Artista a tutto tondo, esploratore curioso di generi musicali in apparenza diversi tra loro, Vincenzo Capezzuto incarna perfettamente la definizione di artista che rifugge da qualsiasi categorizzazione. Una figura meravigliosamente atipica nel panorama musicale, capace di spaziare dal barocco al repertorio popolare di vari paesi; lo abbiamo raggiunto per fargli qualche domanda sulle sue attività recenti e sui progetti futuri.
- Pochi giorni fa sei stato protagonista di un concerto in Russia; evento eccezionale in questo momento di emergenza assoluta. Volere è potere?
Un evento eccezionale portato a compimento grazie ad un lavoro di squadra eccezionale. In momenti come questi sarebbe stato impensabile poter andare in Russia nella sala da concerto più importante di Mosca (lo Zaryadye Concert Hall) con 600 persone in sala e con il programma ‘La Stravaganza’ dedicato ad Antonio Vivaldi che ha coinvolto oltre all’ensemble Soqquadro Italiano, anche la State Simphony Orchestra diretta da Massimo Taddia.
L’invito è partito dal direttore artistico e grande musicista Yury Bashmet ed è’ stato organizzato dalla Russian Concerto Agency in collaborazione con l’agenzia italiana Retropalco s.r.l
I mesi che hanno preceduto il viaggio sono stati intensi, la burocrazia e le procedure infinite ci hanno dato filo da torcere nella consapevolezza che il concerto sarebbe potuto saltare da un momento all’altro anche mentre eravamo in loco; alla fine tutto è andato bene e siamo stati i primi stranieri che hanno potuto esibirsi in territorio russo dall’inizio della pandemia; abbiamo avuto una standing ovation dal pubblico in sala. Il pubblico ha dimostrato un grande calore, forte empatia ed ha chiesto tre bis. Tutto questo è stato merito, come dicevo prima, del lavoro di squadra capitanato da Claudio Borgianni, direttore artistico di Soqquadro Italiano coadiuvato da Giovanna Losco il nostro general manager, Marialaura Deponte, manager di produzione, Alessio Pianca di Retropalco e tutti gli straordinari musicisti e tecnici di Soqquadro Italiano.
- Quanto, secondo te, è importante la “contaminazione” in campo musicale? Penso non solo a Soqquadro, ma anche all’Arpeggiata.
Il termine contaminazione è intrinseco nella mia natura di artista e di uomo; vivo in giro per il mondo da quando avevo 17 anni e per me è stato naturale assorbire lingue diverse, culture, generi musicali, modi di pensare, che hanno ‘contaminato’ e contaminano ancora oggi il mio modo di vivere, di esprimermi e di conseguenza il mio modo di concepire la musica e di cantare. Essendo poi anche danzatore, ogni mia nota è contaminata costantemente dal movimento e viceversa…
- Sei un artista poliedrico, cantante e ballerino: come si è costruita la tua carriera?
Mi sono formato come danzatore al Teatro San Carlo di Napoli dove, dopo il diploma, sono diventato primo ballerino ed in seguito ho lavorato in numerose compagnie internazionali tra cui L’English National Ballett, Ballet Argentino diretto da Julio Bocca e Aterballetto. Parallelamente alla danza ho sempre coltivato la passione per il canto e, crescendo tra le mura di un Teatro cosi importante, ho avuto modo con il tempo di ascoltare grandi artisti, conoscerli, osservarli potendo assorbire tutto quello che mi interessava. Questa esperienza mi ha aiutato a comprendere meglio il mio modo personale di cantare. Per me e’ sempre stato naturale riuscire a cantare canzoni di Mina senza sforzo alcuno. Francamente non ho mai pensato che questa fosse una peculiarità rara finché qualcuno me lo ha fatto notare ed ho cominciato a ritagliarmi del tempo per approfondire il mistero che è la mia voce. I musicisti del Teatro, spesso sentendomi cantare, mi invitavano per dei progetti che spaziavano dalla musica antica a Kurt Weill e riuscivo con disinvoltura a passare da uno stile all’altro senza problemi. L’incontro con Christina Pluhar e il suo gruppo L’Arpeggiata è stato decisivo. Christina ha creduto subito in me e nel giro di poco tempo ero già solista al Carnegie Hall di New York. In seguito la mia vocalità ha destato l’interesse di altri ensemble internazionali. Nel 2012 e’ nato Soqquadro Italiano, il gruppo assieme al quale posso esprimermi artisticamente a 360 gradi e con cui mi esibisco ormai in tutto il mondo. La mia carriera di danzatore ha raggiunto un livello altissimo ma posso dire che quella di cantante attualmente la eguaglia, se non addirittura lo supera.
- Possiedi una voce che secondo me è difficilmente categorizzare e proprio per questo incredibilmente affascinante. Mi aiuti a definirla?
Credo di non riuscire a definirla neppure io, perchè è una voce in continua evoluzione, una voce che modula, che cambia, che si plasma come l’argilla.
Mi piace l’idea di non poterla definire perché mi da libertà di impiegarla in stili e generi musicali diversi. Il mio repertorio è ad oggi davvero vastissimo: va dal personaggio di Venere nel ‘Il Ballo delle Ingrate’ di Claudio Monteverdii (ruolo normalmente cantato da un mezzo-soprano) ad arie d’ Opera di Vivaldi, Bach e Handel, Lieder di Schubert, musica popolare italiana e Sud Americana, canzoni Napoletane dell’800 fino ad approdare alla musica pop e Blues.
- All’estero, non dappertutto in verità, si continua a fare musica dal vivo, in Italia no. Che idea ti sei fatto in proposito?
Sono deluso e amareggiato dal fatto che ancora in molti paesi non si sia capito quanto sia importante l’arte e quanto faccia bene al cuore e alla mente soprattutto in momenti difficili come questi, in cui si ha bisogno di bellezza intorno a noi. A Mosca più di cinquanta persone che seguono il mio lavoro hanno affrontato un viaggio da ogni parte della Russia per venire a sentirmi dal vivo. Sono rimasto profondamente colpito dalla loro gratitudine e commossa partecipazione.
- Che progetti hai per il futuro?
Si è appena conclusa a Cracovia la produzione ‘Il ballo delle Ingrate’ di Claudio Monteverdi che mi ha visto coinvolto nel ruolo di Venere con Capella Cracoviensis con la regia di Magda Szpeck.
Sono appena rientrato nuovamente dalla Russia dove sono sono stato ospite con Soqquadro Italiano del Winter International Arts Feststival di Soci.
Abbiamo presentato al pubblico Russo ‘MUSICA MIGRANTE’ uno concerto di forte impatto emotivo che ha già debuttato in tour Spagna.
Sono in partenza per Parigi per la registrazione di un nuovo progetto discografico con l’ensemble L’Arpeggiata.
Ho un calendario con molti concerti dal vivo che speriamo possano concretizzarsi.
Alessandro Cammarano
Condividi questo articolo