubblico discretamente folto, durante il quale la violinista (e direttrice artistica delle Settimane) Sonig Tchakerian, il violoncellista Enrico Dindo e il pianista Pietro De Maria hanno proposto in geometrie strumentali variabili un’interessante incursione della musica da camera tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del ‘900.

In apertura c’è stato spazio per la celebrazione del bicentenario della nascita di César Franck, che sta passando un po’ in sordina se si escludono le meritorie iniziative veneziane primaverili della Fondazione Bru Zane. La Sonata per violino e pianoforte in La maggiore è da sempre considerata fra i capolavori del compositore belga-francese, ma questo non toglie che la sua presenza nei concerti si sia notevolmente rarefatta negli ultimi decenni, ferma restando la sua importanza storica, vero o falso che sia il ruolo avuto nel “suggerire” a Proust una qualche ispirazione per la Recherche.

Si tratta di una composizione armonicamente molto densa, dalla tensione melodica incessante, accentuata dal ricorso alla ciclicità tematica lungo tutti quattro i movimenti. Il pianoforte vi ha un ruolo in vari aspetti primaziale, per l’evidenza con cui spesso la tastiera conduce il discorso e ingaggia con lo strumento ad arco un dialogo di multiforme ricchezza espressiva. Ma il violino si ritaglia uno spazio comunque decisivo, evidente specialmente nel terzo movimento. Questa pagina si apre con le suggestioni drammaturgiche di un recitativo nel quale la caratterizzazione timbrica corposa e spesso tendente alle tinte scure della parte violinistica viene esaltata da una notevole forza espressiva e si risolve quindi in una Fantasia nella quale i valori melodici sono umbratili e seducenti tanto quanto le screziature armoniche disseminate nel discorso. Tchakerian e De Maria hanno dialogato vigorosamente e con appassionata fedeltà alla scrittura di Franck, offrendo un’esecuzione stilisticamente impeccabile e musicalmente seducente nella ricchezza delle dinamiche e nella duttilità sapiente del fraseggio.

Subito dopo è toccato a una vera e propria rarità, la Sonata per violoncello e pianoforte di Alexander Zemlinsky, composizione giovanile dell’autore viennese scomparso 80 anni fa. In questo brano risalente al 1894 (il musicista aveva 23 ann) domina una chiarezza espressiva ben diversa dalla complessità della Sonata di Franck, composta pochi anni prima, nel 1886. Analoga è tuttavia la raffinata eleganza, risolta in questo caso in una tendenza all’espansione cantabile della parte del violoncello, della quale si è fatto carico magnificamente Enrico Dindo, proponendo un suono caldo e comunicativo, in perfetto equilibrio con il tocco di De Maria.

Conclusione con un’altra pagina giovanile, il Trio per pianoforte, violino e violoncello di Šostakovič, scritto nel 1923, quando il compositore russo aveva 17 anni ed era allievo del conservatorio di Pietrogrado. Questa breve pagina è interessante specialmente per la sua natura di “esperimento” nel quale il musicista affianca la scuola (influenze di Brahms e del Romanticismo) con la sua già vivace autonomia creativa, che si riflette nell’irruenza di certi passaggi, nei contrasti timbrici spesso accentuati. Il tutto è stato reso con viva partecipazione e brillante qualità di suono da Tchakerian, Dindo e De Maria, ai quali il pubblico ha indirizzato prolungati applausi alla fine.

Due sere prima, le Settimane avevano dato vita alla loro serata-Pasolini, non per caso inserita nell’ambito del Ciclo Bach, che si sta dispiegando da qualche anno a questa parte. In quest’occasione, il violino di Sonig Tchakerian è stato affiancato dal violoncello di Giovanni Sollima, presente anche in qualità di autore con i Pasolini Fragments del 1998. Con il titolo “Qualcosa di sacro” (che è una citazione pasolinana e fa riferimento alla sua scelta di utilizzare la Passione secondo Matteo come musica per il suo primo film, Accattone) la serata è consistita in un’alternarsi di  brani di sofisticata e limpida potenza strumentale con parole dello scrittore-cineasta tratte da testi  critici (le considerazioni sui Soli per violino di Bach), e da romanzi come Una vita violenta, con passaggi poetici in italiano e anche in friulano, proposti con sorvegliata intensità da Giuliana Musso. La scelta musicale si è aperta con la meditabonda Sarabanda dalla Suite n. 5 per violoncello, è proseguita con la ricognizione sonora dalla fascinosa portata materica disegnata da Sollima nei suoi Frammenti per Pasolini ed ha avuto il culmine in due pagine di grande fascino. Da un lato, la rivisitazione della Ciaccona dalla Partita in Re minore per violino solo, disegnata dal compositore russo Victor Derevianko per violino e violoncello in una straordinaria amplificazione di linee e di seduzioni timbriche; dall’altro la tersa e poetica Monodia per violino solo del compositore armeno Tigran Mansurian, che Tchakerian ha proposto in prima esecuzione assoluta.

La conclusione, dedicata a una scelta di Invenzioni a due voci trasportate dalla tastiera al violino e al violoncello, ha avuto il sapore di un ritorno a quell’ordine contrappuntistico di formidabile eloquenza che solo Bach regala a chi lo ascolta.

Cesare Galla

La locandina

3 giugno
Voce recitante Giuliana Musso
Violino Sonig Tchakerian
Violoncello Giovanni Sollima
Programma:
Testi di Pier Paolo Pasolini tratti da:
“Saggi sulla Letteratura e sull’arte”
“Una vita violenta”
“La nuova gioventù”
e da: Pier Paolo Pasolini, Il mio cinema, ed. Cineteca Bologna 2015
Accattone, L’esordio di Pier Paolo Pasolini raccontato dai documenti, ed. Cineteca di Bologna 2015
Johann Sebastian Bach
Sarabande, dalla Suite in do minore per violoncello solo BWV 1011
Giovanni Sollima
Pasolini Fragments, per violoncello solo
Johann Sebastian Bach
Ciaccona, dalla Partita in re minore per violino solo BWV 1004
Tigran Mansurian
Monodia per violino solo
prima esecuzione assoluta
Johann Sebastian Bach
Invenzioni a due voci BWV 772
5 giugno
Violino Sonig Tchakerian
Violoncello Enrico Dindo
Pianoforte Pietro De Maria
Programma:
Cesar Franck
Sonata per violino e pianoforte in la maggiore
Alexander von Zemlinsky
Sonata per violoncello e pianoforte in la minore
Dmitri Shostakovich
Trio n. 1 in do minore per pianoforte, violino, violoncello

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