Night Circus, come volare senza ali
Atmosfere notturne sullo sfondo di un paesaggio urbano, creato da Judit Csanádi, che ricorda quello di tante periferie: muri grigi accesi da improvvisi fasci di luce, creati da József Pető ad illuminare figure umane che nel movimento divengono espressioni sublimate della loro corporeità, il tutto in una straordinaria miscela di danza e ginnastica alla quali si unisce un forte elemento acrobatico.
Questo è Night Circus lo spettacolo magnifico realizzato da Bence Vági e da presentato dalla Recirquel Company Budapest al Teatro Comunale di Vicenza.
L’ispirazione viene sicuramente dal Cirque du Soleil, ma la compagnia magiara fa un ulteriore passo avanti creando un equilibrio ancor più perfetto e stringente fra danza e componente acrobatica; il circo resta presente in filigrana, presenti tuttavia alcuni suoi elementi caratteristici.
Sarebbe piaciuta a Fellini la vena di malinconia, unita però ad un afflato di speranza, che percorre la narrazione che lega i vari numeri e che trova voce nella recitazione, in perfetto italiano, e nel canto di Judit Czigány nella veste di presentatrice e domatrice delle forze presenti sulla scena. La musica efficace ed evocatrice di Péter Sárik e Gábor Terjék, si dipana in un convincente mix di elettronica e pianoforte, quest’ultimo posto in scena e valentemente suonato da Norbert Elek, perfettamente in sintonia con lo spirito dei movimenti dei danzatori acrobati.
Si narra una storia, quella dell’uomo che anela al volo ma è al contempo privo di ali; il volo si esprime semplicemente staccando i piedi da terra, sulla corda, sul trapezio, legato a dei nastri, su una pertica. I numeri si susseguono con una leggerezza densa di significato e colma di sensualità.
I corpi si intrecciano, si sostengono gli uni con gli altri con punte di poesia sublime; i due danzatori sul trapezio e l’uomo senza ali ai nastri sono di un’intensità commovente.
Delizioso il siparietto comico, a ricordarci che al circo si ride, con un esilarante confusione di teste ed arti assortiti in un gioco dei “tre bussolotti” rivisitato fino a diventare un incontro-scontro di coppia.
Straordinario il corpo di ballo, ci si consenta di definirlo così, composto da Ákos Biritz, László Farkas, Richárd Herczeg, Renátó Illés, Leonetta Lakatos, Áron Pintér, Zsanett Veress, Csilla Wittmann e Gábor Zsíros.
Un’ora e mezzo di godimento puro, con un pubblico attento come non mai e pronto a sciogliersi con un applauso lungo e sentito ad abbracciare questi straordinari artisti.
Alessandro Cammarano
(25 novembre 2017)
La locandina
Recirquel Company Budapest | |
Autore, Regia, Direzione Artistica | Bence Vági |
Compositore, Direzione Musicale | Péter Sárik |
Compositore, Orchestrazione Elettronica | Gábor Terjék (Fiddler) |
Set Design | Judit Csanádi |
Costumi | Emese Kasza |
Light Designer | József Pető |
Make-Up | Szilvia Ipacs |
Hairdresser | Ádám Marton |
Cast | |
Pianoforte | Norbert Elek |
Canto, Narrazione | Judit Czigány |
Artisti | Ákos Biritz, László Farkas, Richárd Herczeg, Renátó Illés, Leonetta Lakatos, Áron Pintér, Zsanett Veress, Csilla Wittmann, Gábor Zsíros |
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!