Vicenza: Sacro Rossini

Parte con il piede giusto la dodicesima edizione del Festival Vicenza in Lirica e lo Stabat Mater di Rossini eseguito lo scorso Primo Settembre al Teatro Olimpico presenta più di un elemento di pregio. 

La pagina, che segna il ritorno del Cigno di Pesaro ad una composizione di ampie dimensioni a quasi un quarto di secolo dal suo addio – e che addio! – al teatro in musica, ebbe genesi tutt’altro che lineare e fu eseguita a Parigi nel 1842 riscuotendo in misura quasi pari elogi e critiche. 

Tra i detrattori dello Stabat ci furono Wagner e Berlioz che lo considerarono – proprio loro – eccessivamente teatrale; e invece la musica di Rossini è qui più che mai introspettiva, volta a riflettere sul testo di Jacopone rendendone interamente la sua profondità. 

Se il Guillaume Tell aveva segnato il passaggio dal Belcanto all’opera romantica, lo Stabat Mater è un’omaggio alla tradizione assumendo in sé tutti gli insegnamenti della musica sacra precedente e lo è anche quando Rossini sembra essere “sopra le righe”, come nel “Cujus animam” trattato in tonalità maggiore e a tempo di marcia, come fosse in qualche modo superficiale, e che invece risulta drammaticamente efficace a sottolineare un dolore di indicibile violenza. 

Benedikt Sauer ha le idee chiare e con gesto essenziale concerta, assecondato dall’Orchestra dei Colli Morenici, seguendo una linea vivacemente costituita su una tavolozza di colori ben bilanciata e capace di rendere pienamente gli aspetti più meditativi della pagina e tuttavia non trascurandone l’elemento “teatrale”. 

Grande equilibrio si riscontra nel quartetto dei solisti. 

Claudia Pavone incarna plasticamente il canto all’italiana, rendendosi protagonista di una prova maiuscola sia per perizia tecnica che per intensità di fraseggio. 

Non le è da meno Ekaterina Gubanova che con voce dalle bruniture fascinose svetta senza mai prevaricare. 

Riccardo Zanellato si conferma basso grand-seigneur dando ai suoi interventi autorevole spessore. 

Bryan Lopez Gonzalez, per usare una metafora sportiva, ha ottimi fondamentali che necessitano però di un’attenta rifinitura. La voce è più che gradevole ma la linea di canto va uniformata e il falsettone andrebbe dosato con maggior crirerio. 

Bene il coro Iris Ensemble, ben preparato da Marina Malavasi, corposo nel suono. 

Il pubblico mostra di gradire, riservando al termine applausi calorosi e prolungati. 

Alessandro Cammarano
(1º settembre 2024) 

La locandina

Direttore Benedikt Sauer
Soprano Claudia Pavone
Mezzosoprano Ekaterina Gubanova
Tenore Bryan Lopez Gonzalez
Basso Riccardo Zanellato basso
Orchestra dei Colli Morenici
Coro Iris Ensemble
Maestro del Coro Marina Malavasi
Programma:
Gioachino Rossini
Stabat Mater

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